La moratoria contro la pena di morte è stata quella che in molti si aspettavano. Finalmente. Poi, dato che l’approccio ha avuto successo ecco che salta fuori la moratoria sull’aborto. Per carità, se le moratorie sono una santa cosa è bene che si facciano. Ma la moratoria sull’aborto sembra quasi uno scherzo. E’ inutile che quel buontempone di Ferrara si faccia gioco di una situazione politica al limite del paradossale menando un can per l’aia di vecchia memoria. Ma già che ci siamo allora perché non proporre anche la moratoria sul divorzio? Ma perché, quella della fame nel mondo? Anche quella! Vogliamo lasciare l’idea di una moratoria sul razzismo di razza, religione e via discorrendo? Certamente no! Che ne pensiamo della fame nel mondo? Mentre assistiamo addirittura alla morte di barboni nel pieno centro di una metropoli come Roma? Darfur? Questa parola, sì perché è diventata solo una parola, una bella moratoria con tutti i crismi, non ci starebbe bene?
L’elenco delle moratorie, mi sono accorto, è troppo lungo. Parte da quella sulla pena di morte e può arrivare sino a bandire i grassi saturi da tutte le mense del mondo. Talmente farcito di problematiche serie e gravi da svilirne addirittura il significato e, quindi, l’efficacia. L’ attenzione piuttosto, va rivolta all’uso che si intende fare della moratoria nel futuro. Ben inteso, se si riconosce universalmente alla moratoria un senso pratico e risolutivo delle problematiche più scottanti che danneggiano il mondo e la sua umanità, che se ne facciano di continuo. Però, senza entrare ormai nel merito di una questione come quella dell’aborto con implicazioni e compromissioni d’ogni tipo, era questo il caso di proporla? O piuttosto, l’ingegno e l’intuito di un grande giornalista ha capito che, stante questo Papa, stanti i rapporti ingarbugliati a livello politico dove la laicità, il laicismo ed il cattolicesimo assurgono alle cronache della contraddizione più spietata, il momento era buono per seminare confusione? Pensiamo al Partito Democratico. Pensiamo a sensibilità come quelle di cui si fa latore la Binetti. Un bel pasticcio, no? Poi, aspettiamoci moratorie di destra e moratorie di sinistra. Quella contro l’aborto potrebbe essere bollata come una moratoria di destra? Il mondo dell’altra sponda potrebbe farsi carico di moratorie di sinistra. Per esempio, una bella moratoria contro la ricchezza esagerata a scapito di quanti invece non possiedono nulla?
Se le moratorie sono valide in un senso, allora devono essere valide anche nell’altro. Perché l’oggetto di una moratoria è necessariamente un fatto cosmico, universale per postulato: la vita, la morte, le guerre, le discriminazioni di ceto e di razza, l’opulenza colesterolemica e l’inedia assoluta. C’è da essere invidiosi, da giornalisti, di Giuliano Ferrara che ha avuto questa idea della moratoria sull’aborto ecco perché vogliamo smascherarne ad ogni costo la marpioneria. Ma se non fosse stato lui, o un giornalista del suo calibro, credete che avrebbe avuto il seguito che ha avuto? Ecco, per proporre moratorie, oltre che all’importanza del fatto da morigerare, è fondamentale una fonte autorevole che lo promulghi. Perché sapete quanti bravi giornalisti si scorticano i polpastrelli a scrivere di Darfur, di Africa, di ambiente e non se li fila nessuno?