Emergenze e fuoco

di Raffaella Aronica

Un commento mensile di politica internazionale

È un ottobre incandescente quello sul fronte internazionale, specie nel continente asiatico, dove si affacciano nuove e vecchie superpotenze, o presunte tali. La Russia, che ha annunciato il riarmo nucleare, e la Cina, che ha inviato il suo primo razzo nello spazio, diretto verso la Luna.
Entrambe ai ferri corti con gli Usa di George W. Bush: la prima per una sorta di ritorno al braccio di ferro dei tempi della guerra fredda – ma qui in Europa sembra più che altro inutile propaganda – e la seconda irritata perché il Presidente americano ha ricevuto alla Casa Bianca il Dalai Lama, poi insignito anche della medaglia del Congresso.

Cina e ingerenza
“Una volgare ingerenza negli affari interni della Cina”, hanno commentato da Pechino, ma poi tutto è finito lì. Bush ha altro a cui pensare. L’ombra di Katrina aleggia sulla sua presidenza, ora che la California brucia. Sale ogni giorno il bilancio delle vittime, al momento sotto la decina, ma ciò che spaventa è il numero degli sfollati: intorno al milione!
E se questo non bastasse c’è un altra incombenza che prima o poi il Presidente americano dovrà affrontare: il ritiro delle truppe dall’Iraq. Lo chiede a gran voce la Russia, ma anche buona parte della popolazione americana, che ormai da tempo non comprende più le ragioni di questa guerra.
Tanto più ora che le forze statunitensi sono costrette a vedersela anche sul confine tra Iraq e Turchia, dove in questi ultimi giorni è tornato lo scontro tra Pkk e governo Erdogan. Mentre continua l’impegno in Afghanistan, dove oltre ai soldati Usa muoiono anche quelli italiani.

Sud est asiatico
È il caso dell’agente del Sismi, che, rapito con un collega e poi liberato, è deceduto in Italia per le ferite riportate. Qualche spiraglio sembra invece aprirsi nel sud est asiatico. Pace fatta tra le due Coree che, con la firma di uno storico accordo, hanno compiuto il primo passo verso la distensione e, forse, la riunificazione.
Ancora tesa, invece, la situazione in Birmania, dove nel mese di settembre è scoppiata la rivoluzione color zafferano, poi repressa nel sangue dalla giunta militare. Anche se, dopo la visita dell’inviato speciale dell’Onu Gambari, il 25 ottobre la leader dell'opposizione birmana Aung San Suu Kyi, da anni agli arresti domiciliari, ha avuto il permesso di uscire di casa ed ha incontrato per la prima volta un alto esponente della giunta al potere.

In Europa niente
Poche notizie degne di nota dalla nostra Europa. A Stoccolma sono stati assegnati i premi Nobel – quello per la medicina all’italiano Mario Capecchi –; Sarkozy è rimasto solo all’Eliseo dopo il divorzio ufficiale dalla moglie Cecilia; e a Cambridge, una delle università più antiche e prestigiose del vecchio mondo, è scoppiato lo scandalo dopo la rivelazione di alcune studentesse: facciamo le “escort” per pagarci gli studi. Grane di Sua Maestà!

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