La favola della giustizia

di Mauro Montanari

Se dovessi raccontare a mia figlia di sette anni una storia incredibile, quasi una favola, comincerei così: in una repubblica lontana, nell’altra galassia, un giorno un magistrato trova che qualcosa non va. Circa 500 milioni di euro (moneta locale), partiti dalla Ue locale per costruire depuratori e smaltitori di rifiuti nella regione Calabria (di quella repubblica), non ci sono più.
Il magistrato allora comincia a fare il suo mestiere: indaga. E trova che nella truffa sono coinvolte molte persone note, per esempio il suo superiore, il ministro della giustizia di quella repubblica che si chiama proprio come il nostro: Clemente Mastella. Scava scava, il magistrato trova che sono coinvolti altri, e la cosa si allarga, tanto che è costretto ad aprire una seconda inchiesta, che riguarda finanziamenti illeciti ai partiti, truffa e abuso d’ufficio; una inchiesta che in lingua locale si chiama Why Not.
Anche qui il magistrato ci scopre, indovina chi? Il suo superiore, il ministro, e tanti altri, tra cui il presidente del consiglio di quella repubblica, che si chiama anche lui come il nostro: Romano Prodi, e un capo dell’opposizione, Lorenzo Cesa. A quel punto, però, cominciano a succedere cose strane.
Il magistrato riceve delle visite, dei controlli continui. Sembra quasi che sia lui ad essere sotto inchiesta. Minacce, avvertimenti. Insomma scopre che tanta gente non gli vuole bene, tra cui, in particolare, proprio il suo superiore, il ministro. Allora il magistrato va alla televisione, in una trasmissione che si chiama “Annozero”, proprio come la nostra, e racconta di tutti questi controlli e di queste minacce.
E il ministro, che fa? Si offende, comincia a gridare. Lui fa cadere il governo, lui! Manda fuori i suoi dalla maggioranza, lui! Gli fa vedere lui, a quel magistrato, chi ha gli zebedei e chi non ce li ha! Anzi, da subito gli firma un provvedimento di “avocazione” (si chiama così, in lingua locale, quando ti tolgono qualcosa) dell’inchiesta. Che indaghino altri, che quel magistrato ci ha la “incompatibilità ambientale”! Insomma, cose incredibili.
Se succedesse nella nostra galassia, in un Paese civile dell’Europa, quel ministro sarebbe già sotto inchiesta parlamentare e dimesso a furor di popolo. In quella galassia, invece, no. Il ministro è ancora là e aspetta che la gente dimentichi. E sai che ti dico? Ha ragione lui. La gente laggiù si dimentica subito. E guai se hai chiesto le dimissioni. Son capaci che ti mettono sotto processo. Mica l’hai eletto tu!
Mauro Montanari
[stampa]

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