Lettera aperta all’Onorevole Walter Veltroni

Gentile Onorevole Veltroni,

Così i romani hanno voltato le spalle al centro sinistra. L’ondata della voglia di alternanza e cambiamento ha travolto anche la Capitale. Visto dall’America (e mentre continuano ad infuriare le primarie democratiche) il risultato era scontato. Rutelli era un ‘dèjà vu’. Desta semmai una certa sorpresa l’ottimismo di maniera diffuso dal clan Rutelli alla vigilia delle elezioni che secondo noi ha favorito l’aumento del numero di coloro che hanno disertato le urne. (“Se i voti li ha perché devo rinunciare ad una bella gita al mare?”). Voglia di cambiamento, voglia di sicurezza. Questo il tema di fondo dello tsunami che ha percorso la Penisola. Lei ha scelto durante la campagna elettorale il tasto del ‘fair play’ anglosassone. Ma i suoi collaboratori forse non le hanno spiegato che, ad esempio qui in America, non esiste ‘fair play’, non si fanno prigionieri. I ‘butcher departments’, le ‘cosiddette ‘macellerie dei partiti, lavorano a pieno ritmo per scoprire le più antiche e nascoste magagne degli avversari. Il tono, è vero, in genere non trascende e di episodi tremendi come quelli che il senato italiano ha mostrato a tutto il mondo mesi fa con aggressioni e sputi tra membri dell’austera camera, sventolio di cartelli e fette di mortadella ingurgitate e innaffiate da spumante..beh, qui negli Stati Uniti non se ne vede, grazie a dio. Ma resta il fatto che la campagna elettorale non si fa a colpi di fioretto. Il consenso in una società di massa come quella americana non si ottiene solo attraverso i dibattiti televisivi tra i candidati e tanto meno stringendo la mano a migliaia di persone. I voti si ottengono spendendo centinaia di milioni di dollari nella preparazione di video clip da trenta secondi, in genere negative nei confronti dell’avversario e riproposte ossessivamente decine di volte al giorno nelle televisioni locali. In una società di massa come quella americana è il “gutta cavat lapidem” che funziona attraverso la televisione. Dice: ma l’Italia è diversa. Chi glielo ha detto? Venti anni di televisioni commerciali hanno trasformato la società italiana. Il mio concittadino Professor Sartori ha scritto recentemente che Lei ha impostato la sua campagna elettorale andando a parlare a piazze piene in 109 province ed esponendo, aggiungiamo noi, civilmente il suo progetto politico. Ma le piazze piene non fanno automaticamente salire il numero dei consensi. Che invece il Cavaliere ha coagulato battendo e ribattendo su tre temi di grossolana evidenza (sicurezza, tasse e promesse di un futuro roseo). Ed il messaggio è penetrato con la spinta dell’impero mediatico di Berlusconi. Resta il fatto che grazie a Walter Veltroni è stata iniziata una rivoluzione politica che ha semplificato il quadro parlamentare. E di questo gli italiani (ammesso che ne abbiano consapevolezza) dovrebbero essere grati a Lei per quanto ha fatto in pochi mesi. Come dimostrano le elezioni per il sindaco di Roma, il pendolo si è spostato tutto a destra. Tocca Voi adesso ristabilire le condizioni per una alternanza. E questo sarà possibile solo se Lei ed i suoi collaboratori vi renderete conto che non si può affrontare mediaticamente con un temperino chi maneggia lo spadone a due mani. Questo è stato purtroppo il limite di coloro che hanno gestito l’immagine del professor Prodi che ha inventato anni fa il PD. Per quanto la riguarda non Le chiedo di sbracarsi in contesti da rissa borgatara. Ma di scegliere messaggi semplici e chiari. E farli arrivare a destinazione con energia. Il centro sinistra ha bisogno di poderosi ricostituenti e di dosi massicce di vitamine mediatiche perché è ammosciato. Ma soprattutto ha bisogno di autoconvinzione.

Con molta stima

Washington DC

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