L’IDENTITA’ DEL P.D.L. (E DINTORNI)

Sul numero scorso del PUNTO ho cercato di fare alcune riflessioni sulla nascita del POPOLO DELLE LIBERTA’ ricevendo più di 200 mail di commento alle quali ho risposto una per una. Nelle prime ore sono arrivate mail soprattutto di critica alla scelta di Fini e Berlusconi ed inviatemi per lo più da persone che conosco, dirigenti o militanti di AN. E’ invece iniziato poi un sorprendente flusso sempre più rilevante di adesioni al progetto, a volte contenendo alcune critiche, ma con un sostanziale apprezzamento. L’impressione è stata che – dopo un momento di sbandamento, soprattutto di chi è organico in un partito (e che quindi è comprensibilmente più restio ad abbandonare il “suo” simbolo e la “sua” specifica scelta) – la grande maggioranza dei lettori abbia però compreso e accettato il messaggio di Berlusconi e Fini, in più di 150 mail delle 200 ricevute. Lo stesso dato l’ho colto venerdì sera a Verbania nel corso di una affollatissima riunione dove avevo iniziato il mio intervento facendo notare non solo che quella era la più affollata assemblea mai tenuta da AN nella nostra città, ma che non conoscevo oltre metà dei presenti, persone che – evidentemente – non avevano mai prima partecipato ad una riunione di partito. CONFERMO LA MIA IMPRESSIONE: LA GENTE E’ PIU’ AVANTI DEI PARTITI E CERCA NOVITA’, semplificazioni politiche, chiarezza, responsabilità, risparmi da parte della “Casta” che altrimenti non è più sopportabile. Ho già spiegato i meccanismi degli “apparentamenti” e come ci sia oggi la fondata probabilità che il PDL possa domani contare in Parlamento su di una base parlamentare solida e che possa decidere senza dover sottostare al ricatto di partiti e partitini. Per questo mi dispiace che CASINI abbia scelto con l’UDC di non farne parte, ma forse è meglio così. Non dimentico le tante volte in cui questo partito ha rallentato le decisioni di tutta la CDL, così come ha tenuto per mesi posizioni a volte equivoche e che poi sono sfociate nelle scissioni prima di Follini (che ha tenuto in piedi Prodi), poi di Giovanardi, poi di Baccini e Tabacci e a seguire quelle in Sicilia. Più di tutto ricordiamoci che mentre il “Popolo del 2 dicembre” sfilava compatto a Roma l’UDC si ritrovava invece a Palermo perdendo (allora come ora) una grande occasione. Casini si richiama alla propria identità com’è giusto, ma allora visto che IL PROBLEMA DELLA IDENTITA’ E’ IMPORTANTE – soprattutto per chi fa e ha fatto politica da tempo – ragioniamo su cosa sia questa benedetta “identità”. E’ difficile farlo in poche righe, mentre senz’altro approfondirò questi aspetti nei tanti incontri pubblici che avrò nelle prossime settimane. Per me IDENTITA’ è innanzitutto come ti comporti, difendi e rispetti a livello personale e politico quei valori di base per cui hai iniziato, hai deciso, hai continuato a fare politica. Io ho cominciato a farlo nel MSI, poi nel MSI-DN, poi in AN ed ora (forse) nel PDL…Anche solo leggendo le sigle si vede un percorso lineare, di evoluzione logica, che non può fermarsi mai perché da sempre il mondo è tutto un divenire. MA LE SIGLE NON SOLO L’IDENTITA’. L’identità sono infatti i valori per cui ti sei mosso e nei quali credi. Se io credo nella LIBERTA’ non nascondo che nel 1969 urlavo “Praga Libera” e così per la prima volta mi hanno “schedato”, così come oggi difendo la libertà del Tibet o della Birmania, ma anche ritengo che la base di Guantanamo sia una vergogna. Se negli anni ’70 sostenevo che la guerra partigiana non era stata solo quello che ci dicevano, oggi posso finalmente ricordare i Martiri delle Foibe e lo faccio senza odio, ma voglio che i giovani sappiano quello che avvenne e – con la stessa carica di allora – protesto e mi indigno con i “Gendarmi della Memoria”, storici arteriosclerotici e faziosi che spesso hanno ancora il monopolio in Italia della “gestione” della Resistenza. Se ho cominciato a far politica prima a scuola e poi nella vita l’ho sempre fatta in prima persona e in mezzo alla gente. E infatti anche oggi continuo a fare la fila in posta o al supermercato solo per sentire cosa dicono e come la pensano i miei concittadini, per cercare di capire meglio i problemi veri degli anziani o delle famiglie che credo non possono essere messi dopo (o dimenticati) in parlamento rispetto a mille discussioni sulla legge elettorale. Ho poco spazio, ma cercate di capirmi: la Fiamma Tricolore io l’ho e l’avrò sempre nel mio cuore come cosa preziosa, ma non posso pretendere che allo stesso modo ce l’abbiano tanti altri che hanno avuto storie diverse dalla mia, devo capire anche gli altri punti di vista. Ma serve una sintesi, un progetto, un programma, devo collaborare a mettere insieme donne e uomini che con me vogliano far crescere e difendere l’Italia e l’italianità perché l’amore per la mia terra è e resta al primo punto delle mie “radici”, oggi come allora. Ma per contribuire a far cambiare in meglio le cose devo rappresentare la maggioranza della gente o conto poco, pochissimo. Credo che il modo migliore per difendere, però, Valori ed Identità sia il comportarsi bene a livello personale, in tutte le sue declinazioni, sempre. Identità è allora la mia fede religiosa, la mia Patria, la mia lingua, la mia italianità, la gente che voglio rappresentare, la “Staffetta” che devo trasmettere a chi verrà dopo di me. Non ho mai polemizzato sul “Punto” con LA DESTRA né voglio farlo, però è triste vedere che propongono ora un simbolo elettorale che – se non verrà cambiato – è un aperto tentativo di confondere gli elettori sulla scheda elettorale tirando forse in inganno persone anziane che crederanno di votare così per Alleanza Nazionale. Credetemi: il simbolo conta, certo, e mi dispiace che in futuro lo si possa perdere ma non facciamolo contare più della sostanza e lavoriamo perché nel nuovo PDL siano chiari i punti programmatici e politici, soprattutto quelli legati al senso trascendente della vita, non solo guardando al contingente ma alla storia, alla Verità, ai codici di comportamento. Se – come credo – nulla del programma di questo nuovo movimento sarà contro quei principi ma anzi ne saranno il fondamento allora avrò salvaguardato la mia IDENTITA’ indipendentemente dai simboli elettorali.

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