Indios perseguitati

di Pino Marinaro

Nell'ultimo secolo, la razza umana ha contribuito sostanzialmente
all'estinzione di un terzo delle specie vegetali ed animali esistenti in
natura. Perdite irreparabili che gravano come un macigno sulla coscienza
dell'homo sapiens. E sono anni, ormai, che perdiamo mediamente 14 mila
ettari di foreste (all' incirca un'area geografica pari alla Grecia) e un
numero crescente di coabitatori del pianeta tra pesci, rettili, uccelli e
mammiferi.

Ma il problema dell'estinzione investe anche la progressiva scomparsa di
antiche etnie umane.

Caino assolve ancora il suo sporco compito tra gli indios superstiti dell'
Amazzonia.

Le cronache storiche, infatti, ci informano che nel 1500, quando l'intrepido
navigatore portoghese Pedro Alvares Cabral arrivò sulle lussureggianti coste
brasiliane, in quel paese si potevano contare circa un migliaio di diversi
popoli indigeni per un totale di cinque milioni di individui.

Oggi, nell'intero Brasile, gli indios sono ridotti a poche centinaia di
migliaia, di cui un terzo trasferito in città e completamente sradicato
dalla sua terra d'origine e dalla propria identità culturale.

Sono bastati pochi secoli di violenze, epidemie, carestie, persecuzioni,
suicidi ma, soprattutto, indifferenza. E sfruttamento. Le terre degli
indios, infatti, nascondono ricchezze appetite da altri: legname pregiato,
pascoli, oro, platino, diamanti e tanti materiali preziosi per l'industria
delle telecomunicazioni e dell'elettronica

L'interesse di spregiudicati uomini politici locali e quello dei grandi
gruppi economici internazionali sostanzialmente mira a rinchiudere gli
indios in piccole riserve, integrarli definitivamente nella cultura bianca,
condurli alla dissoluzione. In poche parole, tende a sbarazzarsene con tutti
i mezzi.

Lo stesso progetto portato avanti nel passato dai fazenderos, gli allevatori
avidi di terra e i garimpeiros, i cercatori d'oro senza scrupoli, che non
hanno esitato a ricorrere anche ad esecuzioni di massa. Ma, oltre alle
pallottole, alle persecuzioni e alla schiavitù, a decimare gli indios hanno
contribuito l'importazione di malattie a loro sconosciute come la malaria,
la tubercolosi, il morbillo, la varicella; ma, soprattutto, la diffusione
dell'alcolismo e la forzata modernizzazione che ha annientato usi,
tradizioni, conoscenze legate alla vita naturale

La Costituzione federale del 1988 riconosce agli indios il diritto al
“possesso permanente e all'usufrutto esclusivo delle terre da loro occupate
tradizionalmente”.

Eppure, ancor oggi, in Brasile, oltre la metà di questo ideale territorio
non è stato demarcato…

www.etanali.it

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