Ancora una volta, nella regione turca dell’Anatolia, un sacerdote italiano rimane vittima di aggressione oggettivamente immotivata ma riferibile ad un humus culturale anticristiano che continua a manifestarsi in quell’area della Turchia.
L’episodio di oggi –commenta Barbara Contini, responsabile di “Azzurri nel mondo”- ci riporta al ricordo di don Andrea Santoro ucciso a Trebisonda, all’aggressione di un altro sacerdote a Smirne, ma anche al dovere di tener viva e presente, nei tavoli politici internazionali, la questione inaccettabile delle persecuzioni cristiane nel mondo che ancora persistono in Paesi che intrattengono le migliori relazioni con l’Unione Europea e l’Italia. Il silenzioso coraggio con cui tanti religiosi, molti di essi italiani, vivono in tali Paesi la loro esperienza pastorale, nonostante il clima di ostilità e pericolo, non deve rendere il problema meno urgente e forte.