Il Bel Paese non gode di buona stampa

Ammettiamolo: da diversi anni, cioè dal 2001 quando Silvio Berlusconi ha vinto le elezioni, l’Italia non gode più di buona stampa. Un anno e mezzo di governo del centro-sinistra non ha cambiato di molto il tono dei servizi. Neppure le recenti elezioni politiche italiane hanno attutito i toni accesi contro Berlusconi. Per la sua sconfitta sono state scritte parole pesanti e spesso ingenerose. In questi giorni è la volta della notizia che l’ex primo ministro ha lanciato l’ipotesi di fondare un altro partito. Purtroppo la notizia non è stata pubblicata su un quotidiano di sinistra, bensì “I Kathimerinì”, un quotidiano moderato che si rivolge alla borghesia produttiva e alla classe dirigente.
Traduciamo dall’edizione del 20 Novembre. «Impavido e sempre arzillo, Silvio Berlusconi è ritornato annunciando la nascita di un nuovo partito, dal nome “Partito Popolare delle Libertà”. L’ex primo ministro ha annunciato la “buona novella” nel corso di uno “show milanese”, dichiarando la fine di “Forza Italia” e la nascita del nuovo partito durante una grande manifestazione a Milano. Lo “show”, oltre ai soliti abbracci a belle donne, ha avuto come “clou” la “più grande raccolta di firme della storia italiana”, come ha affermato lui stesso, il “Berlu”, riferendosi ai circa otto milioni di firme di cittadini italiani che hanno aderito alla richiesta di elezioni anticipate, con lo slogan “Prodi vattene a casa”».
L’articolo poi riporta le reazioni dell’ex alleato Fini e le sue possibile mosse future. E poi conclude con un autentico cammeo: «La creazione del nuovo partito coincideva con la denuncia di frode fiscale da parte di Berlusconi». Una chiusa alquanto maliziosa che ricorda al lettore ellenico una delle accuse mosse a Berlusconi sulle vere ragioni della sua “discesa in campo”.
Il tono canzonatorio dell’articolo non è un caso isolato sulla stampa ellenica, la quale non ha mai saputo “leggere” con esattezza (ma noi italiani lo sappiamo fare?) la complessa realtà politica italiana dell’ultimo decennio ed il “fenomeno Berlusconi”. Neppure la visita ufficiale, nel 2004, del Presidente della Repubblica Ciampi aveva bloccato un lungo servizio “partigiano” sulla situazione politica italiana. Quella trasmissione, curata dal corrispondente da Roma della televisione di stato, era un trionfale inno all’anti-berlusconismo. Si poteva essere in accordo o in disaccordo con il testo del servizio, ma si poteva evitare, per evidenti ragioni di diplomazia, che la trasmissione andasse in onda la sera prima dell’incontro tra i due Presidenti della Repubblica. Nessuno ha protestato (già, ma quanti italiani l’hanno seguita?).

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