Presentazione del libro la zona grigia

Al Castello medievale di Naro è stato presentato il libro “La zona grigia. Professionisti al servizio della mafia” di Nino Amadore, giornalista de “Il Sole 24 Ore”.
La presentazione del libro, organizzata dall’Assostampa e patrocinata dal comune di Naro, ha visto la presenza degli alunni dell'Istituto Tecnico Commerciale “Gino Zappa” e dei rappresentanti del parlamentino della legalità istituito presso lo stesso ITC di Naro.
I lavori, introdotti dal vice segretario Assostampa Enzo Gallo coordinati dal segretario provinciale del sindacato Nino Randisi.
Il sindaco on. Maria Grazia Brandara è intervenuto anche per portare il saluto dell’amministrazione comunale. Presenti il presidente dell'Ordine dei Giornalisti Franco Nicastro, il presidente dell' Unione degli Industriali, Giuseppe Catanzaro, il giornalista Franco Castaldo e lo stesso Nino Amadore.
“L'evento – afferma il sindaco on. Maria Grazia Brandara – assume maggiore importanza perché cade proprio a pochissimi giorni di distanza delle lodevoli iniziative intraprese dall’Unione Industriali di Agrigento per la costituzione parte civile degli imprenditori nei processi di mafia per estorsione e danni alle imprese”.
“E’ ormai venuto il tempo della massima trasparenza – aggiunge il sindaco – non ci possono essere zone grigie nel mondo dell’impresa e delle professioni”.

Il LIBRO – Gli imprenditori siciliani hanno integrato il codice etico con indicazioni precise di non collaborazione con le cosche, di obbligo di denuncia per le richieste del racket. Una strada che dovrebbe essere seguita anche dagli Ordini professionali vista la mole di soggetti coinvolti in inchieste di mafia e spesso condannati. Commercialisti, avvocati, ragionieri, architetti, ingegneri, medici e così via coinvolti in inchieste di mafia, condannati e spesso rimasti al loro posto a presiedere i loro ben avviati studi professionali. Sono loro i rappresentanti della Società civile cui si è rivolto anche il presidente della Repubblica recentemente, con un appello alla solidarietà antimafia, che però non hanno fiatato. I rapporti dei liberi professionisti con la mafia, quell’intreccio diabolico che ormai va sotto il nome di “zona grigia”. Insomma le collusioni, penalmente rilevanti o meno, sono l’oggetto di indagine del libro “La zona grigia, professionisti al servizio della mafia” scritto dal giornalista del Sole 24Ore Nino Amadore ed edito dalla casa editrice palermitana La Zisa (www.lazisa.it). Il tentativo dell’autore è quello di cogliere i contorni delle collusioni, di capire quali e quanti professionisti sono stati censurati dai rispettivi Ordini professionali per conclamati rapporti con Cosa nostra. E si scopre che i medici, nel solco di una tradizione che porta al capomafia corleonese Michele Navarra, hanno più di tutti fornito i quadri dirigenti a Cosa nostra: basti pensare al boss Giuseppe Guttadauro, medico divenuto capo del mandamento mafioso di Brancaccio, quello dei fratelli Graviano mandanti dell’omicidio di don Pino Puglisi. Ma non mancano poi le storie di avvocati, commercialisti, ingegneri, architetti. Insomma quel mondo che ha dato e spesso dà sostegno alle varie mafie nel nostro Paese. Quel mondo che, attraverso il supporto tecnico, assicura ai boss spesso ignoranti solide vie per riciclare il denaro proveniente da estorsioni, traffico di droga e altre attività criminali. Temi ancora di recente sollevati nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario e ribaditi più volte dal capo della Direzione nazionale antimafia Pietro Grasso. Ma i numeri, per capire la qualità delle collusioni, non ci sono. Non li ha la Direzione nazionale antimafia , non li ha la commissione parlamentare Antimafia. Li ha forniti e li fornisce lo stesso Amadore: in Sicilia in dieci anni sono stati almeno 400 i professionisti finiti nei guai per aver avuto contatti con la mafia.
“Il mio – spiega l’autore – è un tentativo: quello di disegnare i confini di questa zona grigia, di quantificare il fenomeno, di individuare le responsabilità”. Responsabilità che, in tema di lotta alla mafia, ci sono e sono evidenti: sono quelle degli Ordini professionali i quali finora, a differenza di quanto fatto dagli imprenditori, si sono interrogati poco sulla necessità di prendere una posizione netta contro il crimine organizzato. “Gli Ordini – continua Amadore – hanno un ruolo importante nella nostra società. Ecco perché io credo che una condanna chiara senza equivoci della mafia, che abbia magari un riscontro nei codici deontologici , potrebbe avere un effetto rivoluzionario. E impedire, per esempio, che un commercialista sospettato di aver riciclato il denaro di una cosca possa dire: mica posso chiedere la fedina penale ai miei clienti”.

Ufficio stampa La Zisa
via Marchese Di Villabianca, 120 – 90143 Palermo (Italia)

web: www.lazisa.it

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