Si è tenuta una nuova seduta del Comites di Buenos Aires, che
segue a quella di lunedì della settimana scorsa, che Walter Ciccione
racconta a pagina 16. Quando scriviamo questo fondo, non sappiamo come sia
andata ieri sera, ma la cronaca di Ciccione della settimana precedente e
certe prese di posizione della vigilia, rispecchiano una situazione di in
certezza in seno al Comites che rappresenta la comunità italiana all'estero
più numerosa che è, appunto, quella costituita dai due centomila italiani
iscritti all'anagrafe del Consolato generale d'Italia a Buenos Aires. Era
trapelato però che al centro del dibattito ci sarebbe stato l'effettivo
utilizzo dei fondi ricevuti dato che, come è noto, i fondi non utilizzati
devono essere restituiti a Roma, col rischio che l'anno successivo la
Farnesina operi un taglio ai fondi richiesti con il preventivo dell'anno.
Naturalmente diamo per scontato che tutti i 24 consiglieri che ne fanno
parte, agiscono in buona fede. Il problema sembra essere la mancanza di un
impegno a costruire insieme. Ciccione descrive una seduta di tutti contro
tutti. Infatti, un primo problema di questo Comites è una profonda
frammentazione al suo interno, a causa della quale nessuna maggioranza è
possibile, perché praticamente non ci sono gruppi di riferimento. Ognuno
sente “le mani libere”, come usano dire oggi i parlamentari in Italia.
C'è da ricordare che il risultato delle elezioni del 2004, fu di sei
consiglieri per la prima lista e cinque per la seconda, entrambe legate
all' Associazionismo, mentre le altre cinque liste, legate alcune alle
associazioni, altre ai partiti, altre ai patronati, non riuscirono a
conquistare più di uno o due seggi l'una. E c'è da ricordare inoltre che di
quel Comites facevano parte Luigi Pallaro e Ricardo Merlo, che poi si sono
dimessi quando sono stati eletti al Parlamento italiano, Mario Frizzera, la
cui morte gettò nell'incertezza la lista che aveva capeggiato, e che aveva
conquistato il secondo posto e Gaetano Cario, il quale pur se non aveva
avuto tanti voti di preferenza (circa 1800 contro gli 11mila di Pallaro, i
7mila di Merlo e i 6mila di Frizzera), aveva in comune con loro una lunga
esperienza all'interno del Comites e un profonda conoscenza dei suoi
meccanismi di gestione.
Subito dopo le elezioni è stato eletto Ricardo Merlo a presiedere il
Comites, dopo che Pallaro aveva deciso di fare un passo indietro per
lasciare l'incarico a un giovane. Una volta che Merlo fu eletto alla Camera,
è stato logico che alla presidenza si insediasse Santo Ianni , il capolista
di “Si Italia”, la lista che aveva ottenuto il terzo posto, con il 10 per
cento dei voti, il quale, d'altra parte, aveva manifestato la massima
disponibilità a concordare le politiche da applicare in seno al Comites, con
la maggioranza, che, nel frattempo, aveva aumentato il numero dei suoi
membri per il passaggio di altri consiglieri, eletti e cooptati. Il nuovo
presidente non ha lesinato tempo e dedicazione al suo lavoro, visto che
trascorre non meno di cinque ore al giorno nella moderna sede del Comites,
nel palazzo del Consolato.
Ma l'elezione politica dell'anno scorso, che per la prima volta ha portato
in Parlamento dei rappresentanti degli italiani residenti all'estero, ha
messo in fibrillazione numerosi settori della collettività. Infatti, la
possibilità di essere eletti al Parlamento, ha indotto alcuni dirigenti a
pensare di più alle possibilità – certe o immaginarie – di lottare per
candidarsi alle prossime elezioni, impostando quindi la loro azione politica
solo con quell'obiettivo, certamente legittimo.
Il risultato è, come descriveva Ciccione, una paralisi causata dal “tutti
contro tutti”, che ha tolto iniziativa al Comites di Buenos Aires. Temi
importanti come quello dell'assistenza sanitaria (qualcuno ha lamentato che
il Comites non è stato ufficialmente informato della gara d'appalto per la
concessione del servizio di assistenza sanitaria ai connazionali indigenti e
ha ricevuto come risposta che può consultare il sito internet
dell'Ambasciata), del pagamento delle pensioni italiane da parte del Banco
Itaú, dell'assistenza diretta, del servizio consolare, non trovano una
risposta nelle sedute del Comites.
