On. Bucchino: ecco le priorita’ previdenziali, fiscali e sanitarie

Vorrei illustrare brevemente quelle che a mio avviso sono alcune delle priorità in materia socio-previdenziale a favore degli italiani nel mondo alle quali questo Governo dovrebbe mostrarsi più sensibile. Premetto che troppo spesso il mio impegno in qualità di rappresentante delle collettività italiane residenti all’estero si deve confrontare con una società e una politica italiane le cui attenzioni sono riservate alla soluzione di rilevanti problemi nazionali: sviluppo economico, regole politiche, qualità dei servizi, convivenza civile, orientamenti etici e culturali, nuovi fenomeni sociali come l’immigrazione.

In una siffatta situazione non mi sorprende del tutto che lo Stato italiano si dimostri distratto verso le spesso giuste istanze degli italiani che risiedono all’estero.

Noi parlamentari eletti nella Circoscrizione Estero abbiamo certamente le nostre responsabilità ed i nostri limiti soggettivi ed oggettivi. Ma siamo anche consapevoli che tali limiti hanno delle forti attenuanti che derivano dal dover affrontare una esperienza nuova, senza precedenti, di difficile gestione e coordinamento.

Personalmente in questi diciotto mesi ho cercato di capire ed ascoltare, ho presentato numerose interrogazioni mirate esclusivamente alla denuncia e alla soluzione dei problemi, ho predisposto proposte di legge ed emendamenti, ho esercitato pressioni e sono intervenuto a livello politico ed istituzionale per sensibilizzare lo Stato italiano in merito a precise e concrete rivendicazioni.

Anche se effettivamente di risultati concreti non se ne vedono molti, abbiamo però iniziato un risoluto percorso che potrà dare i suoi frutti se e quando questo Governo sarà messo nelle condizioni di portare serenamente e produttivamente a termine questa legislatura.

Elenco quindi qui di seguito alcune questioni (mi limito per ora in questa mia riflessione a quelle di natura socio-previdenziale) che non possono essere eluse, altrimenti questa nostra prima esperienza sarà servita a ben poco.

a) Sanatoria degli indebiti pensionistici: è ingiusto ed immorale chiedere a dei pensionati residenti all’estero e titolari di prestazioni legate al reddito (quindi soggetti poveri) la restituzione di indebiti costituitisi per esclusiva responsabilità dello Stato italiano; è altrettanto ingiusto taglieggiare la loro pensione con la ritenuta del 20 per cento. L’emendamento alla Finanziaria sull’abbandono del recupero degli indebiti presentato al Senato è stato purtroppo ritirato. Al suo posto è stata presentata dal relatore una proposta di modifica che limita l’emendamento originale ad una sorta di palliativo che prevede che il recupero degli indebiti sia effettuato senza interessi (legittimando così tale recupero). Siamo dell’avviso perciò che anche quest’ultimo riduttivo e controproducente emendamento debba essere ritirato perché il nostro obiettivo è quello di una integrale sanatoria. Ci riproveremo (se ce lo consentiranno) alla Camera.
b) Stipula e rinnovo delle Convenzioni bilaterali di sicurezza sociale: cambiano i sistemi di sicurezza sociale, cambiano i soggetti aventi diritto, cambiano le esigenze di lavoratori e pensionati e lo Stato italiano non introduce i necessari aggiornamenti agli accordi internazionali di sicurezza sociale (che fine hanno fatto le convenzioni già firmate con Canada, Cile, Marocco, Filippine, l’aggiornamento di quelle con Argentina, Brasile, Stati Uniti, e quelle con i Paesi di immigrazione?).
c) Tassazione delle pensioni: abbiamo stipulato centinaia di convenzioni contro le doppie imposizioni fiscali ma molti pensionati italiani (spesso senza rendersene conto) continuano a pagare le tasse sia nel Paese di residenza che in Italia a causa di convenzioni equivoche o per mancanza di informazioni.
d) Ripristino delle strutture statali di tutela: ho denunciato a più riprese il depauperamento del personale e delle risorse degli uffici Convenzioni Internazionali dell’Inps, del Ministero nel Lavoro e del Ministero degli Esteri. Strutture rese inadeguate nel corso degli ultimi dieci anni ed incapaci quindi di far fronte alla sempre più ampia e complessa necessità di tutela. Globalizzazione o provincializzazione?
e) Inadempienze dell’Inps: l’importo aggiuntivo sulla tredicesima di 154,94 euro (legge n338/2000) non viene erogato – non si capisce il motivo – ai potenziali aventi diritto residenti all’estero i quali abbiano fatto domanda all’Inps di detassazione della pensione. Ho presentato una interrogazione alcuni mesi orsono e ho sollecitato l’Inps a spiegare i motivi di questa limitazione in modo tale che tali pensionati possano usufruire di questo loro diritto sulla tredicesima di quest’anno. Ho anche evidenziato le mie perplessità sui penalizzanti criteri di attribuzione della cosiddetta “quattordicesima” ai pensionati residenti all’estero ma non ho trovato alcuna sponda.
f) “Last but not least” la questione sanitaria: pochi sanno che mentre i lavoratori e i pensionati residenti nella UE sono tutelati in maniera adeguata dai Regolamenti comunitari di sicurezza sociale, l’Italia invece ha stipulato solo alcune convenzioni bilaterali in materia sanitaria con i Paese extracomunitari di emigrazione italiana e di immigrazione ( Argentina, Brasile, Capoverde, San Marino, Croazia, Ex Jugoslavia, Principato di Monaco e Tunisia) spesso parziali e insufficienti. Esiste quindi un considerevole vuoto normativo ed assistenziale, sia in termine quantitativi che in termini qualitativi, che pochi si preoccupano di denunciare e colmare. Insoddisfacenti dal punto di vista temporale e qualitativo sono anche le norme che disciplinano la tutela sanitaria dei nostri emigrati che rientrano temporaneamente in Italia.

Ho illustrato solo un quadro circoscritto delle questioni da affrontare. Come si può capire non sono questioni totalizzanti ma neanche marginali. Auspico che questa legislatura faccia il suo corso naturale per poterle affrontare con la dovuta coscienziosità.

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