BOMBE E MAESTRINE

Andrea B. Nardi*

L’attentato ad Algeri dell’11 dicembre (l’11 è sempre più data simbolica per Al Qaida) è stato compiuto dal Gruppo salafita per la predicazione e il combattimento, un concessionario di Al Qaida Maghreb che tenta di prendere il potere in Algeria dopo che negli anni Novanta l’integralismo islamico aveva perso la lotta armata contro lo Stato e causato 150.000 morti. Risultato dell’ultimo attentato: sessanta morti.
La crudeltà dei dirigenti terroristi (il loro capo è Abdelmalek Droukdel, 35 anni, laureato, algerino) è pari solo alla loro stupidità. Infatti essi non capiscono che ogni bomba, specie contro altri fratelli musulmani come ad Algeri, li allontana dalla stessa gente di cui si proclamano guida e bandiera. E sono stupidi anche per un altro, ben più profondo, motivo. Che è poi il medesimo errore fatto dai gruppi terroristici occidentali degli anni Settanta.
Le bombe non creano mai consenso fra le popolazioni, e chi le usa è destinato a non venir mai riconosciuto come leader politico. Il consenso, invece, lo si ottiene con mezzi molto più subdoli, e questi mezzi, purtroppo, l’Islamismo li starebbe usando molto bene (grazie alla viltà dell’Occidente), eppure non si rende conto che li vanifica a ogni strage.
Paradossalmente, infatti, per la guerra che l’Islamismo ha dichiarato all’Occidente sono meno pericolose le bombe (tranne che, ovviamente, sotto il profilo umanitario) delle infiltrazioni sociali e culturale. L’Occidente sta perdendo questa guerra nel momento in cui non riesce a convincere gli uomini e le donne di altre culture che i valori occidentali della Carità cristiana e della Ragione illuminista (veri pilastri su cui si fonda l’Occidente) sono valori universali di pace e di tolleranza da far propri. L’Occidente perde questa guerra quando vede sulle sue strade sempre più simboli medievali di negazione dei diritti umani, di prevaricazione, di crociata religiosa da parte dell’Islamismo. Ed è questo che sta capitando nelle nostre metropoli con donne velate, moschee in cui si predica la guerra agli infedeli, famiglie in cui vige la Sharia. A Londra questa battaglia è già persa: in interi sobborghi cittadini, per esempio, la poligamia è generalizzata e accettata, così come la sottomissione delle donne al maschilismo islamista.
Ecco quindi che ben più pericoloso di una bomba è l’atteggiamento occidentale di asservimento a tale strategia di conquista. Come, appunto, il comportamento di quella maestra di disegno della scuola elementare Villani a Firenze (notizia del 12 dicembre) che ha vietato a un bambino di rappresentare il Natale con l’immagine del Bambino Gesù perché sarebbe (testuali parole) «una scemenza rappresentare la nascita di Cristo associandola al Natale (sic), poiché in tal modo si offende il sentimento di chi non è cristiano». La detta pseudo maestra, alle rimostranze dei genitori, è stata poi spalleggiata dall’insegnante di italiano della IV C e assieme hanno insultato i genitori.
Ora, a parte che qualcuno dovrebbe insegnare a dette maestre ignoranti che il Natale si chiama così proprio a indicare la nascita del Cristo, ma soprattutto l’Occidente dovrebbe capire che non ha scampo se non smette immediatamente con questo falso mito del politicamente corretto, che lo porta a vergognarsi dei propri valori. Gli stessi che ci hanno fatto uscire dal Medio Evo innalzando la dignità di ogni persona proteggendone la libertà. Cosa ancora lontana nell’Islamismo imperante.

*Scrittore, giornalista, il suo ultimo libro è il romanzo storico Ecce Deus (Robin Edizioni)
www.andreanardi.it

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