“Italia chiama Italia” a colloquio con Mirko Tremaglia
“Che Alemanno abbia vinto a Roma è un fatto eccezionale”. “L’elezione di Fini a presidente della Camera mi ha dato un’emozione che non ho mai provato”. E sul voto estero: “C’è una mia proposta di legge che dice che la residenza all’estero, per poter essere candidati, bisogna averla almeno da cinque anni. L’ho presentata nella scorsa legislatura, verrà ripresentata in questa”
ROMA – Mirko Tremaglia è l’unico, vero padre del voto all’estero. E’ stato lui a cambiare la costituzione, a “distribuire democrazia” – sono parole sue – in tutto il mondo. Ora si apre una nuova stagione per l’Italia, che torna ad essere governata da Silvio Berlusconi e dal Popolo della Libertà.
Un vento di vittoria che soffia in favore del centrodestra. Dopo la stragrande vittoria di Berlusconi a livello nazionale, Gianni Alemanno è uscito vittorioso dal tanto atteso ballottaggio romano. Roma ha quindi, per la prima volta nella storia, un sindaco di Alleanza Nazionale.
Ministro Tremaglia, un suo commento sull’elezione a sindaco di Roma di Gianni Alemanno.
E’ un fatto straordinario, direi di dimensione veramente eccezionale. Essere alla guida di Roma, capitale d’Italia, che simboleggia tutto quello che riguarda la nostra Patria, in termini di valori, prestigio, in termini direi dello stato italiano nel mondo – Roma caput mundi – è straordinario. Ripeto, che Alemanno abbia vinto è un fatto eccezionale. Dopo la vittoria delle politiche, ora Roma. Questo è un fatto unico, mai capitato nella nostra storia di partito e movimento politico. Questo ha per noi un significato certamente di immensa soddisfazione, di grande responsabilità, è un segno fortissimo, eccezionale per l’avvenire. Alemanno è stato bravissimo, nessuno o pochi ci speravano. Invece lui è riuscito a vincere, soprattutto con un grande distacco, che è quello che c’è fra i partiti e la partitocrazia. Ora c’è la necessità di salvare non solo la città, ma il prestigio di Roma in Italia e nel mondo. Siamo in una situazione di altissima capacità di fare e di altissima responsabilità.
E dopo Alemanno, grande vittoria e soddisfazione anche per Gianfranco Fini, eletto presidente della Camera.
Vivo la camera dei deputati da tanti anni, dal 1972. Pensare in tutti questi anni a tutto il lavoro fatto, tutte le legislazioni difficili che abbiamo dovuto affrontare… La giornata di oggi (ieri per chi legge, ndr), con l’elezione di Fini a presidente della Camera, mi ha dato un’emozione che non ho mai provato. C’è anche stato il fatto che Fini ha citato gli italiani all’estero, nel suo discorso. E questo è un grande premio, che io mi prendo, perché me lo consente la mia vita politica e l’eccezionale battaglia che io, noi, abbiamo fatto negli anni, cambiando addirittura due volte la Costituzione. Molti fanno finta di dimenticarlo, ma cambiare la Costituzione due volte, e in chiave di democrazia assoluta, vuol dire tanto. Ho creato la circoscrizione estero e dato il voto agli italiani nel mondo, che tanto hanno fatto e tanto fanno per l’Italia e per il mondo intero. Oggi non sono più quelli della valigia di cartone. Oggi sono una grande ricchezza. Sul piano politico questo fatto di fare votare i connazionali vuole dire mettere in moto tutta quanta una politica che era dimenticata, perché gli italiani nel mondo sono tre, quattro milioni, ma sono 60milioni le persone di origine italiana nel mondo. Oggi entrano per la seconda volta nelle amministrazioni dello stato, e noi consideriamo questo fatto eccezionale. Dobbiamo da adesso in poi fare politica insieme agli italiani nel mondo. Ho già presentato una proposta di legge per l’istituzione della Commissione Bicamerale per gli italiani all’estero: ci sono le firme di tanti deputati, in maniera trasversale. La proposta è stata presentata il 29 aprile 2008. Iniziativa del deputato Tremaglia, firmata da Angeli, Di Biagio, Razzi, Picchi, Merlo, Narducci, Bucchino… Se ne aggiungeranno altri. E’ un fatto di grandissima importanza. Tutto questo per dire che provo grande emozione e grande gioia per l’elezione di Fini a presidente della Camera, anche perché ha ricordato gli italiani nel mondo e il voto all’estero.
