La lezione del Dalai Lama

Ho avuto il piacere ed il privilegio, come componente il direttivo del gruppo di amicizia con il Tibet, di accogliere giovedì pomeriggio il Dalai Lama al suo arrivo al portone di Montecitorio e di ascoltarlo nei suoi incontri alla Camera dei Deputati. Una volta di più mi ha colpito per la sua semplicità, serenità ed aperta allegria fino a sorridere di sé stesso fuori da ogni rigido protocollo ma sottolineando anche con forza valori vissuti intensamente e che vanno ben al di là degli aspetti religiosi. Nella “Sala della Lupa” (non era stata concessa da Bertinotti l’uso dell’aula, nonostante la richiesta di 289 deputati) è emersa tutta l’ ipocrisia di una Italia che parla bene ma razzola male: Prodi e D’Alema assenti per non irritare le autorità di Pechino, Bertinotti a tenere un saluto molto diplomatico ed equidistante, con frequenti richiami “agli amici cinesi”. “Business is business”, ma è amaro pensare che venga a Pechino qualificato come “terrorista” proprio un Dalai Lama che per un’ora ha solo parlato di solidarietà, pace concreta, amicizia anche con chi gli ha invaso il Tibet con le armi ed ai quali chiede solo autonomia religiosa e possibilità di vivere in pace con le tradizioni di una civiltà che si perde nei secoli. Chissà perché in questo nostro mondo che ipocritamente si avvia a celebrare il ricordo di un Salvatore venuto al mondo in una mangiatoia “perché per loro non c’era posto all’albergo” tutti quelli che parlano di pace vengono applauditi, ma poi mai ascoltati. Vale per il Papa, il Dalai Lama, ma anche per tante persone semplici che con coerenza vivono cercando di costruire un mondo un po’ migliore. Sopraffatti dalle urla, dal fragore dei media, dal disprezzo della natura e della dignità umana. Anche in politica – chissà perché – quando si vuole essere un minimo diversi da come si è spesso troppo frettolosamente dipinti scatta un’immediata diffidenza, un blocco a cercare di superare gli steccati, in un vortice di accuse e contraccuse che alla fine spaccano e non uniscono mai.
Per questo è stato istruttivo e piacevole ascoltare una persona che ci ha tenuto a ripetere “sono solo uno di voi, uno dei sei miliardi di essere umani di questo mondo che devono imparare a saper vivere insieme, ciascuno dei quali ha diritto all’esistenza ed alla dignità”. Mi guardavo intorno tra tanti colleghi di diverso orientamento politico e pensavo al peso “rivoluzionario” se quelle parole fossero veramente applicate da ciascuno. Un’ utopia, certo, ma se dobbiamo riflettere sul senso vero del Natale sono pensieri che non dobbiamo trascurare anche se – a pochi metri di distanza – si litigava per la “finanziaria”

Lascia un commento

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy