A dicembre scadrà il limite temporale fissato dalla risoluzione 1769 sul dispiegamento delle forze ONU in Darfur, a protezione dei civili. A poco più di un mese dalla fine dell'anno, non sembra però verosimile che le poche forze già presenti sul campo possano garantire quanto promesso: nessun Paese membro si è infatti offerto di inviare i mezzi di trasporto necessari allo spostamento nel difficile terreno della regione, nè i 18 elicotteri di trasporto e i 6 elicotteri armati, previsti per la difesa e la perlustrazione delle aree a rischio.
Il Presidente sudanese Al-Bashir ha inoltre negato il consenso per il dispiegamento dei caschi blu dell'ONU di nazionalità non africana, tra cui un battaglione thailandese, le forze speciali nepalesi, gli ingegneri dell'unità mista svedese-norvegese-danese.
Il Darfur, evidentemente, stenta ad essere al centro delle attenzioni della comunità internazionale, al di là delle commiserazioni e delle operazioni di immagine. Divenuto ormai il termine di paragone per le altre crisi del continente africano, come quelle in Somalia e in Congo, il “Darfur” rischia di essere l'ennesimo fallimento delle Nazioni Unite.(I.B.for Darfur).