Ancora una volta siamo costretti a piangere la scomparsa di due giovani ragazzi che hanno tristemente perso la vita sul lavoro. Un lutto che ci turba e ci sconvolge.
Christian ed Emmanuel, due operai morti in un cantiere vicino ad Ajaccio. Alle famiglie dei due manovali e al Sindaco di Uras, esprimo il mio cordoglio e rivolgo a loro tutta la mia vicinanza e solidarietà.
Lo sdegno e l’indignazione per chi perde la vita avendo come unica colpa quella di recarsi tutti i giorni sul proprio posto di lavoro, non può comunque esaurirsi nella sola condanna di quanto avvenuto.
Ogni incidente sul lavoro lo si vive come una sconfitta e amaramente rappresenta l’indice della nostra insufficienza. Nonostante l’incidente sia avvenuto in Corsica, non possiamo dimenticare che, anche in Italia, le norme ed i provvedimenti straordinari a tutela della sicurezza ci sono. Rimane la responsabilità della loro applicazione ascrivibile a molti. Non si possono imputare le colpe al destino, alla fatalità, ma bensì all’organizzazione del lavoro, alla cultura della legalità, alla sicurezza dei cantieri dove questi giovani lavorano.
La richiesta di giustizia, rivolta al governo, alla politica e alle imprese che in queste vicende hanno una responsabilità sociale, che solo poche settimane fa veniva espressa dal corteo di Torino per le vittime dell’acciaieria ThyssenKrupp, deve rinnovarsi in questa tragica vicenda. Sarà compito della Magistratura accertare le responsabilità di quanto avvenuto nel cantiere a Stiletto, nel più breve tempo possibile. Un atto dovuto alle due vittime che non erano colpevoli in nessun modo per quanto accaduto.
Il Testo Unico sulla sicurezza approvato dal Parlamento rappresenta un quadro legislativo tra i più evoluti d’Europa. È il momento di applicare e far rispettare le norme già varate, piuttosto che approvarne di nuove, al fine di ridurre drasticamente l’insopportabile crescere del numero di morti bianche.
Gli strumenti per cancellare le morti sul lavoro ci sono.
Dobbiamo lavorare per ricreare le condizioni sociali e culturali.
Dobbiamo lavorare per ristabilire la legalità nei cantieri e nelle fabbriche, che rispondono alla sola logica del profitto, dimenticando troppo spesso il senso etico e morale del termine “lavoro”.
Sono queste tragedie che devono far ritrovare la credibilità nella politica, che deve rendersi interprete e trovare le soluzioni adeguate per risolvere questi problemi e restituire la giusta dignità ai lavoratori.