Riceviamo e pubblichiamo: Risposta a Zulian

Caro Zullian si documenti lei, prima di ciarlare tanto.

rif/ articolo su aise del 4/12/2007: H 16,46 critiche alle
proposte della senatrice Rebuzzi in materia di aire e
assistenza sanitaria.(riportato in calce)

Vede sig/r Zullian e' lei, che quando scrive dovrebbe do-
cumentarsi e non la Senatrice Rebuzzi, in quanto a noi
che viviamo in questo paese, non abbiamo bisogno di
consiglieri, ne' di documentarsi, le cose le viviamo sul-
la nostra pelle e le assicuro non e' come in Svizzera.

A mio avviso, prima di scrivere quell'articolo su una real-
ta' che non conosce avrebbe fatto bene a fare un giretto
nella Repubblica Dominicana.

Le avremmo fatto vedere gli ospedali pubblici Dominicani
dove i malati sono ammucchiati nelle corsie e vedono un
medico una volta alla settimana.

L' avremmo fatta parlare con chi si e' ricoverato negli
ospedali privati ed hanno dovuto pagare per essere
curato, migliaia di EURO e forse avrebbe, come abbiamo
fatto noi, partecipato a delle '' collette '' per tirare fuori dai
guai alcuni nostri connazionali in condizioni disagiate.

Le avremmo mostrato anche i cedolini delle nostre pen-
sioni e fatto conteggiare quante sono le ritenute fiscali
che che versiamo allo stato italiano.

Dimostra anche di non capire gran che, su le iscrizioni
aire, lei sa che e' obligatoria dopo un anno di residenza
in un paese estero? Che deve iscriversi all'aire per avere
diritto a dei servizi dal consolato ?

Se vuole lo puo' fare anche ora, questo viaggio, noi sia-
mo qui'.

Pero' non abbiamo capito bene cosa vuole !!!!

Chiede che i cittadini che si trovano nelle nostre condi-
zioni e siamo tanti, continuino a foraggiare lo stato ita-
liano senza aver niente ? Ne' assistenza sanitaria, ne'
defiscallizzazione della pensione? Noi non lo crediamo !!

Vede sig/r Zullian, sbagliare una volta e' lecito, lo perdo-
niamo pero' sarebbe giusto che chieda scusa alla sena-
trice Rebuzzi ed a quanti si sono schierati a favore del-
la nostra richiesta, che prima di essere un argomento
politico e' un problema di giustizia ed equita' sociale.

IVO BELLACCINI ivo.bellaccini@yahoo.it
PRESIDENTE
ASSOCIAZIONE PENSIONATI ITALIANI
DELLA REPUBBLICA DOMINICANA

