E chi non conosce il prof. Giuseppe De Rita, il presidente del Censis che da almeno 25 anni tenta di analizzare quel che davvero c’è sotto la pelle della politica e della società italiana? Del suo istituto sono i sondaggi, interi libroni, che ogni anno cercano di scandagliare e poi di interpretare le dinamiche di un Paese che, nella sua natura e nei suoi fenomeni, ha sempre avuto qualcosa di indecifrabile. Fece storia la sua definizione di un’Italia “a pelle di leopardo”, cioè di un mix di regioni e di identità che spesso nemmeno si riconoscono fra loro. È anche vero però che il professore si è sempre ben guardato dall’esprimere, a consuntivo dei suoi sondaggi, opinioni politiche che fossero nette e circoncise. E, difatti, egli ha tirato le orecchie a tutti i partiti ma sempre con garbo, in modo che la porta del dialogo restasse socchiusa in ogni direzione. Ma questo fino a ieri, perché oggi il professore, in un’intervista concessa al “Quotidiano nazionale”, ha deciso, invece, di uscire dal suo più che collaudato equilibrismo – un colpo alla botte e un altro al cerchio, in modo da non farsi veramente nemico mai nessuno – togliendo letteralmente la pelle a Walter Veltroni e alle liste del Partito Democratico. E cosa c’è, in queste liste veltroniane, che non va? Il prof. non avrebbe potuto essere più brutale: “Sono, dice, un brodo senza identità”. E all’intervistatore che lo incalza su questo concetto risponde così: “Guardi i candidati: la ragazzina, l’imprenditore, l’operaio, la segretaria, l’intellettuale… C’è tutto nella speranza di rappresentare ciascuno. Siamo – ed è un’altra stilettata – al trionfo dell’indistinto e credo che il calcolo di chi ha messo a punto le liste possa scontrarsi con un’oggettiva difficoltà di identificazione da parte dell’elettore”. Il quale, chiede l’intervistatore, può anche sentirsi preso in giro, no? Risposta lapidaria: “Il rischio c’è. Del resto mi pare chiaro che tutti i potenziali candidati di valore portatori di un’identità precisa abbiano preferito non prestarsi al gioco. Come avrà notato che il mondo cattolico è rappresentato da figure di secondo piano”. E della candidatura con il Pd dell’ex presidente di Federmeccanica, Calearo, cosa pensa il professore? Risposta: “È una candidatura non credibile, e infatti mi risulta che appaia incomprensibile anche agli occhi dei triveneti”. Eh sì che il professore dal ceppo sempre equidistante, ha fatto questa volta proprio outing!