di Umberto Calabrese
Destra centro e sinistra è un’unica casta?
Il 13 e 14 aprile, non abbiamo come cittadini il diritto sancito dalla Costituzione, la possibilità di scegliere con il nostro voto i nostri rappresentanti.
Alle prossime elezioni politiche potremo solo ratificare le decisioni delle oligarchie o dei segretari padroni di partito.
Quindi si presume, che gli uscenti parlamentari saranno tutti o quasi ricandidati dai loro leader, e quindi di fatto, rivedremo eletti: Giordano, Bertinotti, Diliberto, Pecorario, Salvi, Mussi, D’Alema, Fassino, Marini, Castagnetti, Franceschini, , Rutelli, Veltroni, Letta Enrico, e Letta Gianni , Berlusconi, Tremonti, Boldi, Mastella, Casini , Cesa, Cuffaro, Fini, Gasparri, Bossi, Maroni ecc….
Sempre la stessa classe dirigente, la stessa casta. No basta, bisogna cambiare!
Credo, che quello che ci sta facendo scendere, anzi che ci fa andare giù in caduta liberà, nella considerazione, nella percezione del mondo aglossassone ed i recenti articoli dei New York Times e Times di Londra, lo testimoniano, sia la non mobilità politica.
Obama, che da questa libera Agorà, ho più volte apprezzato, così come i candidati dei repubblicani era un signor nessuno 4 anni fa, e se non vince le primarie Usa ritornerà nell’ombra, e le prossime elezioni primarie avranno altri protagonisti.
Il presidente francese, Nicolas Sarkozy, per restare nell’Unione Europea, certamente era sconosciuto ai non addetti ai lavori. E la sua rivale, certamente non concorrerà alla prossima corsa per l’Eliseo.
Qui, in questo Bel Paese si passa invece da sindaco della capitale a candidato Premier, e da Vice Premier si ritorna a essere candidato sindaco.
Un ecosistema di casta, per cui se fai il vice premier con Berlusconi, e ti fai nominare parlamentare, poi passi da Prodi, e diventi responsabile della comunicazione di Veltroni che sfida Berlusconi.
Berlusconi che aveva un ministro, che un giorno diventa ministro di Prodi, che viene ricandidato da Berlusconi.
Un ecosistema di casta perpetuo, come quelle sfere di vetro, con dentro per l’appunto un ecosistema.
La nostra classe politica, è cosi.
Quindi se entri a sedici anni in un partito, e poi diventi segretario nazionale dei giovani, e diventi consigliere comunale. Poi deputato e fai per anni il parlamentare, poi diventi segretario di quel partito. E poi fai il vice premier, e ti eleggono sindaco della capitale. Solo se fai questo percorso, arrivi ad essere segretario-candidato premier: solo allora puoi definirti il nuovo della politica italiana……..E dire nuovi concetti: Meno tasse per tutti!
E che dire dell’uomo di tutte le stagioni, dal 1994 al 2008 vincendo o perdendo, prima ancora del Partito unico al centro destra hanno avuto il candidato unico.
Vedete amici lettori di Agorà Magazine, come fanno i mercati interni ed esteri ad investire sull’Italia, se gli stessi che hanno causato il dissesto economico e politico li ritroveranno nel medesimo posto?
Io credo, che la questione del ricambio della classe politica sia il primo dei punti da mettere in agenda della campagna elettorale del 2008.
Bisogna che chi si candida come nuova speranza per le sorti del Bel Paese, abbia il buon senso, di non riciclare politici, nei primi tre posti delle liste bloccate.
Se il cittadino, in questa elezione già deve ratificare scelte non sue, almeno fategli votare una nuova classe politica. Chi fa una sfida alla casta sia coerente e la sfidi con una nuova classe dirigente, solo allora sarà credibile agli occhi dei cittadini, presenti un programma reale e niente libri dei sogni, ma un programma di pochi e chiari punti. Per la famiglia, le donne, gli anziani. Per l’impresa, la ricerca la formazione. Una riforma fiscale che ci permetta di pagare tutti le tasse un equo fisco dunque. E una riforma elettorale che introduca le primarie aperte per la scelta dei candidati.(Agorà Magazine)