In Piemonte non vogliamo un PD di seconda mano

Nel 2008 il Pd nascerà dal basso o non nascerà. Le varie organizzazioni regionali del nuovo soggetto politico e anche quella piemontese decideranno in questi giorni come far nascere il Partito democratico a livello comunale e sovracomunale. Lì, nel territorio, ci sono le energie nuove e vere, da scovare e fare emergere, non solo l'eredità dei vecchi partiti. Lì troveremo i giovani e le donne che non sono stati “ex qualcosa”. A una condizione però: che si spalanchino le porte della
democrazia e della vera competizione di idee. Sui problemi concreti dei territori sia possibile (con le forme già previste a livello regionale) avanzare candidature per i coordinatori locali, votabili da tutti i cittadini simpatizzanti del centro sinistra, quelli che hanno votato il 14 ottobre e altri nuovi. Si creino intorno ai coordinatori gruppi di lavoro e direzioni, su piattaforme politiche, che siano nuovi e liberi anche dai recenti condizionamenti. In Piemonte il Pd sia una ricchezza e non una gabbia. Il Pd che nascerà tra gennaio e febbraio nella dimensione territoriale non deve essere il frutto di una elezione “di seconda mano”.

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