L’UNSA proclama lo stato di agitazione nel ministero degli affari esteri

Al Coordinamento Centrale dell’UNSA/ESTERI A tutti gli iscritti UNSA del Ministero degli Affari Esteri Loro Sedi

Il Ministero degli Affari Esteri si rifiuta sistematicamente di affrontare e risolvere le problematiche strutturali delle diverse categorie di personale. Inoltre non vuole adottare le misure necessarie per impostare una riforma dell’ordinamento del personale che garantisca la parità di diritti, la tutela economica minima, la promozione e progressione del personale a contratto, la riqualificazione del medesimo. A sei mesi dalla stipula dell’ultimo Contratto Collettivo del Comparto Ministeri, la nostra Amministrazione non ha ancora capito come classificare il personale a contratto sulla base della nuova normativa; certamente non intendiamo accettare interpretazioni limitative o addirittura peggiorative del CCNL 2007. Le richieste di adeguamento retributivo del personale a contratto sono determinate dalla DGRO sulla base delle ormai note “tabelle”, le quali fanno riferimento ai salari corrisposti localmente dalle altre rappresentanze straniere con un sistema che rasenta l’assurdo. E’ infatti noto che le rappresentanze degli altri Stati, anche per motivi fiscali, dichiarano importi inferiori a quelli effettivamente corrisposti al proprio personale. L’impalcatura del sistema retributivo dei dipendenti a contratto, che esclude a priori la negoziazione fra le parti, si sostiene quindi su di un' impudente simulazione. In questo contesto il MAE pare essersi totalmente dimenticato di un aspetto determinante: la finalità primaria di detto sistema dovrebbe consentire l’assunzione “degli elementi più qualificati”. L’Amministrazione continua a rimandare il rinnovo del Protocollo d’ Intesa sui passaggi interni e non si pronuncia sulla ormai fondamentale riqualificazione del personale. Questa è un’ altra incredibile simulazione! Tutti sanno che al MAE un ex B1 (purtroppo questa è la definizione più consona alla situazione amministrativo-giuridica in atto ) svolge, a dir poco, il lavoro di un ex B2. L’ex B2, a sua volta, espleta mansioni di concetto e l’ ex B3 mansioni riconducibili all’ ex profilo dei “C”. Ciononostante il vertice del MAE continua in forma pervicace a negare l’evidenza, perpetuando una disuguaglianza ormai insostenibile.
Alle più che giustificate richieste da parte sindacale l’Amministrazione ha finora risposto lamentando mancanza di finanziamenti e pretendendo di sopperire a tali carenze pecuniarie con la chiusura indiscriminata di sedi all’estero. Le chiusure paventate o già messe in atto comportano il risparmio di qualche centinaio di migliaia di euro, quindi di gran lunga inferiori alle centinaia di migliaia di euro spesi per affrontare vertenze legali nei diversi Paesi, vertenze che nascono a causa della mancata 2/2
ottemperanza alle norme locali che regolano i rapporti di lavoro; tutto ciò grazie alla stupefacente genialità degli architetti del DL 103/2000. Questo decreto, tristemente celebre, che avrebbe dovuto “uniformare” le tipologie contrattuali ha creato contrariamente un enorme caos giuridico, tamponato dal nostro Ministero, che ne paga le cause perse in partenza. Il risultato netto della situazione venutasi a creare è che i risparmi vengono chiesti ai lavoratori e si penalizzano i nostri connazionali all’estero, con la chiusura delle sedi. Questa O.S. ha più volte segnalato al Segretario Generale della Farnesina che il nostro Stato investe, e male, somme insignificanti nella rete all’estero. Dette somme sono assai inferiori a quelle preventivate da ben più modesti partners comunitari. La Direzione del Coordinamento Esteri dell’UNSA ha più volte fatto sapere al Direttore Generale del Personale che la pazienza dei dipendenti è finita, che le promesse inevase e tramandate dalle successive gestioni politiche e amministrative, dai tempi della stipula del Protocollo di intesa del 2001 ad oggi, non sono più sufficienti. LA PAZIENZA E’ FINITA, ORA VOGLIAMO I FATTI ! Al presente messaggio troverete acclusa la dichiarazione dello stato di agitazione. In considerazione della particolarità del momento, sarà nostra cura aggiornare dettagliatamente tutti gli iscritti sull’evolversi della situazione. Con comunicati ad hoc vi informeremo altresì sulla vergognosa e gravissima situazione venutasi a creare negli Stati Uniti e renderemo pubblici i fatti avvenuti nell’ Istituto di Cultura di Monaco di Baviera. Teniamo a sottolineare che lo stato di agitazione non è una semplice manifestazione d’ irritazione. Esso è il primo passo che ci consente di adire azioni di lotta più incisive. Qualora non vi fosse infatti una risposta positiva nei termini di legge, questo Coordinamento promuoverà la proclamazione dello sciopero al Ministero degli Affari Esteri.

L’UNSA ESTERI RITIENE L’AMMINISTRAZIONE RESPONSABILE DELL' ATTUALE CONFLITTUALITA’ E SI IMPEGNA – CON L’APPOGGIO DI TUTTI GLI ISCRITTI E SIMPATIZZANTI – AD AGIRE CON LA MASSIMA DECISIONE, PER RIFORMARE UN’ARTICOLAZIONE DEI RAPPORTI DI LAVORO ATTUALMENTE INGIUSTA, ANACRONISTICA ED INEFFICIENTE. Roma 8 marzo 2008 LA DIREZIONE NAZIONALE CONFSAL/UNSA-ESTERI

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