Questo succede perché i consiglieri affermano che non sono sufficientemente
informati (come sostengono ogni volta che devono esprimere un parere sulle
richieste di contributi), che le informazioni che ricevono arrivano in tempo
limite e quindi senza possibilità di verifiche. Ma anche perché il lavoro è
spezzettato in tante commissioni che non riescono a esprimere nemmeno i
programmi di lavoro per l'anno successivo.
Un altro problema riguarda la sede. Come dicevamo, l'ufficio del Comites si
trova all'interno della nuova sede consolare. Quando a suo tempo si decise
il trasferimento dell'organo di rappresentanza della collettività della
Circoscrizione, nella nuova “Casa degli Italiani”, come la chiamano le
autorità, è sembrata una decisione saggia. Decisione però che non aveva
messo nel conto le misure di sicurezza e le ristrettezze economiche che
implicano un orario di chiusura della sede consolare che è difficilmente
compatibile con le disponibilità orarie dei consiglieri i quali, come è
naturale per una attività di volontariato, dedicano alle riunioni del
Comites l'orario serale, dopo che finiscono le rispettive attività
lavorative. Per cui non è sufficiente la disponibilità del Console generale
e dei suoi collaboratori a spostare di due ore l'orario di chiusura della
sede consolare, perché, comunque mettono una limitazione ai tempi
dell'attività specifica di dibattito e discussione, naturali di un organismo
politico come è, appunto, il Comites. Una situazione che per forza di cose
porterà a chiedersi se effettivamente la sede consolare sia la sede migliore
per il Comites.
Aspetto questo, come tutti gli altri, che portano a pensare che il Comites
di Buenos Aires è assente ed è tenuto in poco conto. Ci vorrà quindi molta
buona volontà, ma anche tanta intelligenza e disponibilità per far ripartire
questo organismo, visto anche che ha quasi un anno e mezzo di lavoro davanti
a sè. E visto anche che rappresenta una comunità che non è importante
soltanto per il suo numero, ma anche per la sua storia, per la sua
struttura, per le sue realizzazioni, per il suo spirito di partecipazione e
perché si trova in una delle città più affascinanti dell'America Latina.
Naturalmente questo punto di vista può non essere condiviso da tutti, a
cominciare dai diretti interessati. Le nostre pagine sono aperte ai loro
punti di vista.
Ma crediamo che il Comites di Buenos Aires deve reagire e certamente non
siamo gli unici a pensarla così.
Marco Basti
marcobasti@tribunaitaliana.com.ar
LA FINESTRA DI MARIO BASTI
Ci facciamo la nostra banca per riscuotere le pensioni?
“Come rimaniamo impotenti di fronte a tanta ingiustizia?… Nessuno è
responsabile né di lá, né di qua. Come siamo rimasti ingannati sessant'anni
fa quando siamo arrivati… e piano,piano siamo rimasti rinchiusi. Ormai é
troppo tardi per rimediare.” Cosí concludeva l'abbonato Hugo Raise la sua
lettera da Villa Regina – che abbiamo pubblicato mercoledí scorso – dopo
aver deplorato che il Banco Patagonia incaricato di pagargli la pensione
italiana gli ha dato in euro meno del 10% degli euro inviatigli dall'INPS
dall'Italia. E nella breve risposta il direttore della TRIBUNA ITALIANA,
dopo aver rilevato la tanta amarezza e veritá della lettera, osservava che i
funzionari dell'INPS, responsabili di questo stato di cose assicurano che
la cosa si risolverá, ma “per quanto riguarda chi in queste spiagge dovrebbe
occuparsi dell'argomento, continua il silenzio… assordante”.
E come era facile prevedere non é mancato l'amico Lettore, il quale ci ha
telefonato per chiederci: Fino a quando pubblicherete queste lettere, fino a
quando questi reclami?
L'amico lettore, intelligente com'è ha già immaginato la risposta: “Fino a
quando queste lettere ci arriveranno le pubblicheremo. Non é forse nostro
dovere dare una vo ce ai nostri lettori quando si tratta di problemi che
interessano tanti di noi, ma chi deve risolverli fa finta di non saperlo? E
purtroppo questi reclami sono sempre all'ordine del giorno. Pertanto fino a
quando dipenderá da noi un pó di spazio, dentro o fuori LA FINESTRA
continueremo a trovarlo. A meno che l'INPS o chi per lei – governo,
Parlamento, confederazioni sindacali, associazioni di diritti umani, ONU,UE,
o chiunque sia (non ho preferenze) – non ries ce a trovare una soluzione.
Tu non ci crederai, caro Lettore, ma io, nonostante i tanti anni già
suonati, continuo a credere a Babbo Natale e pertanto non si sa mai!