Onorevole, ha avuto il coraggio di dire che la sua legge va migliorata. Ne è davvero convinto? I seggi potranno essere una reale e fattibile soluzione?
Sì, ne sono convinto. Bisogna presentare le modifiche della mia legge, che ha avuto il grande pregio di distribuire democrazia. Ci sono modifiche da fare: l’Aire, prima di tutto. Già la prima volta, nel 2006, ci sono stati circa 200mila italiani che avevano diritto di votare, ma non hanno potuto farlo per un errore di indirizzo. Nemmeno in questa seconda tornata elettorale è stato fatto nulla in questo senso. Un fatto molto grave, che non può essere tollerato. I comuni facciano il loro lavoro. Se non lo fanno, dovremo fare le elezioni con l’anagrafe del ministero degli Esteri. Questo è un punto. Poi c’è quello che riguarda la segretezza del voto: bisogna modificare le cose in modo che gli italiani all’estero possano votare presso consolati e ambasciate, e in tutte quelle attrezzature che il Mae potrà mettere a disposizione. Anche il voto per posta sarà da rivedere.
E lo scrutinio, si farebbe sempre a Castelnuovo di Porto, oppure lei la vede diversamente?
Credo sia meglio farlo sempre qui in Italia, ma migliorare tutto ciò che anche lì non ha funzionato.
Una delle cose non chiare nella legge è quella dell‘iscrizione all’Aire: secondo la legge Tremaglia, appunto, può essere candidato all’estero anche chi è ufficialmente e legalmente residente all’estero solo da pochi giorni, o da pochi mesi. Non è un controsenso? Non pensa ci vorrebbe un minimo di tempo di residenza oltre confine per poter dire di essere un vero italiano all’estero e potersi candidare?
Bisogna correggere anche questo punto. C’è una mia proposta di legge che dice che la residenza all’estero, per poter essere candidati, bisogna averla almeno da cinque anni. L’ho presentata nella scorsa legislatura, verrà ripresentata in questa. Abbiamo vinto la battaglia del voto: ora dobbiamo pensare alla difesa del voto.
L’On .Di Biagio ha dichiarato recentemente in una intervista che sta preparando una petizione da far firmare a tutti gli eletti all’estero, per presentarla a Berlusconi. In quella petizione, si chiederà che il prossimo viceministro degli italiani nel mondo sia uno degli eletti all’estero. Lei che dice?
Io dico che bisogna cancellare la legge Prodi, e far ritornare il ministro degli italiani nel mondo. Un ministro che abbia quella qualifica così come l’avevamo allora.
Pensa sia fattibile?
Berlusconi lo ha promesso in una sua lettera agli italiani nel mondo. Un ministro senza portafoglio, come ero io anni fa. Di Biagio forse è stato male interpretato. Noi dobbiamo fare la battaglia per ottenere il ministro senza portafoglio, specialmente ora che esistono in parlamento rappresentanti degli italiani all’estero, noi dobbiamo avere questa possibilità di essere interpreti di tutte le necessità dei nostri connazionali. Quando ero ministro, ho chiamato un giorno il presidente dell’Alitalia, e gli ho detto: perché deve chiudere le rotte per Los Angeles, per il Sud Africa, per l’Australia? Io faccio avere agli italiani all’estero una tessera firmata dal console, e lei li fa partire da tutte le parti del mondo con uno sconto. Così creiamo un turismo di ritorno eccezionale, un turismo che porterebbe in Italia persone e denaro. “Ah, non ci avevo pensato”, mi ha risposto allora il presidente Alitalia.
Ottima questa proposta del turismo di ritorno. Riproporrà la carta di sconto per gli italiani nel mondo, in questa legislatura?
Certamente, riprenderemo il discorso. Se mettiamo in atto la Commissione Bicamerale, noi con quella possiamo affrontare tutti questi problemi, perché la Commissione sarà destinata ad affrontare tutti questi problemi degli italiani all’estero. Se no, gli eletti all’estero saranno in condizioni difficili per operare.
Lei è anche segretario generale del Comitato Tricolore degli Italiani nel Mondo. Il Ctim andrà avanti?
Certo, il Ctim è dal 1968 che lavora in tutto il mondo, e ha creato in tutto il mondo una rete. I Ctim nel mondo sono di grande importanza, sono le nostre antenne e i punti di consultazione permanenti con la nostra gente in ogni parte del mondo. Sono certo che in questa legislatura avremo la possibilità di fare molto. Un giorno facciamo una bella intervista sul Ctim, le spiegherò tutto.
La faremo, ministro. E’ una promessa. (Ricky Filosa-Gente d’Italia/Italia chiama Italia)