Citizen first?

Citizen first, così recitava un programma della Commissione europea di riforma della pubblica amministrazione qualche anno fa; “il cittadino al centro” è come l'avevamo tradotto da noi. Ma forse è il caso di ricominciare a parlarne. Due fatti in questa settimana mi inducono a riprendere questo tema, il primo è il risultato della ricerca che CapGemini ha fatto per il settimo anno consecutivo sui servizi di e-Government di cui potrete leggere nella rubrica TESI. All'apparente soddisfazione di vedere raggiunto il 100% in una serie importante di servizi si accompagna la sensazione precisa che la ricerca non abbia misurato l'essenziale, ossia quanto, come e perché questi servizi sono usati dai cittadini. Insomma altro che citizen first, la PA (il committente della ricerca era la Commissione Europea) continua a guardare alla PA dicendosi da sola quanto è brava… Purtroppo i pur sommari dati che abbiamo dell'utilizzo dei servizi sono molto meno confortanti: l'Italia in particolare vede una generale carenza di fiducia da parte dei potenziali utenti che non usano i servizi online come usano poco l'home banking perché banalmente “non si fidano”.
Il secondo è strettamente legato al primo: se i cittadini non si fidano della PA ci sarà una ragione e ci sarà un modo per ricostruire quelle che noi spesso abbiamo chiamato le “condizioni minime della fiducia”. A costo di essere noioso e ripetitivo come i vecchietti (saranno i miei cinquantacinque anni che cominciano a farsi sentire?) ribadisco che io non avrei mai fiducia di qualcuno che amministra i miei soldi e non me ne rende conto in forma chiara, a me comprensibile e da me confrontabile. Voi sì? Voi affidereste un euro a un promotore finanziario senza un adeguato resoconto di come sarà investito e un approfondito benchmarking degli impieghi alternativi?
Allora la misurazione, la valutazione, l'accountability non sono un vezzo e né un accessorio, ma sono alla base della ricostruzione della fiducia (“building trust” si è intitolato l'ultimo global forum on reinventing government).
Nel nostro piccolo noi qualcosa stiamo facendo: lunedì prossimo 21 gennaio a Belluno presentiamo assieme alla Provincia di Belluno, al Comune di Modena, al Comune di Bolzano e a Legautonomie un documento semplice, ma molto ambizioso: una carta della accountability che chiameremo “Carta di Belluno” per impegnare il maggior numero di amministrazioni possibili a garantire ai cittadini il diritto ad essere informati sull'impiego dei loro soldi. Vi pare poco? Se solo un 10% degli Enti locali la sottoscrivesse e vi si attenesse nei fatti avremmo fatto un passo in avanti enorme. Sottoscrivere la carta infatti impegna le amministrazioni a garantire i seguenti diritti:
informazione: il diritto dei cittadini ad essere informati con completezza e regolare periodicità sull'andamento dell'amministrazione sia dal punto di vista dei risultati che dell'impiego delle risorse;
diffusione: il diritto dei cittadini alla chiara e leggibile esposizione dei documenti di rendicontazione e alla loro divulgazione in molteplici canali fisici e virtuali in modo da raggiungere con facilità la più ampia popolazione possibile;
identificazione: il diritto dei cittadini a poter identificare nei documenti di rendicontazione le risorse impiegate per le singole categorie di portatori di interesse (ad es. giovani, anziani, donne, fasce deboli, imprese, commercio, ecc.);
confronto: il diritto dei cittadini a poter confrontare i documenti di rendicontazione sia in forma diacronica, garantendo quindi una sostanziale uniformità nel tempo che permetta di leggere e confrontare l'andamento dei capitoli nei vari esercizi; sia in forma sincronica ossia mediante confronti tra amministrazioni omogenee;
valutazione di coerenza: il diritto dei cittadini a poter leggere facilmente gli elementi di coerenza tra le linee di mandato, la relazione revisionale e programmatica, eventuali documenti di pianificazione volontaria (es. Piano Strategico) e gli strumenti di rendicontazione. Ogni punto esplicitato nei documenti sopraccitati dovrà trovare uno specifico riscontro nei documenti di rendicontazione, anche a fronte di azioni non attivate o sviluppate solo parzialmente;
partecipazione: il diritto dei cittadini a conoscere per tempo e in forma completa, chiara e leggibile i documenti di programmazione e i bilanci preventivi dell'ente e di poter contare su un canale interattivo per far sentire la propria voce nelle scelte relative.

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