Non si sa mai
Non si sa mai! anzi ti diró caro Lettore (ma riservatamente, per ora non
dirlo a nessuno) che all'improvviso, fantasticando, mi sono venute in mente
due maniere perchè noi stessi, noi come comunitá italiana in Argentina,
nella quale credo che i beneficiari di pensioni italiane del Tesoro e
dell'INPS siamo alcune diecine di migliaia potremmo darci da fare per
contribuire a trovare una urgente soluzione, visto che chi dovrebbe, nel
Belpaese, é in tutt'altre faccende affaccendato! Allora?
E allora mi vengono in mente due maniere. La prima consisterebbe in
un'azione urgente e concorde, perchè subito, simultaneamente, le persone e
le istituzioni, che direttamente o indirettamente ci rappresentano, pongano
a chiare lettere il problema alle personalitá e istituzioni con cui hanno
contatto a Roma, per chiedere che intervengano nelle sedi appropriate per
una influenza concorde e determinante sull'INPS o chi per lei affinchè: 1)
ai beneficiari residenti in Argentina vengano pagate le pensioni con
importo uguale a quello che viene pagato ai beneficiari in Italia; 2) che
queste pensioni vengano pagate in euro e senza ritenute di cambi o
commissioni bancarie, a meno che il pensionato preferisca il pagamento in
pesos o dollari, ma sempre al netto di tutte le ritenute.
Cosí alla Farnesina e specificamente al Vi ce ministro per gli Italiani
all'estero sen. Danieli, giungano simultaneamente queste richieste
dall'ambasciatore d'Italia in Argentina, dai dieci consoli generali e
consoli di tutte le cittá che sono sedi consolari.
Contemporaneamente al presidente del Consiglio Prodi e al presidente del
Senato Franco Marini giungano reclami del sen. Luigi Pallaro da noi eletto e
al premier Prodi e al presidente della Camera Bertinotti i reclami dei
deputati che noi abbiamo eletto: Giuseppe Angeli e Ricardo Merlo. Inoltre
alla Farnesina, al Vi ce ministro per gli Italiani all'estero Franco
Danieli, richieste e reclami da tutti i Comites dell'Argentina, dalla
Feditalia e da tutte le Federazioni e, possibilmente anche da tutte le
associazioni, da tutti i Patronati (anche se questi l'hanno già fatto) alle
varie Confederazioni sindacali. Insomma ce ntinaia o forse migliaia di
reclami e richieste da coloro che in un modo o nell'altro hanno la
responsabilitá di rappresentare la comunitá italiana in Argentina.
E aspettiamo e vediamo se succede qualcosa o non succede nulla. Vediamo se
in tutti i palazzi del potere d'Italia si ignoreranno reclami e richieste
dei nostri rappresentanti che noi abbiamo eletto o degli autorevoli
funzionari e delegati che operano fra noi nominati da Roma. Non succederá
nulla? Vediamo. Io credo ancora in Babbo Natale, anche perchè so che non sto
chiedendo la luna nel pozzo! E a Natale mancano ancora 20 giorni: Non
basteranno?
Una nostra Banca
Tu, caro Lettore, che forse non credi a Babbo Natale, mi chiederai: E se 20
giorni non bastassero?… L'interrogativo, te lo confesso, mi mette in
imbarazzo perchè in esso é implicito un giudizio non proprio brillante sulla
comunitá italiana dell'Argentina, di cui facciamo parte tutti noi che
emigrammo tanti anni fa dall'Italia e i nostri familiari non nati in Italia
(abbiano svolto giá, o non ancora le pratiche di cittadinanza). Questa
comunitá italiana di adesso, dell'epoca della globalizzazione, é migliore,
piú capace , piú all'altezza delle situazioni di quella che l'ha preceduta
nella seconda metá dell'Otto cento e nella prima del Novecento? Quella,
tutti lo sappiamo, era culturalmente meno preparata dalla nostra, con una
alta per ce ntuale di analfabeti, ma che l'America la sapeva fare, molto
piú di noi, anche se forse operava in circostanze piú favorevoli. Un'elevata
percentuale di analfabeti, ma anche tanti dirigenti di altissimo livello,
che sebbene integrati alla societá argentina, forse più di noi, erano
orgogliosi delle loro radici italiane e le mettevano in mostra.
