“Le associazioni italiane in Svizzera”: un film di Morena La Barba al 43° Solothurn Film Festival

Sabato 26 gennaio, alle ore 21, presso il cinema Canva Club di Soletta (CH), nell’ambito del 43° festival del cinema svizzero “Giornate di Soletta/Journées de Soleure/Solothurner Filmtage”, sarà proiettato il film della regista Morena La Barba: “Le associazioni italiane in Svizzera. Mondi Visioni Divisioni” .
Il documentario è il risultato di un lungo lavoro di ricerca che la regista-ricercatrice italiana ha svolto presso il Dipartimento di Sociologia dell’Università di Ginevra, sotto la direzione del Professor Sandro Cattacin.

Il film è stato realizzato con il contributo, oltre che dell’Università di Ginevra, dell’Ufficio Federale delle Migrazioni/Commissione Federale degli Stranieri, del Forum Svizzero per lo Studio delle Migrazioni e della popolazione di Neuchâtel e di due organizzazioni nazionali di migranti: il Forum per l’Integrazione delle Migranti e dei Migranti e la Federazione delle Colonie Libere Italiane in Svizzera.

L’intento del film è quello di gettare un primo sguardo su un fenomeno ricco e complesso, tanto rilevante storicamente e culturalmente, quanto poco studiato nelle aule universitarie e per niente rappresentato nei mezzi di comunicazione di massa.

Il movimento associativo italiano è il più anziano ed il più ricco in Svizzera. Nel 1979, in uno studio dell’Ambasciata d’Italia a Berna si parla di 699 associazioni iscritte al RAIS (Registro delle Associazioni Italiane in Svizzera). Questa cifra rappresenterebbe solamente due terzi di quelle esistenti, secondo « Emigrazione Italiana », il giornale delle Colonie Libere Italiane dell’epoca. Nel 2004, l’Ambasciata invita 747 associazioni italiane a eleggere i rappresentanti al Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE).

Oggi queste associazioni denunciano uno stato di crisi. Ma le attività continuano, i locali si rinnovano, si organizzano feste, attività culturali, dibattiti d'interesse generale, si celebrano anniversari.
Il film è un viaggio che esplora mondi variegati, attraversa conflitti, risentimenti, disillusioni, rileva nuovi bisogni ed antiche speranze. Un mondo contraddittorio e a tratti paradossale. Da capire, ma come?

Sacrificandone ricchezza e complessità, il film presenta le narrazioni di tre testimoni appartenenti a tre epoche, tre mondi, tre visioni significative e rappresentative, illustrate da materiali d’archivio e documenti filmati sulle attività delle associazioni.
Per la prima generazione di emigrati, il ruolo delle Colonie Libere è fondamentale nel creare una rete di solidarietà e protezione sociale. A questa logica sindacale degli anni 60, si aggiunge negli anni 70, una logica di protezione identitaria. Le associazioni regionali, sorte anche per gestire il fenomeno del ritorno causato dalle contingenze economiche negative, è allo stesso tempo, per coloro che rimangono in Svizzera, disorientati dalle manifestazioni xenofobe di quegli anni, un luogo di forte riferimento simbolico. Oggi, i legami tra prima e seconda generazione sono sempre più emblematici, sempre meno legati ad un territorio di azione comune. Le associazioni dei «secondos» evolvono verso forme organizzative diverse, in una logica di maggiore impegno culturale. Senza negare il valore storico e simbolico delle associazioni dei padri e delle madri, esse rivendicano con orgoglio la loro doppia appartenenza, ma la realizzano in una logica rinnovata.

Il film getta le basi per la comprensione della trasformazione continua di queste organizzazioni, come riflesso della trasformazione della migrazione italiana e della società svizzera nel suo complesso. Il film vuole essere un invito alla riflessione e alla discussione per i protagonisti di questo mondo, ma non solo. Le associazioni italiane rivelano percorsi comuni, problemi condivisi, progetti possibili per tutte le migranti e i migranti.

Maggiori informazioni sul sito del festival:
http://www.solothurnerfilmtage.ch/

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