Il "vassallum" è meglio del "porcellum", ma…

di Felice Besostri *)

Non c'è dubbio che il “vassallum” sia meglio del “porcellum”: è quest'ultima l'unica legge elettorale senza una paternità a differenza del “mattarellum” per le politiche ed il “tatarellum” per le regionali. Il merito principale della proposta “vassallum” è quello di aver abbandonato il premio di maggioranza, cioe quel meccanismo che, parafrasando e rovesciando il manzoniano Don Abbondio, dava la maggioranza a chi non ce l'aveva.
Cercare di salvaguardare il bipolarismo non è una cattiva idea, anche se non credo che possa essere imposto per decreto ad un elettorato che non lo vuole. Meno convincente è la soluzione tecnica per introdurre una soglia di accesso o clausola di sbarramento in via di fatto, cioè senza enunciarla. Proprio per la trasparenza e per consentire alle forze politiche di fare le scelte conseguenti occorre enunciarla, sia essa fissata al 4%, come nella legge elettorale previgente, o al 5% come in Germania.
Con collegi ridotti la percentuale di esclusione si colloca ad un livello superiore all'8%. Con i collegi di dimensioni ridotte, che cioè eleggano da 12 a 16 deputati, si compie una scelta che privilegiano non le forze politiche dotate di una percentuale omogenea su tutto il territorio nazionale, ma partiti con punte di presenza in territori limitati: lega nord nel Settentrione, Udeur in Campania e UDC in Sicilia, non meno del PD nelle regioni ex rosse (Toscana, Emilia Romagna e Umbria). E' chiaro che senza formazioni di opposizione una riforma della legge elettorale non passerebbe mai, ma lo stesso risultato si può ottenere con un 5% nazionale ovvero 3 mandati diretti, come nell'originale sistema tedesco.
L'imitazione spagnola è la parte meno convincente. In Spagna ci sono circoscrizioni piccolissime, come La Rjoca e circoscrizioni grandi come Madrid e Barcellona, perché non sono circoscrizioni inventate a tavolino, come nel “Vassallum”, bensì corrispondono alle province, cioè a entità territoriali-amministrative ben radicate. I raggruppamenti di 6-8 collegi, sarebbero invece da inventare, con il rischio di manipolazioni del tipo “gerrymandering” (vai alla voce su Wikipedia, ndr), cioè di raggruppare i collegi per favorire le forze al governo e indebolire quelle all'opposizione.

Elbridge Gerry (17.7.1744-23.11.1814) uomo politico statunitense. Fu Vicepresidente sotto la presidenza di James Madison dal 1813 al 1814. quando morì durante il mandato. È noto per aver inventato la cosiddetta pratica di “gerrymandering” che consiste nel raggruppare i collegi per favorire le forze al governo e indebolire quelle all'opposizione.

Le aree metropolitane di Milano, Torino e Napoli non vanno artificiosamente divise tra più cicoscrizioni. Si può invece introdurre una causola di sbarramento di circoscrizione, più bassa di quella nazionale, per esempio al 3%.
Per quanto riguarda la sinistra il “Vassallum” costringebbe a fare una lista unitaria, non per amore o per convinzione, ma unicamente per sfuggire al rischio di scomparire a causa delle piccole circoscrizioni e quindi a una soglia di accesso elevata. La stessa logica che, con l'abolizione del premio di maggioranza, vuol impedire le ammucchiate, deve presiedere alle aggregazioni elettorali.
Un modo c'è: introdurre un po' di Svizzera, cioè consentire il collegamento tra liste, ovviamente in tal caso elevando la siglia di sbarramento e prevedendo comunque un soglia minima per poter partecipare all'attribuzione dei seggi. Si consentirebbe così la formazione di raggruppamenti unitari senza sopprimere le individualità in assenza di un vero processo unitario di rinnovamento e rimescolamento. Su questa strada, si potrebbero incontrare la Costituente Socialista con Sinistra Democratica, Rifondazione, Verdi e PdCI, a meno che, perdurando la discriminazione ideologica verso la socialdemocrazia, non si voglia spingere la Costituente Socialista verso il PD, cui essa non è per principio contraria.(ADL)

*) Università Statale di Milano, Dipartimento Studi Internazionali, Diritto Pubblico Comparato

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