La vendetta del Cavaliere

di MARCO BASTI

Il fumo avvolge Buenos Aires e dintorni a causa degli incendi di campi a pochi chilometri dalla capitale argentina. Un fumo non meno denso, avvolge i risultati delle elezioni italiane nella Circoscrizione Estero, ufficialmente ancora non definitivi, alla chiusura di questa edizione. Infatti, mancano ancora da scrutinare o da controllare o da vedere cosa succede, in 12 sezioni alla Camera (su quasi quattrocento) e undici al Senato (su quasi trecento) nella Ripartizione America Meridionale. Oltre alle denunce fatte a suo tempo dal vincitore a sorpresa del primo seggio al Senato, Esteban Caselli, ci sono state altre dichiarazioni su quello stesso episodio della responsabile del PdL per gli italiani all’estero Barbara Contini e del candidato a deputato della stessa coalizione Carmelo Pintabona, così come altre richieste di chiarimento sulle 120mila schede o buste trovate in un magazzino di Andreani, da parte del responsabile del Partito Democratico per gli italiani all’estero Maurizio Chiocchetti. A tutti hanno risposto Consolato, Ambasciata e infine la Farnesina, assicurando che tutto era stato verificato, che c’erano severi controlli e che non c’erano problemi.

A Castelnuovo di Porto, sono state aperte sacche, secondo quanto denunciato dall’AISA, la lista dell’Associazionismo, che contenevano centinaia di schede col nome del candidato vincente, scritte tutte con la stessa calligrafia. Altri, come la candidata del Pd Maria Rosa Arona, hanno denunciato la presenza di schede apparentemente diverse da quelle ufficiali. Ci sono poi le voci, che circolano incontrollate, anche se nessuno si assume la responsabilità di una denuncia formale, su presunte compravendite di pacchi di schede, di sacche bruciate (forse per questo il fumo!) e sostituite, di schede offerte a sei euro o a venti pesos l’una, di promesse di assegno sociale in Italia, con viaggio incluso, in cambio di un voto. A girare nella collettività, sembra che tutti sappiano, ma poi quando si chiedono precisazioni, non si trova la gente disposta a parlare.

In definitiva, c’è qualcosa di più di una sensazione sul fatto che qualcosa è successo (anche perché persino candidati della lista del PdL si dicono molto sorpresi dei risultati), ma sembra evidente che i risultati non cambieranno. “Il nuovo governo farà qualcosa perché non si ripetano queste sorprese, ma questi risultati saranno definitivi”, sosteneva un importante dirigente di Buenos Aires che era stato tentato dal PdL per essere candidato, ma che aveva preferito declinare l’invito.

Ecco, l’importante è che sia cambiata la legge del voto per corrispondenza, perché, anche se non fossero vere le denunce di brogli, essa ha dimostrato i suoi limiti molto rilevanti. Come scrivevamo la settimana scorsa, è meglio assicurare la certezza e la trasparenza del voto degli italiani all’estero, anche a discapito della quantità di votanti, ammesso che fossero molti quelli non disposti a spostarsi nelle sedi consolari o in altri posti dove potrebbero essere allestiti dei seggi per votare.

D’altra parte ammesso che quelli annunciati siano i risultati definitivi, si può fare una prima analisi del nostro voto. Al di là della sorpresa Caselli, c’è il dato della notevole conferma di Merlo. Il dirigente del MAIE, ha dimostrato la sua grande capacità strategica per affrontare le elezioni. Ha saputo fare una lista nella quale sono stati presenti dirigenti che già in passato avevano provato di saper raccogliere voti, perché evidentemente inseriti nel tessuto della collettività. Ha saputo dosare esperienza, nomi nuovi, provenienza da diverse aree e distribuzione dei candidati nel territorio della Ripartizione, laddove ci sono più voti. Oltre all’evidente sfida all'altro settore dell’Associazionismo, Merlo ha sfidato – e vinto la sfida – il Pd, conquistando, il primo posto nella graduatoria generale dei voti della ripartizione per la Camera e il secondo per il Senato.

D’altra parte va sottolineato il fatto che questa volta saranno quattro su cinque i parlamentari eletti nella Ripartizione America Meridionale, che risiedono in Argentina. C’è la realtà della comunità dell’Argentina che è la più numerosa del continente (che dimostra grande interesse alla partecipazione), ma in prospettiva l’assenza di esponenti delle altre comunità potrebbe rivelarsi un problema.

Grande sconfitta è stata la vincitrice di due anni fa, la lista Associazioni Italiane in Sud America. Al di là degli eventuali danni provocati dai presunti brogli, non si può nascondere che una caduta di oltre il cinquanta per cento delle preferenze, deve avere altre ragioni. Così come la strategia del MAIE è stata brillante, quella dell’AISA è stata deludente. Infatti, se la prima ha un leader, ma ha saputo mostrare gioco di squadra, l’AISA non ha saputo mostrarsi tale e il sen. Pallaro è stato facile bersaglio dei candidati avversari, nonostante la sua attività a Palazzo Madama, sia stata determinante per ottenere i finanziamenti per l’assistenza, per il programma di assistenza sanitaria e per l’aumento del personale nei Consolati, tra le altre cose.

Sembra però certo che l’AISA non era preparata per queste elezioni e soprattuto non era preparata per affrontare la sfida dei partiti italiani. Quando due anni fa vinse le elezioni, ci furono molti commenti, in gran parte sfavorevoli, da parte dei media legati alla politica italiana. E mentre il centrosinistra che non amava Pallaro, raggiungeva un accordo con lui per assicurarsi la sopravvivenza, la destra che aveva sognato di vincere le elezioni all’estero ed era stata sconfitta proprio dall’altra Italia, puntava ad averlo alleato, per far cadere il governo Prodi. Pallaro è rimasto fedele alla parola impegnata e il PdL sembra aver deciso che l’AISA era la forza da battere nella Ripartizione America Meridionale. Lo ha fatto su tutta la linea, perché la vittoria è stata ottenuta con un candidato che non conosce le Associazioni, vincendo proprio nei Paesi che nel 2006 avevano dato la vittoria a Pallaro.

Il risultato dell’AISA, frutto di una strategia sbagliata, non può mettere però in ombra il fatto che l’Associazionismo continua ad essere la realtà di rappresentanza più importante delle comunità italiane residenti nell’America del Sud. E la realtà della sconfitta dell’Aisa e del sen. Pallaro, dolorosa per lui e per le migliaia di votanti che lo hanno sostenuto, non può cancellare il fatto che se l’Associazionismo continua ad essere la principale forza di rappresentanza delle nostre comunità, lo si deve al lavoro svolto negli ultimi 40 anni, in primo luogo da Luigi Pallaro.

Tante volte i giornali hanno scritto che Berlusconi aveva tentato senza risultato Pallaro perché abbandonasse Prodi. Questa volta ha puntato ad assicurarsi il seggio che fu di Pallaro e ha messo in crisi un settore dell’Associazionismo, che ora dovrà dibattere sul suo futuro.

“La vendetta è un piatto che va servito freddo”, sostengono – dicono – i cinesi. Forse il Cavaliere sta assaggiando questo piatto.

marcobasti@tribunaitaliana.com.ar

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