Da Torino a Verona spegnere i fuochi dell’intolleranza razziale

Dalle accese polemiche di questi giorni su misfatti di diversa natura (solo apparentemente) e in diverse città – la contestazione della presenza di Israele quale ospite d’onore alla Fiera del Libro di Torino e l’assassinio del giovane Nicola Tommasoli a Verona per mano di un branco di naziskin – si stende un filo di collegamento ed emerge la valutazione di una velenosa matrice ideologica in ambedue i casi.

Il filo di collegamento consiste nella violenta espressione di due opposti estremismi di destra e di sinistra, ricollegati e alimentati da un gruppo di analoghi valori, obiettivi e punti di forza e di riferimento che vanno dall’intolleranza sociale e culturale al culto della violenza, al razzismo, ai rigurgiti di neo-nazifascismo, all’antisemitismo, spesso e volentieri barattato per “solidarietà filopalestinese”. Quando questi nefasti elementi di sottocultura trovano una sponda non solo nelle frange sociali marginali dei propri adepti ma anche in ben strutturati movimenti politici operanti in piena legittimità istituzionale, si ha quella deriva esemplificata dagli eventi di Torino e di Verona.

Ogni accondiscendenza ad espressioni di incivile fanatismo, ogni ambiguità sul grado di gravità dei rischi, potenziali e attuali, degli episodi in oggetto e sulle intenzioni e responsabilità dei loro autori, non può fare altro che ingenerare ulteriore confusione e incertezza sulle strategie che con lucidità e coerenza uno Stato democratico quale l’Italia deve attuare per recidere alle radici il barbarico fenomeno.

Come se le drammatiche situazioni mediorientali non fossero di per sé già ad altissima tensione e le strumentalizzazioni di parte delle medesime in certi ambienti politici sulle sponde nord del Mediterraneo non tendessero ad acuire un disagio internazionale ancora vasto quanto insoluto, ci mancava proprio in Italia l’accento della terza autorità istituzionale della Repubblica, il neoeletto presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini, circa una presunta maggiore gravità degli episodi alla Fiera del Libro di Torino (bandiere d’Israele e USA bruciate) sull’assassinio a sfondo razziale nella città di Verona.

Non si può gettare altra benzina sulle fiamme di un dissidio tanto lacerante nel vicino Oriente, e di riflesso anche nell’opinione pubblica europea, senza aumentare confusione e contraddizioni nei giudizi e nelle reazioni popolari in casa propria e all’estero sull’intera complessa vicenda, e senza scoraggiare i tanto disperati quanto generosi tentativi internazionali di pacificare una delle più tormentate aree del globo.

Che in Italia si stesse potenziando la galassia di movimenti ispirati ad intolleranza e violenza, lo avevamo già denunciato lo scorso dicembre in una serie di incontri con dirigenti ed esponenti delle collettività italiane a Tel Aviv, Gerusalemme e Haifa. Oggi se ne hanno nuovi inquietanti segnali: sprone ad adoperarci, al di là di ogni steccato politico e ideologico, per riconquistare equità di visione e giudizio nel cammino verso il definitivo e totale riconoscimento dei legittimi diritti dei popoli israeliano e palestinese in un contesto di amicizia e pace.

Anche in Italia vanno spenti i fuochi degli opposti estremismi che in nome di vieti concetti di superiorità e discriminazione razziale speculano, e in parte sostanziale aggravano, sia i disagi sociali interni, sia le palesi tensioni mediorientali.

Sen. Nino Randazzo On. Marco Fedi

Ripartizione Africa-Asia-Oceania-Antartide

della circoscrizione Estero

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