L’amore vero-falso

È una storia d’amore molto mo-derna, ma nel contempo dal sapore antico, quello che ci rac-conta Maria Angela Cernigliaro nel romanzo Una storia vera o forse no (Edizioni Progetto Cultura, pagg. 239). L’autrice, nata a Napoli nel 1954, docente di lingua e cultura italiana presso l’Università di Atene e colla-boratrice dell’Università di Pe-rugia e di Venezia, sceglie infatti il genere tradizionale del romanzo epistolare ma rivisitato alla luce dei progressi raggiunti dalla civiltà di internet facendo inter-agire, e innamorare, i due prota-gonisti della vicenda dal sapore fortemente autobiografico me-diante un fitto scambio di missive elettroniche. Maria Angela, il nome della protagonista, è nata a Napoli, è laureata in lettere, e vive e lavora come insegnante di lette-ratura italiana ad Atene. In un momento di crisi della sua vita personale – «Avevo perso ogni contatto con il mondo circo-stante. Ero cieca e sorda a tutto, tranne alla mia immagine inte-riore di lui. Continuavo a com-piere i miei doveri per forza d’abi-tudine, ma la mia anima era as-sente dal mondo dei viventi» – recupera un antico contatto con Marco, primo amore napoletano perduto e inaspettatamente ritro-vato mediante un libro (“galeot-to”, è proprio il caso di dire) scrit-to dallo stesso Marco. Ed ecco che all'improvviso l’esistenza di Maria Angela sembra di nuovo presentare il suo lato prezioso e affascinante. La corrispondenza epistolare che si instaura, con l’aiuto della moderna tecnologia, crea le basi per un rinfocolarsi della passione che culminerà con l'incontro dei due protagonisti e quindi con un fina-le elegiaco ma improntato all’ottimismo pro-prio di chi ha saputo conquistare la maturità sentimentale e spiri-tuale.
La forte impronta autobio-grafica del volume consente naturalmente all'autrice di scon-finare dall’ambito del romanzo epistolare a quello del romanzo diaristico. E infatti il libro apre ampi squarci sulla vita interiore dei protagonisti, e soprattutto della protagonista, sui loro ricor-di, sulle loro aspettative, desideri e frustrazioni, sulle loro speranze e sulla loro vita passata, alla luce della quale sono spesso interpre-tati fatti e scelte dell’oggi.
In questo senso il libro è ric-chissimo di situazioni in cui realtà e sogno, Napoli e Atene, speran-ze e dolori, reminiscenze poeti-che, musicali e letterarie si me-scolano per creare un’atmosfera di sogno che tuttavia conserva la sua concretezza grazie al con-tinuo riferimento ai dati concreti dell'esperienza diretta del-l'autrice. Sotto un altro punto di vista, il romanzo si configura come l'ennesimo episodio dell’e-terna tenzone tra il Maschile e il Femminile, ma anche un lungo canto dedicato ad Amore, il più potente di tutti gli dèi: «Se qual-cuno sapesse della nostra storia, novanta su cento direbbe così: “Voi non siete innamorati l'uno dell’altra, voi siete innamorati dell’Amore, voi siete innamorati di due personaggi che non esi-stono più, voi siete innamorati di un tempo lontano, un tempo in cui eravate giovani. Il vostro è un disperato, per quanto patetico, tentativo di ‘riesumare” due persone che non esistono più”». Il che è forse vero, ma del resto non è l'amore la forza che «move il sole e le altre stelle?».

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