L’interesse dei cittadini viene preso in considerazione in ultima analisi

Intervista all’on Donatella Poretti Socialisti e Radicali RNP

Lei è molto impegnata nel sociale, a Roma già tanti problemi. Nessun accordo in Campidoglio, allora?

E’ stata persa una occasione per fare un provvedimento che non era soltanto una cosa simbolica ma un segnale di un riconoscimento di un diritto anche per chi ha deciso di non sposarsi o perché non può sposarsi o a causa delle leggi per le persone dello stesso sesso o per etero che comunque hanno deciso di non sposarsi anche se temporaneamente ma di condividere una esperienza, un percorso. Queste persone chiedono e segnalano alle istituzioni, che siano quelle locali o nazionali, un qualche riconoscimento. Evidentemente non lo si dà in Italia per un motivo molto preciso. L’Italia è uno Stato che ospita anche un altro Stato che è quello del Vaticano. Decisioni di questo tipo sono emblematiche, racchiudono tutta l’ipocrisia delle leggi italiane. Quando si parla di argomenti non graditi al Vaticano, si decide di piegarsi ad altri interessi che non sono quelli dei cittadini.

Il suo lavoro è diretto alle più svariate problematiche, a quale tiene di più?

Il mio obiettivo principale è quello che i cittadini possano vedersi riconosciuti i propri diritti, ed in qualche modo esercitare le proprie libertà. Cosa che non sempre è tutelata. Da piccoli esempi quotidiani ad altri argomenti più gravi. La possibilità, per esempio, di conservare il sangue del cordone ombelicale che è ricco di cellule staminali che in teoria sono cellule fuori da ogni problematica etica, embrioni, non embrioni. Cellule che se non si conservano al momento del parto, vengono buttate nel cestino ma che servono per la cura delle malattie del sangue, leucemie ecc. In Italia, attualmente, vige un orientamento stupido, altre parole non mi vengono per definire questo divieto di conservazione per uso proprio.

In Italia come stiamo combinati?

In Italia si permette solo la conservazione nelle banche pubbliche. In un anno, si sono conservati soltanto 2500 cordoni ombelicali. Li abbiamo conservati nelle banche pubbliche, ne abbiamo invece esportati più di 5000 nelle banche che all’estero fanno conservazione autologa. In proporzione per l’Italia si parla di uno zero virgola ogni anno. Sono anche piccole cose, in realtà che danno anche un po’ il senso di come in Italia si fanno grandi dibattiti e poi non si guarda a quelle che sono le piccole esigenze anche quotidiane dei cittadini per veti incrociati dei burocrati, delle corporazioni o delle lobby. Oltretutto appesantiscono anche le liberalizzazioni come per esempio in questo caso. Le liberalizzazioni poi sono un tema più ampio. Abbiamo visto come questo governo abbia cercato in parte di affrontarne l’approvazione ma di volta in volta, tassisti, farmacisti ed altri ancora ne hanno impedito l’attuazione. L’ultimo, l’utente, il consumatore che invece dovrebbe essere la prima fonte a cui guardare per fare le leggi, non viene preso in considerazione. In Italia, il sistema è rovesciato. L’ereditiamo dalla camera dei fasci e delle corporazioni del regime fascista. Nonostante siamo in una Repubblica democratica questa eredità è ancora pesante.

Non crede che oltre che delle lobby, siamo schiavi anche delle ideologie?

Sì ma per certi versi sono molto legate le cose. Non è che voglio fare la populista ripetendo quello che si dice nei bar, negli autobus, però davvero spesso ci estraniamo da quelle che sono le realtà oggettive di tutti i giorni. Troppo spesso si obbedisce alle forze di oltre Tevere. Si dà seguito a quelle che sono le richieste che arrivano dal clero che poi hanno corrispondenza con quelle che coincidono con gli interessi dei cittadini.

Se le dicessi che questo è un paese in cui anche un ateo crede in Dio?

Secondo me si può parlare di Dio si può parlare del credere. Se guardo per esempio alla realtà americana, si parla di Dio e si parla del credere. Il problema è che in Italia c’è un unico Dio ed una unica religione e quella diventa una cosa pericolosa perché puoi sforare da una democrazia in cui le religioni devono avere diritto di parola ad uno Stato in cui si guarda ad una unica religione. In pratica il rischio è il passaggio dalla Democrazia alla Teocrazia.

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