Il dibattito sulle sorti della legislatura

VELTRONI (PD): REGOLE CONTRO LA FRAMMENTAZIONE E INSTABILITA'

“Per noi resta valida l'ipotesi di un governo che in tre mesi faccia la riforma elettorale, intervenga sui salari e sulla riforma della politica. Registro che il centrodestra si è espresso diversamente, si tratta di un’ulteriore occasione mancata”. E’ con queste parole che il segretario del Pd Walter Veltroni ha commentato l’incontro avuto oggi Franco Marini nell’ambito delle consultazioni con tutte le forze parlamentari avviate, e concluse oggi, dal presidente del Senato dopo aver ricevuto l’incarico del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di verificare la presenza di una maggioranza in grado di sostenere un esecutivo che vari una nuova legge elettorale prima del voto.
Il leader del Pd, incontrando la stampa dopo l’incontro con Marini, a cui hanno preso parte anche il vicesegretario Dario Franceschini, e i capigruppo a Senato e Camera Anna Finocchiaro e Antonello Soro, ha sottolineato ancora una volta l’anomalia del sistema politico italiano, palesatasi proprio in occasione di questa crisi di governo. Con oggi, sono infatti salite a Palazzo Giustiniani “ben 26 delegazioni, 27 con la Lega che non ha accettato l’invito come avrebbe dovuto fare, una cosa inedita per un Paese europeo”. Per questo ha “ringraziato Marini per il lavoro svolto e che tutti gli italiani hanno seguito”.
Per questo, inoltre, ha ricordato che questa è un’ulteriore occasione “per dare al Paese le regole che consentano di contrastare la frammentazione e l’instabilità, regole di cui c'è assoluto bisogno”. La testimonianza la si è avuta, tra l’altro, con quanto espresso in questi giorni proprio dalle parti sociali, che il presidente Marini ha incontrato sabato. “L’Italia che lavora – ha detto Veltroni – che produce, in questo momento, più che precipitare verso elezioni anticipate, preferirebbe avere una legge elettorale” diversa da quella attuale.

Le posizioni assunte dal centrodestra in questi giorni e ribadite nelle ultime ore a Marini non concedono molte speranze, e confermano, ancora se ve ne fosse bisogno, l’approccio personalistico con il quale i partiti che fino a poco tempo fa formavano la Cdl hanno deciso di affrontare questa situazione. Un’occasione mancata per la politica davanti ai cittadini. Un’occasione mancata per colpa di chi non ha voluto anteporre gli interessi del Paese ai propri. Veltroni ha anche fugato la voce di un possibile accordo sulle legge elettorale raggiunto in extremis con Forza Italia. Voce diffusa oggi da “Il Giornale”, quotidiano vicino a Silvio Berlusconi. “E’ difficile – ha stigmatizzato Veltroni – sostenere questa ipotesi se oggi ci si nega un accordo per tre mesi per fare insieme delle regole comuni”.
A breve dunque spetterà al presidente del Senato comunicare al capo dello Stato se esistono o meno i margini per la formazione di un governo “finalizzato” alla riforma della legge elettorale. Dopodichè la partita tornerà in mano del presidente Napolitano. “Ho fiducia nella sua consueta saggezza – ha detto Veltroni – quello che deciderà il presidente della Repubblica sarà da noi condiviso”.
In caso di indizione di elezioni anticipate, il sindaco di Roma ha confermato che il Pd “si presenterà con un programma e un partito”, per realizzare sul piano politico ciò che sarebbe stato possibile introdurre con una riforma della legge elettorale. E quanto a possibili convergenze con altre forze politiche, le parole del segretario sono chiare: “Per noi – ha detto – vale il programma, questa è la vera novità italiana”. Convergenze che, ha chiarito Veltroni, possono e potranno avvenire anche “con la Cdl, ma solo per riscrivere insieme le regole del gioco, che è l’occasione che si è presentata adesso”. Ma per il resto, chiude il leader del Pd, noi e il centrodestra “siamo alternative e ci confronteremo anche duramente”.

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