La prima richiesta delle compagnie assicurative al prossimo governo l'ha fatta direttamente il presidente Ania, Fabio Cerchiai, che senza pudore ha dichiarato: “insisteremo nel suggerimento di rivedere alcune decisioni normative prese dal precedente governo, prime fra tutte i cosiddetti decreti Bersani”: secondo l'associazione, infatti, hanno provocato l'aumento dei costi. In particolare, gli assicuratori pongono l'accento sull'opportunita' di rivedere “la recente introduzione del divieto di distribuzione in esclusiva delle polizze rc auto e altri rami danni”, che “rischia di far aumentare i costi di gestione”. Anche l'indennizzo diretto va “nella giusta direzione ma necessita di opportune correzioni”.
Ma il “dossier” che l'Ania presentera' al nuovo governo sottolinea altri temi prioritari: una maggiore flessibilita' per il sistema della previdenza integrativa, che preveda fra l'altro “una parziale reversibilita' rispetto alla scelta iniziale”; una “tassazione agevolata sul risparmio”, in particolare le polizze vita, “specie se a lungo termine”; un articolato sistema di fondi integrativi, mutue e compagnie di assicurazione da affiancare ai livelli essenziali di assistenza nella sanita' pubblica; la liberalizzazione del settore delle coperture assicurative contro gli infortuni e le malattie professionali.
Il presidente dell'Antitrust , Antonio Catricala', pero', non e' dello stesso avviso. “Il processo di liberalizzazioni e' “inarrestabile. Sinceramente penso che il governo debba stare dalla parte dei cittadini e non dei poteri forti”, ha dichiarato il Garante della concorrenza, “e' giusto che le lobby si organizzino e pensino di tornare indietro nel processo di liberalizzazione ma e' altrettanto giusto che il governo e il Parlamento accelerino tale processo per il bene del paese e dei cittadini”.