On. Fausto Bertinotti
Presidente della Camera dei Deputati
La strage degli invisibili
In questi giorni, non posso che pensare ai ragazzi di Torino. A quei poveri operai che hanno perso la vita in uno dei tanti stabilimenti industriali nei quali ogni giorno si lavora. Ci si accorge oggi che essere operaio, ha un senso, e che quel senso è alto e profondo. Ci si accorge delle loro famiglie, delle loro vite sacrificate al profitto di altri. Quanta indifferenza ho visto nella mia vita. Ed oggi il pensiero di quei quattro ragazzi di Torino mi tormenta. Quando accade un incidente come questo, ci accorgiamo che ogni giorno uomini e donne sono alle prese con il conteggio del salario. Che sono disposti a tutto, per difendere quei pochi euro con i quali devono fare i conti giornalmente. L’ora di straordinario diventa un successo, e la disponibilità a farsi massacrare da turni disumani diventa necessità. Qualunque padrone di fabbrica, analizzati i costi/benefici sono sicuro, non farebbe mai l’operaio. E’ un’impresa a perdere. Guardando in profondità nelle storie dei ragazzi di Torino è facile capirlo. Fare l’operaio è una disgrazia. Eppure loro amavano il loro lavoro, come l’ho amato io nei miei 41 anni di fabbrica tessile in Svizzera. Oggi camminando sui tappeti rossi di Montecitorio mi accorgo di quanta distrazione, di quanta indifferenza vi sia in questo mondo verso gli operai. E’ passato più di un anno da quando ho chiuso l’armadietto in fabbrica l’ultima volta. Mi sento ancora la tuta addosso e la mattina mi sveglio ancora con l’orario del turno. Il mondo è un altro mi ripeto nei pensieri quando sono in aula. Il mondo è quello dei capannoni impregnati di insidie, Dove non puoi distrarti e l’amicizia diventa comune spirito di difesa e sopravvivenza. Quanto mi mancano i miei colleghi di turno, i miei amici. Quei ragazzi di Torino avevano gli stessi volti di quei tanti operai che ho conosciuto in fabbrica. Lo stesso sguardo, triste ma fiero. A trent’anni passare quindici ore in linea in una acciaieria per poco più di mille euro è incredibile e nessuno lo può immaginare. Uno crede che essere specializzato voglia dire guadagnare di più. Si, ma quanto ? Settanta euro per una gratifica? Quanta ipocrisia nella società che guarda morbosamente dentro la vita dei Vip, e non si accorge di quello che succede dentro i capannoni. Che ignora cosa vuol dire lavorare alla catena ogni giorno della vita minuto su minuto, ora su ora, facendo instancabilmente andare avanti il ciclo. Il Padrone da quel lavoro guadagnerà molto bene. Tu invece sei un costo, che va ridotto al minimo per consentire meno spese e più profitti. Ed allora un estintore, le più elementari norme di manutenzione sono un costo abbattibile. Quanto cinismo, quanta cattiveria c’è a volte nel mercato. Forse un giorno andrò a Torino, forse a Natale quando chiuderà la Camera. Voglio portare un fiore a quei ragazzi, voglio andare in quel quartiere delle acciaierie, quando tutto sarà spento ed i riflettori non illumineranno più quei luoghi. Quando l’indifferenza e la distrazione sarà scesa come un velo impietoso. Voglio andare a guardare per poi tornare qui a Roma nei Palazzi e riversare dai miei occhi lo sguardo di quegli operai invisibili.
On. Antonio Razzi