TRASFORMA, DELETE, CLIC

di Renzo Balmelli

CLIC-CLIC. Il governo cade, le coalizioni si sfaldano, i partiti litigano, l’Italia (parole di Napolitano) è agitata e confusa. Ma nel
Polo non si arresta la lunga marcia dei trasformisti. Da quando i sondaggi danno per scontata la vittoria della CdL, coloro che si erano smarcati vistosamente dal Cavaliere, ora si sbracciano per rientrare nelle sue grazie.
Tra i figliol prodighi anche Fini e Casini, due che non hanno lesinato le frecciate velenose al signore di Arcore. Molti si sono sorpresi del loro rapido e disciplinato ritorno a casa. Noi francamente no. Gli ondivaghi fratelli-coltelli della CdL vogliono stare sicuri di trovarsi sul carro giusto, quello del vincitore, al momento di spartire la torta.

Tuttavia, annota Gian Anonio Stella, è stupefacente l’abilità con cui il leader di AN si era sgravato dalla zavorra anti-berlusconiana. Per il ritorno all’ovile basta un clic sul tasto “delete”, elimina. Un semplice clic e il gioco è fatto. Clic. Le dichiarazioni piu’ dure, i giudizi piu’ taglienti si sono volatilizzati.
Clic. La foto di gruppo vedrà i candidati della destra ferocemente determinati a negare persino l’evidenza se qualcuno dovesse mostrare loro le registrazioni incriminate. Magari quella in cui il leader di AN affermava che il Partito della libertà non aveva “niente a che fare col teatrino della politica”. Ma piuttosto con le comiche finali. Clic. A questa rappresentazione pero’ nessuno ha voglia di ridere.

MALESSERE. Il Cavaliere non sta piu’ nella pelle per l’ansia di tornare a Palazzo Chigi. Finalmente riuscirà forse a guarire di quel “mal di potere” che lo rode dentro.
Ma gli italiani sono pronti per un’altra dose di Berlusconi? L’interrogativo campeggia sulle prime pagine dei maggiori quotidiani anglo -sassoni, dall’Herald Tribune al Financial Times, dall’Economist al New York Times. Specie le due ultime testate si sono mostrate particolarmente corrosive nei confronti dell’ex premier. Per il foglio inglese il leader di FI è inadatto a riprendere le redini del paese. Quanto al NYT, leggiamo che “la lunga ombra di Berlusconi porta il gelo sulla politica italiana”.

Il capo dell’opposizione dice no a qualsiasi riforma, in primis quella elettorale, poiché cio’ che gli sta a cuore è unicamente il suo interesse. La lontananza dalla stanza dei bottoni lo fa soffrire. Non è l’unico.
La prospettiva di riavere lo stesso governo di destra che ha lasciato in eredità un guscio desolatamente vuoto sconcerta e allarma quella parte d’Italia, la piu’ grande, che venti mesi fa si era espressa per un’altra maggioranza. Il clima è depresso e il pensiero corre al celebre aforisma di Woody Allen sul malessere esistenziale: “Dio é morto, Marx pure , e anch’io non sto tanto bene”.

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