PUBBLICHIAMO L'ARTICOLO DI ZULLIAN APPARSO SU L' AISE
DEL 4/12/2007

04/12/2007 ore 16.46
Italiani nel mondo
LE CRITICHE DI ZULIAN (CDL SVIZZERA) ALLE PROPOSTE SULL’ASSISTENZA SANITARIA DELLA SEN. REBUZZI E DELL’ON. FERRIGNO (FI)
OLTEN aise – “Siamo rimasti allibiti agli accorati appelli della Senatrice Rebuzzi (Fi) e del collega On. Ferrigno, nel loro volere una cosa che già esiste, o che, se non esiste, riguarda solo particolari casi. Alludiamo all’assistenza sanitaria gratuita, chiesta dalla Senatrice e poi dal collega, da estendere a tutti gli italiani all’estero iscritti all’Aire e che in patria pagano l’IRPEF ( e cioè l’imposta sul reddito delle persone fisiche). Assistenza sanitaria da effettuarsi in Italia, beninteso(vedi AISE del 4 dicembre h.15.12)”. Ad essere sconcertato è Antonio Zulian, dei Circoli della Libertà in Svizzera, che spiega così il perché del suo stato d’animo: “c’informiamo immediatamente. Risposta: in Europa occidentale, almeno, vige l’obbligo di assicurarsi presso le locali “Casse Malati”, che prevedono un pacchetto assicurativo medio valido per tutti, e poi la facoltà di migliorare la propria assicurazione a seconda delle possibilità”.
Prendendo ad esempio il “pacchetto base”, Zulian spiega che “tre sono i mesi in cui, qualora in Italia ci prendesse un coccolone, abbiamo la possibilità di farci curare nei locali ospedali. E questi ci curano, ma ad una condizione: che lo sfortunato, o chi per lui, avverta di quanto gli è successo la sua assicurazione, la quale prenderà tutte le iniziative del caso. Se grave ed impossibilitato a muoversi, verrà curato in loco o comunque nel Centro meglio attrezzato, sempre comunque nel territorio italiano, se invece la cosa non è grave, sarà compito e dovere dell’assicurazione farlo rientrare. In tal caso tutte le spese sono coperte”.
“Tuttavia – prosegue – ci si potrebbe anche chiedere se un emigrato vero si possa permettere di stare in Italia oltre i tre mesi previsti dalle varie assicurazioni. Ma qualora ci fosse, un pensionato, ad esempio, sia o no esso iscritto all’Aire, non si vedrà rifiutare l’assistenza sanitaria in Italia qualora con sé avesse il tesserino di copertura della sua “Cassa malattia”, e ne seguisse le istruzioni alla lettera. Dunque da tale discorso escludiamo l’Europa. Del resto, potremmo portare alcuni casi esemplari e con tanto di nomi, cognomi e indirizzi”.
“Ci domandiamo ora – scrive ancora Zulian – dove sia il nesso che collega l’assistenza sanitaria che vogliono i due nostri rappresentanti, con l’iscrizione all’Aire e il pagamento dell’Irpef. Dice la Rebuzzi che, siccome molti emigrati italiani pagano l’Irpef alle casse italiche, questi avrebbero diritto all’assistenza sanitaria, “come tutti i fratelli in patria”. Oplà. E perché mai? Quello è un balzello che riguarda i guadagni che si ricavano da un bene proprio, dalla casa ad esempio, se si affitta. E infatti, se così si contribuisce a pagare anche la sanità, il bene rimane comunque al proprietario che ne beneficia, essendo lui assicurato nel suo paese di residenza estera e non pagando le altre infinite tassazioni cui sono soggetti gl’italiani residenti in patria. Ma vogliamo scherzare?”
Quanto all’Aire, per Zulian “il discorso si semplifica: non è assolutamente vero, come afferma Ferrigno, che chi non vi è iscritto gode dell’assistenza sanitaria gratuita. Qui siamo proprio ai confini del ridicolo, e non solo perché, di certo involontariamente, quanto egli afferma è in contraddizione con le tesi della Rebuzzi, ma anche perché gli stessi residenti all’estero non iscritti, possiedono le medesime assicurazioni di copertura assicurativa. Ci si porti un solo esempio di un emigrato non iscritto all’Aire, o anche iscritto che sia, a cui siano state rifiutate le cure assistenziali in questione. Dopodiché, possiamo riparlarne”.
“A molti italiani residenti all’estero – argomenta l’esponente della Cdl in Svizzera – invece è stato detto dai propri comuni che, qualora fossero iscritti, perderebbero quel tipo di assistenza. Falso, perché la vera ragione è la seguente: più residenti si tengono i Comuni, e più risorse finanziarie ricevono dallo Stato. Ed è per questa ragione che è così difficile porre rimedio a quell’album anagrafico”.
“E veniamo – prosegue Zulian – ai fratelli d’oltreoceano cui, forse, facevano riferimento i due parlamentari. Le parole di Ferrigno ci lasciano a dir poco di sasso. Sentite: “Nel caso ci fosse bisogno di una operazione complicata, più costosa delle altre, o urgenze particolari, l’italiano all’estero che non è iscritto all’Aire (ecco una delle contraddizioni con la Rebuzzi), di solito prende (sic!) il primo volo per l’Italia e si fa ricoverare lì a spese dello Stato (Urca, se lo sapessero gl’italiani in patria!)”. Ed ecco la chicca: “c’è da dire però che per la famiglia non è semplice seguire e assistere il malato in Italia”. Ecco, facciamo pagare agli italiani che vivono sotto il governo delle tasse prodiano anche le spese per le famiglie al seguito del malato. Caspita, fossimo davvero il paese di Bengodi, che ce n’ha d’avanzo, io almeno mi batterei per questa ragione. Ma solo per questa. Sia chiaro. Poscia, semmai, perché tutti gli italo-argentini, brasiliani e quant’altro di dantesca origine, circa 60 milioni tra ex e attuali italiani col nostro passaporto (ripreso) abbiano tutti, nessuno escluso, quell’assistenza di cui sopra. Per la felicità di Prodi, e anche del futuro leader, e cioè di Berlusconi e dei suoi parlamentari. Ma soprattutto, per la felicità di chi vive, lavora, paga, strapaga in patria”.
“Infine, vogliamo parlare o no di questa “Associazione di pensionati della Repubblica Dominicana” di cui parla la Rebuzzi, e alla quale sembra abbia dato retta? Cara Antonella – conclude Zulian – ci dispiace molto affrontare con te questo discorso. Ma visto che anche tu sai bene che a volte anche i Consiglieri vanno consigliati, non l’affrontiamo neppure. D’accordo?”. (aise)

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