AL VOTO SUBITO

L’ultima difesa del centro-sinistra è sostenere che – andando a votare con questo sistema – si rischia di portare nuovamente il paese ad una futura ingovernabilità. Si tranquillizzino: chi scrive pensa che l’attuale non sia una buona legge elettorale e che andrebbe riformata (non per nulla io ho convintamene firmato per il referendum) ma se ha un pregio è proprio quello di garantire un governo sicuro e tranquillo dalle imboscate. Basterà che la prossima volta il centro-destra ottenga il 2 o 3% dei voti di maggioranza (e credo saranno parecchi di più) per avere una maggioranza solida e qualificata e che finalmente possa mettere mano a risolvere i problemi del paese un po’ più unita e convergente di come non sia stata quella di questo governo. Sarà bene infatti ricordare a “lor signori” che la crisi di oggi è avvenuta anche perché nel 2006 si ebbe una assoluta parità dei voti o, meglio, la vittoria al Senato del centro-destra vanificata dal voto dei senatori a vita e della sconfitta all’estero (che NON si ripeterà), mentre i famosi 24.000 voti di maggioranza per la sinistra alla Camera (ricordiamoci che ad oggi i conteggi ufficiali non ci sono ancora, né si è riusciti a riconteggiare le schede…) portarono non solo ad una loro maggioranza parlamentare ma alla conseguente elezione di governo, presidenti delle Camere e della Repubblica. Tutto ciò con l’arroganza di chi non volle mai riconoscere che metà del paese restava così senza alcuna rappresentanza ai vertici dello Stato. Altro aspetto da non dimenticare: pur di governare nel 2006 Prodi & C. (“compagni”, appunto) misero insieme la più intricata e contraddittoria baraonda di governo che – oltre al record mondiale di 103 membri per comporre l’esecutivo – rappresentava tutto ed il contrario di tutto. Le risse Mastella-Di Pietro, Rifondazione-Dini, o Pecoraro contro “resto del mondo” sono infatti figlie di quel voto e di quella maggioranza innaturale.
Questi mesi di caos non sono stati quindi colpa di una legge ma di chi non ha saputo governare, cosa che Prodi fino all’ultimo non ha mai voluto ammettere, confermando tutta la sua arroganza e tutti i suoi limiti. Piuttosto occorre ora chiedere le elezioni con la massima serietà e chiarendo bene alcuni punti:
1) Se si andrà al voto non diamo il successo per scontato, perché è ancora tutto da conquistare
2) Presenti il centro-destra un programma chiaro, serio, semplice e soprattutto si garantisca prima agli italiani che si vuole realizzarlo, anche a costo di una raffica di voti di fiducia nei primi mesi della nuova legislatura. Diciamolo prima, così poi non dovremo correre dietro ai piagnistei e alle proteste dei giornali, dei sindacati, di certi giudici. Se gli italiani voteranno per il centro-destra lo faranno perché vogliono cambiare la rotta, ma sappiano prima quali saranno gli impegni e anche che quegli impegni andranno rispettati con tutti i rischi, le difficoltà e le possibili perdite di popolarità connessi al realizzarli. Occorre infatti assoluto coraggio per riformare perché oggi l’Italia sta peggio di due anni fa, gli indici economici sono crollati rispetto all’Europa e si profilano non poche tensioni sociali mentre il paese visibilmente arranca.
3) Non lasciamoci prendere dalla fregola del “Berlusconi sì, Berlusconi no” perché questa legge elettorale tanto vituperata ha almeno il grande vantaggio di far capire subito chi prende più voti. Quindi anche chi è del centro-destra ma non ama Berlusconi non ha che da votare per un altro partito della coalizione scegliendo così un eventuale leader alternativo, ma comunque dando forza all’ intero schieramento e al necessario cambiamento. Chi quindi si lamenta che Fini negli ultimi giorni si sarebbe “appiattito” sul Cavaliere dia piuttosto atto al leader di AN di aver immediatamente stoppato ogni equivoco con la massima chiarezza nell’interesse supremo di dare un altro governo all’Italia, obbiettivo che viene prima degli interessi e delle visibilità personali.
4) Guardando all’indietro in questi ultimi mesi, sia peraltro dato atto proprio ad Alleanza Nazionale di essere stata coerente ed alla fine premiata dai fatti: il “Partito del popolo delle libertà” nato in una mezza sera si è infatti perso all’orizzonte dimostrando di non avere ancora programmi e sostanza, mentre è davvero ora che – proprio approfittando delle elezioni e, speriamo, del loro successo – nel centro-destra si capisca come solo andando avanti insieme nella concordia, senza boutade propagandistiche ma nella realizzazione dei fatti e dei programmi si ottiene (e si mantiene) la fiducia degli italiani.
Ma non diamo ancora le elezioni come fatto scontato: Napoletano & C. (che anche qui sta per “compagni”) faranno di tutto per scansarle!

Lascia un commento

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy