di Raffaele Iaria
Una notizia che comunque ha lasciato tristezza in una terra, come quella della Locride, che vede partire un uomo amato e che ha lavorato molto per questa diocesi che ha guidato per 13 anni. Questa nomina è avvenuta tutta “alla luce di Dio”
Nessun retroscena, nessuna trama, dietro il trasferimento di mons. Giancarlo Maria Bregantini, vescovo di Locri-Gerace, promosso da papa Benedetto XVI alla sede arcivescovile di Campobasso-Boiano. Una notizia che comunque ha lasciato tristezza in una terra, come quella della Locride, che vede partire un uomo amato e che ha lavorato molto per questa diocesi che ha guidato per 13 anni.
Questa nomina è avvenuta tutta “alla luce di Dio”: “niente, dunque, trame oscure, niente giochi di potere, né di invidia o gelosia”, ha detto il presule nel messaggio alla sua diocesi che lascia: “e questo lo dico con forza contro chi ha scritto o sostenuto tesi infondate e negative”.
“Comprendo il vostro affetto per me e capisco certi toni appassionati della stampa – ha aggiunto il presule – ma vi chiedo paternamente di riportare tutto dentro i normali sentieri dell’obbedienza, in un trasferimento di certo molto doloroso ma che, lo sento alla luce di Dio, mi gioverà profondamente a vari livelli: spiritualmente, psicologicamente e umanamente”.
Dopo aver ringraziato i collaboratori e tutti i fedeli della diocesi di Locri- Gerace mons. Bregantini ha detto di portare con se “quello che ho da voi e con voi imparato, e lascio a voi quello che ho seminato con amore pieno e fervido”.
Il vescovo ha chiesto poi ai giovani “di lottare sempre contro la logica del destino, a vincere con fiducia la rassegnazione, certi che i piccoli passi portano a grandi mete, sapendo sempre intrecciare sogni e segni, con sereno equilibrio e fattiva concretezza”.
Mons. Bregantini ha voluto lasciare un messaggio di speranza anche per le scuole: “siate laboratori di speranza, capaci di educare sempre al bene, conquistando il futuro con dignità e qualità”, ai preti per “rivestirsi sempre di grande zelo e passione per il Vangelo, capaci di incarnarlo in santa letizia”, ai consacrati, al mondo della politica “amate questa terra con serio e leale impegno per dare stabilità e motivazioni di crescita verso il bene comune, perché diventi realmente un giardino, come insieme tante volte abbiamo sognato”.
Un messaggio anche ai fratelli “deviati dalla mafia”: “è a voi – ha detto – che rivolgo con cuore evangelico una consegna importante: la misericordia di Dio non si scandalizza del peccato, anzi Gesù si ferma proprio nella casa di Zaccheo, perché non è bloccato dai pregiudizi della gente né dall’orrore del male compiuto da quest’uomo, ma è spinto solo dall’amore del Pastore che, inquieto, va in cerca della pecorella smarrita.
Fate ritorno – ha affermato – alla pace di Dio, nelle vostre famiglie, con azioni di coraggio e di perdono,vero profumo per i nostri paesi”. A tutti mons. Bregantini ha poi chiesto di “annunciare con animo deciso e con gesti concreti, che il bene vince sempre contro ogni male e disperazione”, “denunciate tutto ciò che si viola e calpesta il progresso di questa terra” e “rinunciate apertamente alla disonestà, in tutte le sue forme, perché siete chiamati a più nobile bellezza”.
Mons. Giancarlo Maria Bregantini succede a mons. Armando Dini che lascia per raggiunti limiti di età. “Sono convinto – ha detto mons. Dini dando l’annuncio ai fedeli di Campobasso – che noi diocesani e tutti i molisani dobbiamo tanta gratitudine al Signore che ha ispirato Benedetto XVI a donarci padre Giancarlo”.
Ordinato sacerdote il 1 luglio del 1978 nella Cattedrale di Crotone ha insegnato Storia della Chiesa nel Pontificio Seminario Teologico Regionale di Catanzaro e successivamente nella diocesi di Bari-Bitonto, nello studentato teologico interreligioso pugliese. Nel 1990-91, è stato Parroco di san Cataldo in Bari. Eletto alla sede vescovile di Locri-Gerace il 12 febbraio 1994, viene consacrato Vescovo nella Cattedrale di Crotone da mons. Giuseppe Agostino – dal quale aveva già ricevuto l’ordinazione diaconale e presbiterale – il 7 aprile 1994.
L’ingresso nella Chiesa di Locri-Gerace, il 7 maggio 1994. Per la sua presenza in diocesi, la chiesa di Locri-Gerace – si legge nel sito della diocesi – “non cessa di benedire il Signore per questa straordinaria figura di Vescovo-Pastore tutto speso per il bene dei suoi fratelli la cui presenza e parola è stato punto di riferimento religioso e morale per tutti”.
Tra i tanti incarichi ricoperti mons. Bregantini è stato anche, nel quinquennio 2000-2005, Presidente della Commissione Cei per i Problemi Sociali e del Lavoro, Giustizia e Pace e Salvaguardia del Creato e membro del Comitato Scientifico e Organizzatore delle Settimane Sociali dei Cattolici Italiani.
A Locri si era molto impegnato per dare gesti di speranza ai tanti giovani che in questa terra non trovano lavoro. Per loro infatti si è fatto promotore di una serie di cooperative, aderenti al progetto Policoro della Chiesa italiana, offrendo lavoro a circa 600 persone. Intenso il suo apostolato sociale e contro la malavita organizzata.
Negli ultimi anni si ricordano i suoi appelli contro la ‘ndrangheta soprattutto dopo l’uccisione del vicepresidente del consiglio regionale Francesco Fortugno o dopo la recente strage a Duisburg, in Germania, con l’uccisione di sei persone originari della Locride. Poche settimane dopo si era, infatti, recato in Germania dove ha compiuto un “pellegrinaggio penitenziale” per ribadire che “la criminalità è molto radicata, purtroppo, ma non è invincibile”.