La globalizzazione è una politica del lavoro: svalorizzarlo per aumentare i profitti

di Giorgio Sbordoni

Alla vigilia delle elezioni politiche e a pochi giorni dall’approvazione del decreto legge sul testo unico sulla sicurezza sul lavoro, parliamo di diritti del lavoro, precarietà, morti bianche e globalizzazione con Luciano Gallino, Professore ordinario di Sociologia presso la Facoltà di Scienze della Formazione di Torino, uno dei massimi esperti italiani sui temi del lavoro.
Professor Gallino, che momento stanno vivendo i lavoratori italiani?
Come in tutta l’Europa Occidentale, anche in Italia esiste una legislazione sul diritto del lavoro che assicura alcuni diritti fondamentali: rappresentanza dei lavoratori, condizioni di lavoro, sicurezza. Queste condizioni, adesso, sono sotto pressione, perché si vuole ridurre l’incidenza del costo salariale sul prodotto. Per farlo si cercano lavoratori che costano meno e forme di assunzione instabili. E’ un fenomeno dettato da quello che è l’andamento della produzione su scala mondiale.
Quindi la colpa è della globalizzazione?
La globalizzazione non è qualcosa di esterno e lontano che ci capita addosso, così come molti, anche certa sinistra, pensano. In realtà è, essa stessa, una grande politica del lavoro. Andare a produrre là dove non ci sono diritti, non ci sono sindacati, i salari sono minimi, è una scelta delle stesse imprese europee e americane. Se si vogliono avere prodotti a basso costo, che possano competere con i costi dei grandi mercati asiatici, bisogna andare a toccare le condizioni del lavoro.

La drammatica conta delle morti bianche è legata alla precarietà?
Sicurezza significa formazione del lavoro. Significa predisporre tutta una serie di provvedimenti e di misure atti a proteggere i lavoratori. Dunque, la sicurezza richiede investimenti da parte delle imprese. Ma se la maggior parte degli operai è assunta con contratti precari, viene meno l’incentivo alla sicurezza: perché un’impresa dovrebbe spendere in formazione e sicurezza per un lavoratore che da lì a poco tempo, tre mesi, sei mesi, non lavorerà più con quell’impresa?
Cosa pensa del programma della Sinistra l’Arcobaleno su questi temi?
Ho letto attentamente la parte del programma che riguarda il lavoro e a cui hanno partecipato diversi esperti e giuslavoristi. E’ molto interessante e presenta una serie di misure molto efficaci. E’ di fondamentale importanza il contrasto risoluto al finto lavoro autonomo: la legge 30 ha ripreso molte cose del vecchio pacchetto di legge e dà molto spazio ai contratti a progetto, il finto lavoro autonomo, appunto, che non prevedono ferie retribuite, malattia, maternità e tutte quelle forme di integrazione che dovrebbero essere tutelate. In Italia, invece, bisognerebbe passare dal finto lavoro autonomo al lavoro a tempo indeterminato.
ulla sicurezza, la Sinistra l’Arcobaleno va nella direzione di accelerare l’attuazione della nuova legge, che è una delle cose migliori fatte da questo governo. Il decreto legge che ha approvato il testo unico, per esempio, è un passo importante, compiuto nella giusta direzione. Ma ci vorrà tempo per attuarlo. E ci sono cose che andrebbero corrette: mentre insiste molto sulla penalità non dice abbastanza su formazione, controlli, verifiche. Bene punire chi non si adegua, ma meglio prevenire, evitando che gli incidenti accadano.(sin-dem.it)

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