LA PRIMA CRISI DI GIANNI LETTA: FORSE IL CAVALIERE COMINCIA A RIBELLARSI AI SUOI TUTORI

(La Velina Azzurra) – La vulgata giornalistica sostiene che il vice premierato di Calderoli è stato annullato per non imprimere al Governo l’immagine della Lega Nord. Non è vero, ci risulta che il problema fosse un altro, molto importante. Berlusconi aveva promesso in varie stanze e certamente anche a Napolitano che Gianni Letta sarebbe stato promosso al rango superiore di vice premier unico, per accreditare ulteriormente la sua immagine di presunta riserva della Repubblica. All’inizio sembrava che dovesse andare proprio così. E’ stata la Lega a bloccare questa nuova figura di alter ego del Cavaliere che avrebbe alterato l’equilibrio del governo e oscurato la stessa autorità del premier. La candidatura di Calderoli a vice premier associato aveva solo lo scopo di moderare le ambizioni e controllare le future mosse di Letta. Chi di quest’ultimo conosce la capacità di intercettare e spegnere le decisioni ha realizzato subito quale potere di interdizione si sarebbe concentrato nelle sue mani.

Ma l’eminenza azzurrina, evidentemente sostenuto da qualcuno, ha alzato la posta, chiedendo anche la poltrona di ministro dell’interno oltre al vice premierato. E la Lega ha replicato riservando il Viminale per Roberto Maroni. Per Gianni Letta si delineava un brusco ridimensionamento che Berlusconi, coperto dalle necessità del rapporto con Umberto Bossi, non pareva troppo preoccupato di impedire. E qui, tra pochissimi addetti ai lavori, si apriva uno scenario inedito: l’impressione non di un dissenso tra il Cavaliere e la Lega -come la stampa ovviamente sosteneva- ma una crisi di saturazione nel rapporto tra il futuro premier con il fido mandarino incamminato verso mete troppo alte.

Solo quando Gianni Letta si è trovato pallidamente nudo davanti alle ragioni della politica, dopo una visita di entrambi a Napolitano il Cavaliere ha risparmiato una peggiore mortificazione al suo ingombrante luogotenente, convincendo Roberto Calderoli a mollare il vice premierato, e aumentando in cambio i ministeri della Lega. Quindi Letta tornerà a fare solo il sottosegretario, come 14 anni fa nel primo governo di centro-destra. Niente di più. Un sottosegretario con pretese bipartisan, mai presentato e mai eletto in un’elezione politica: l’uomo delle mediazioni e dei compromessi con l’establishment, che finora aveva goduto della piena fiducia di Berlusconi.

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