Tre punti fermi per la riforma della Giustizia

Cancellazione delle leggi “ad personam” Codice di Procedura Penale, Prescrizioni.

Il tema giustizia nel nostro Paese ha assunto, e non da oggi, risvolti fiabeschi di cattivo gusto. La percezione che si ha ormai dell'operato della politica italiana in questo tema è pressoché fallimentare e questo è perlopiù dovuto alle costanti lotte interne, di parte, senza pudori che si basano su interessi spesso particolari.
L' estremizzazione di questi comportamenti porta, come di fatto è già accaduto in varie occasioni e su vari temi, ad una confusione vera, reale dell'elettore il quale si ritrova, ad un anno e mezzo dall'insediamento del Governo Prodi, senza alcun punto di riferimento, senza più un interlocutore fidato e coerente con le promesse fatte in campagna elettorale. L'elettore di centro-sinistra, di fatto, si ritrova tradito, insultato nella propria intelligenza, ferito nei suoi diritti di cittadino senza una speranza di cambiamento vero, con parole vere e senza compromessi al ribasso. Il compito dei Radicali di Sinistra è quello di dare voce a tali speranze di cambiamento con una politica sobria, coerente con i punti di programma e, soprattutto giusta.
A prova di tutto ciò, nel campo della giustizia e legalità i Radicali di Sinistra chiedono:

1) la immediata abrogazione delle leggi vergogna che lo stesso Romano Prodi, il 17 Marzo 2006, annunciò di voler “cancellare, anzi buttare completamente perché non sono giuste proprio in toto”. Promessa sino ad ora non mantenuta.
Tali leggi sono:
a) la legge sulla depenalizzazione del falso in bilancio;
b) la legge Cirami sul legittimo sospetto;
c) il lodo Schifani;
d) la ex-Cirielli o legge taglia prescrizioni;
e) la legge Pecorella;
f) la legge sulle rogatorie internazionali;
g) la legge Gasparri.
Più recentemente, prodotto finissimo del Governo Prodi, anche la legge Mastella sull'ordinamento giudiziario. Infine, la legge Frattini sul conflitto d'interessi.

2) Una revisione del Codice di Procedura Penale che porti i gradi di giudizio da tre a due, abolendo quindi il grado d'appello (salvo in caso di nuove prove) come proposto nel silenzio più assordante dal vicepresidente del Csm Mancino. In effetti, attualmente, le diverse fasi per arrivare alla Cassazione sono cinque: indagini preliminari, udienza preliminare, primo grado, appello e Cassazione. E' evidente che questa riduzione nei gradi di giudizio libererebbe risorse, sia in termini di magistrati sia di finanziamenti, per accelerare gli altri gradi di giudizio.

3) Certezza della pena, fermando la prescrizione all'udienza preliminare. Eviteremmo così tante prescrizioni di imputati altrimenti colpevoli. Gli esempi non mancano.

Comitato Politico dei Radicali di Sinistra

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