Ricordi, caro Lettore, l'Argentina, ricordi Buenos Aires degli Anni
Cinquanta? Ricordi che allora chi voleva essere sicuro di fare buoni
investimenti alle borse di Buenos Aires, acquistava le azioni del Gruppo
Italiano? La Celulosa, la Fabril Financiera. Ricordi che l'energia era
assicurata in gran parte da una grande Societá industriale che si chiamava,
La ITALO? Ricordi quante banche italiane d'Italia e della comunitá
italo-argentina erano a disposizione dei risparmiatori? Banco di Napoli che
era dello Stato italiano, Banco di Roma, che non aveva sportelli ma operava
effica ce mente nel campo finanziario e le banche fondate qui da operatori
della comunità, magari con la partecipazione di qualche banca del Belpaese:
Banco de Italia y Río de la Plata, Banca Italo-Fran ce se, Banca
Italo-Belga, Nuevo Banco Italiano (nota che l'attributo ITALO era sempre in
evidenza!) e quando andavi, magari per fare una “remesa de ayuda familiar
alle famiglie in Italia” trovavi spesso un impiegato che ti consigliava bene
magari parlando il tuo stesso dialetto, perchè come te era immigrato qui da
Cosenza o da Chieti o da Benevento o da Siracusa o da Campobasso. E nelle
sere d'estate ti capitava magari di andare a passeggiare dall'avenida
Corrientes alla Nueve de Julio, perchè avevi l'illusione di stare in una
strada italiana per le tante scritte al neon: Cinzano, Martini, Alitalia,
Olivetti, Fernet Branca, Linea C, Italmar, Fiat…Non é una fantasia, é
stata davvero una realtá di pochi de ce nni or sono. Poi Banco di Napoli e
Banco di Roma hanno chiuso per tornare in Italia e le banche della comunitá,
una dopo l'altra sono scomparse.
Sicchè adesso, per pagare le pensioni a diecine di migliaia di italiani
stabiliti in Argentina hanno scelto una banca che di italiano non ha proprio
nulla, ma sa fare per sè buoni affari con i milioni di euro che riceve
mensilmente dall'INPS per i nostri pensionati e il servizio che presta in
cambio ai pensionati non é proprio dei migliori! Non era l'immagine della
comunitá italiana di poche diecine di anni fa migliore di quella attuale? E
allora non sarebbe una buona idea farci una nostra banca con operatori della
comunitá, con azioni di nostri imprenditori – ce ne sono di piccoli, medi,
grandi, grandissimi – e che non si sentono imbarazzati a mettere in mostra
quell'ITALO che è titolo di onore, di capacitá, di orgoglio? Io non sono
economista, nè me ne intendo di finanze, ma non mancano certamente nella
comunità gli eventuali operatori. Non sará il caso che ci si faccia un
pensierino? Sarebbe questa la terza maniera, la più conveniente per tutti!
MARIO BASTI
finestra@tribunaitaliana.com.ar
XVII Congresso dei giovani di origine italiana a Las Grutas
FEDITALIA: Ribadito l'impegno a sostenere
la partecipazione dei giovani
Il 24 e 25 novembre si è svolto il “XVII Congresso dei Giovani di
Origine Italiana”, organizzato dalla FEDITALIA, presso l'Auditorium
dell'Hotel Crown Casino, della località balneare di Las Grutas, provincia di
Río Negro, nella Patagonia Argentina.
L'evento è stato organizzato insieme alla Federazione delle Associazioni
Italiane di Río Negro e Neuquén, con la adesione del Consolato Generale
d'Italia in Bahía Blanca; del vi ce segretario generale del CGIE per
l'America Latina, del Comites di Bahía Blanca, della delegazione di Rio
Negro della Camera di Commercio Italiana , che ha sede a Villa Regina e
della Federazione Atlantica e Andina Dante Alighieri .
Al Congresso, un appuntamento che la FEDITALIA organizza da oltre venti anni
per promuovere la partecipazione della nuove generazioni alla vita
argentina, portando i valori che i giovani hanno ri ce vuto dai loro nonni e
genitori venuti dall'Italia, hanno preso parte circa tre ce nto persone, di
delegazioni giovanili in rappresentanza di Federazioni e Comites giunte da
Bariloche, Bolívar, La Plata, Mar del Plata, Morón, Vicente López,
Olavarría, Capital Federal, General Roca, Choele Choel, Cipolletti, Cinco
Saltos, Córdoba, Oncativo, General Pico, Santa Rosa, Las Grutas, Neuquén,
Zapala, Río Colorado, San Martín de los Andes, Trelew, Viedma, Villa Regina,
Mendoza, Buenos Aires, Bahía Blanca, Médanos, Pigüé, Tandil e San Antonio
Oeste.
