Ogni settore della nostra Italia è compromesso

di Alessandro Prearo, aleinternazionale@yahoo.it

Caro Beppe,
sono un giovane Italian di 29 anni, laurea, master, 2 anni negli USA e 2 in Spagna. Vivo, anzi sopravvivo, guardando il mio paese lentamente morire di un cancro che sembra non lasciare nessuna speranza. La metastasi è più totale: nessun chirurgo lo opererebbe, direbbe: “portatelo a casa, che passi almeno gli ultimi giorni con i suoi cari”. Da dove potremmo mai cominciare a rialzarci quando ogni settore della nostra Italia è compromesso? L'università regalata a professori amici, altezzosi, spesso indolenti se non incapaci, in aule con attrezzature medioevali, ho frequentato la SDSU, che non è nemmeno tra le migliori università USA e so di cosa parlo. Il lavoro, che concede 800 euro al mese ai laureati, contratto “domani vedremo…”, tasso di soddisfazione zero. Un apparato giudiziario appositamente rovinato dai politici per non finirci invischiati, giudici e PM schierati, processi ventennali e mafiosi e pedofili a piede libero (se non in parlamento). Il Toto-sanità: se sei veneto o lombardo fai 13, se sei siciliano o calabrese fai 0. Un apparato statale acchiappavoti: più forestali che alberi, enti inutili a scelta, ma in Campania si muore di immondizia, e si tirano i sassi agli agenti che arrestano i camorristi. Il Parlamento come epicentro dello schifo, 1000 (facciamo ridere) bamboccioni che posano il loro regale didietro su dorati scranni che ormai si tramandano da padre in figlio. L'unica tassa che manca è lo Ius Primae Noctis, per il resto lo stato è nostro socio al 50 o 60%, solo quando va bene però. E se volessimo scappare? Meglio non usare il treno a rischio zecche e a ritardo garantito, ma neanche l'aereo a meno che non si voglia adottare un pilota Alitalia. Sai Beppe? Piangendo spero che il cancro faccia in fretta il suo dovere, credo nella reincarnazione, forse il putrido ratto che ci lasceremmo alle spalle rinascerebbe farfalla. Nell'attesa io me ne vado. La vita è troppo breve per sprecarla sperando nei miracoli.

Alessandro Prearo, aleinternazionale@yahoo.it

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