IL TESORO DI TORRE ASTURA

di Maurizio Targa

Pensate ad un angolo di paradiso, un vero gioiello della natura, dal mare incontaminato e dalla vegetazione lussureggiante. Pensate ad una spiaggia larga e vuota, con dune sabbiose e fittissima macchia arborea. Immaginate di essere ai tropici od in qualche angolo sperduto della costa africana? Acqua, acqua, siamo alle porte di Roma, ed a un tiro di schioppo da Latina, una decina di chilometri per la precisione, ma già nel comune di Nettuno, quindi provincia di Roma. Siamo a Torre Astura, un posto di favola, un castello su un isolotto che una lingua di spiaggia collega alla terraferma, immersa in una pineta meravigliosa. Attorno al castello, innumerevoli vasche per quella che al tempo dei romani era l’attività prevalente della zona: l’allevamento ittico. Il Castello fu teatro di un celebre tradimento: Giovanni Frangipane, signore della zona, nell'agosto dei 1268 ospitò Corradino di Svevia nipote di Federico II, che sceso dalla Germania per rivendicare il Regno di Napoli da Carlo Angiò, rimase sconfitto a Tagliacozzo. Per questo che si rifugiò a Torre Astura con la speranza di raggiungere Pisa e poi la Sicilia. In cambio di numerosi gioielli il Re ottenne dagli abitanti di Astura un'imbarcazione con la quale prese il largo per mettersi in salvo.
Giovanni Frangipane, che dall'Imperatore Federico di Svevia aveva ottenuto feudi e oneri, inseguì il fuggitivo e lo ricondusse nel castello di Astura. Invano, Corradino, appena sedicenne, lo supplicò di lasciarlo andare. II Frangipane lo consegnò al crudele Carlo Angiò che il 29 ottobre lo fece decapitare nella piazza De Carmine a Napoli. Ad immortalare il momento, la poesia di Aleardo Aleardi che parla del castello di Astura come “ermo, bruno, sinistro” coi suoi corvi che ne cingono “volando le torri”.
Torre Astura Mecca turistica, si penserà? Non proprio, tutto il comprensorio è infatti racchiuso in una servitù militare, un poligono d’artiglieria che si estende per una decina di chilometri dalla spiaggia di Foce Verde (Latina) sino alle porte di Nettuno e che ingloba questa perla meravigliosa. E sin qui, poco da dire. L’Area militarizzata sarà ormai anacronistica ma ha il merito indiscusso di aver preservato chilometri di duna mediterranea dagli scempi perpetrati negli anni ’60-’70, quando chilometri di spiaggia da Latina al Circeo sono stati brutalizzati dall’abusivismo e dall’incuria o peggio la compiacenza delle Amministrazioni verso i costruttori, molto spesso vip o sedicenti tali. Là dove viene da pensare è che il poligono d’artiglieria in questione è convissuto per decenni gomito a gomito con…..una centrale nucleare, nientemeno!!! Chi non è del posto faticherà forse a crederlo, ma per decenni, dal ’63 all’87 per l’esattezza, nel raggio di due tre chilometri c’erano tecnici preoccupatissimi della messa in sicurezza di un impianto potenzialmente devastante, e militari che sparacchiavano allegramente palle di cannone a destra e manca. In tutto ciò i cittadini di Latina (evidentemente senza scampo alcuno nel malaugurato caso di incidente) facevano finta di non pensarci, mentre in una circostanza almeno è certo il rinvenimento di un’ogiva inesplosa a pochi metri dalla centrale. Nel corso degli anni la vita del “mostro” nucleare è stata accompagnata da polemiche e iniziative di protesta da parte soprattutto dei movimenti ambientalisti (il giovane radicale Francesco Rutelli, come lui stesso ha ricordato, conobbe il carcere di Latina negli anni ’80, dopo una manifestazione antinucleare). All'inizio degli anni novanta, poi, è arrivata la chiusura del sito a seguito del referendum sull'energia nucleare e la scelta di rinunciarvi. Resta, però, in piedi il problema dello smaltimento delle scorie radioattive prodotte dalla centrale, parte delle quali si trovano ancora all'interno del sito di Borgo Sabotino. Sono stipate 2.500 tonnellate di grafite irradiata e 20 metri cubi di altro materiale radioattivo ancora da rimuovere. “Una volta smantellata, la vecchia centrale nucleare Magnox , fra rifiuti e strutture irradiate, produrrà 25.000 metri cubi di materiale, da isolare e trasportare nel futuro deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, ancora da costruire.
Ma tutto questo merita un servizio a parte: eravamo partiti dalla bellezza di Torre Astura, recentemente candidata per l'UNESCO come patrimonio dell'umanità dell'area naturalistica paesaggistica e monumentale.
Un gioiello troppo a lungo dimenticato ma prezioso come un tesoro, un tesoro da curare e da tenersi ben stretto. Un nostro tesoro.(2righe.com)

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