Nel suo saluto di benvenuto Roberto Caldart, Presidente dell'Associazione
Italia Unita di General Roca (Río Negro) e della Federazione delle
Associazioni Italiane di Río Negro e Neuquén (FE.S.IT.), ha sottolineato
“l'importanza, l'impegno e l'orgoglio per la fiducia riposta dalla FEDITALIA
nella Federazione e nella comunità italiana locale, per organizzare il
Congresso, date le distanze anche lunghe, che separano fra loro le 17
Associazioni che aderiscono alla Federazione.
Da parte sua Martín Vesprini, Coordinatore Generale giovanile del
Congresso, ha spiegato il senso del lemma che avrebbe ispirato i lavori
durante le due giornate: “L'onda delle Nuove Generazioni” – ha detto –
“rispecchia l'inserimento dei giovani nel mondo dell' Associazioni smo,
sottolineando l'importanza della partecipazione e delle opportunità, che si
presentano una dietro l'altra, come avviene con le onde del mare e dobbiamo
essere pronti a coglierle”.
Quindi hanno rivolto brevi interventi di saluto, tra gli altri, il
presidente del Comites di Buenos Aires, Santo Ianni ; el Vi ce segretario
del CGIE per l'America Latina, Francisco Nardelli ; il presidente del
Comites di Bahía Blanca, Juan Carlos Paglialunga e il Senatore argentino per
la Provincia de Neuquén Pedro Salvatori, membro inoltre della Commissione
parlamentare argentina di Amici dell'Italia.
Tra i presenti c'erano anche il senatore argentino e capogruppo al Senato
del “Frente para la Victoria”, Miguel Ángel Pichetto; la seconda Vi ce
presidente e il tesoriere di FEDITALIA, Prof. Nélida Claps e Prof. Fernando
Caretti, rispettivamente; il presidente dell'Associazione Italiana di
Neuquén, José Alfieri; il presidente dell'Associazione italiana di Cinco
Saltos, Alfonso Valenti; il presidente del Centro culturale Italiano di
Viedma, Roberto Tronelli; il presidente di FEDIME (“Federación de
Instituciones italianas de la circunscripción consular de Mendoza”), Oscar
Cantón; il presidente della Camera di Commercio Italiana di Villa Regina,
Norberto Vidoni; il presidente dell'Associazione italiana di San Antonio
Oeste, Olimpio Repucci; Eleonora Carrieri consigliere del Comites di Buenos
Aires ed Emilio Condò, consigliere del Comites di Lomas de Zamora.
Il saluto di Pallaro
E' stato quindi il turno del sen. Luigi Pallaro , presidente della FEDITALIA
e grande promotore dei Congressi dei Giovani che si svolgono ogni anno
coinvolgendo i giovani di origine italiana di tutta l'Argentina.
Pallaro si è congratulato con i giovani per il loro impegno e voglia di
partecipazione, che li ha portati a lunghi viaggi da ogni angolo
dell'Argentina per essere presenti all'appuntamento rispondendo
all'iniziativa della FEDITALIA di mantenere e di diffondere i valori
dell'italianità legati dai loro nonni e genitori e di promuovere i rapporti
tra l'Italia e l'Argentina attraverso la nostra storia associativa.
Il presidente della FEDITALIA ha quindi ringraziato i presenti “dato che
grazie al fatto che molti dei presenti mi hanno votato oggi sono senatore
della Repubblica Italiana e sono impegnato ogni giorno perché l'Italia
conosca e s'impegni in favore di tutte le attività che svolgiamo ogni giorno
in Argentina. Ma per portare avanti il mio lavoro, è ne ce ssaria la vostra
partecipazione, perché il futuro non è per me, ma per voi. Da voi dipendono
i rapporti tra l'Italia e l'Argentina.
Pallaro ha poi consegnato un riconoscimento al cav. uff. Luigi Cassani,
Agente consolare d'Italia a Villa Regina, tesoriere della Federazione delle
Associazioni Italiane di Río Negro e Neuquén e Presidente del Circolo
Italiano di Villa Regina, por il suo “instancabile e disinteressato lavoro
in seno alla comunità italiana attraverso l' Associazionismo”. Una ovazione
dei presenti ha fatto eco alle emozionate parole di ringraziamento del cav.
uff. Cassani.
Gli altri interventi
Sono seguiti poi una serie di interventi il primo dei quali del Console
generale d'Italia a Bahía Blanca Nicola Di Tullio, che ha fatto una
panoramica sugli accordi tra università italiane e argentine, e sulle
offerte formative dell'Italia, attraverso masters, borse di studio e corsi
di alta formazione
Quindi l'ing. Hugo Mascialino, direttore di ingegneria della Commissione
Nazionale per le Attività Spaziali dell'Argentina, responsabile per
l'Argentina dello sviluppo del Sistema