Rosella Benati: una bella giornata di sole per il Partito Democratico

di Mauro Montanari

“Ho visto molte e molte persone interessate, che sono venute numerose ai seggi anche qui in Germania dove le distanze da coprire sono molte. Sono venuti papà, mamme, figli, nipotini in una bellissima domenica di sole. Questa è una partecipazione di connazionali che hanno voglia di fare, voglia di portare avanti progetti. Il Corriere incontra una delle protagoniste della nascita del Partito Democratico in Germania

Signora Benati, Lei è presidente del Comites di Colonia ed è stata tra le protagoniste della nascita del Partito Democratico qui in Germania. La sua lista è stata la più votata in Europa e porta 17 delegati. Come ha vissuto, qui in Germania, il processo delle primarie e questo avvio del partito?

Le primarie del Partito Democratico sono state una esperienza importante non solo per me o per i candidati; ho visto molte e molte persone interessate, che sono venute numerose ai seggi anche qui in Germania dove le distanze da coprire sono molte. Sono venuti papà, mamme, figli, nipotini in una bellissima domenica di sole.
Questa è una partecipazione di connazionali che hanno voglia di fare, voglia di portare avanti progetti. La lista “L’altra Italia”, era composta da donne e uomini di tutte le età. Giovani e meno giovani si sono proposti di portare la voce degli italiani residenti all’estero nel nuovo partito.
È stata anche per me una esperienza commovente e bella, perché ho visto venire al seggio gente che credeva a quello che faceva. Molte di queste persone le troveremo a rimboccarsi le maniche, a lavorare per il bene di tutti. Ho visto rivivere una tradizione di partecipazione di cui avevo nostalgia.

Perché, a Suo avviso, la decisione di fondare un nuovo partito?

Credo intanto che questa sia stata una decisione non facile; una decisione che ha comportato lo scioglimento di due partiti di grande tradizione nella politica italiana. Oltretutto è la prima volta che questo succede; in genere i partiti si separano, non si uniscono.
Sul perché il processo si è innescato, credo che sia stato detto molto. Come ha sostenuto anche Veltroni sono convinta che il Partito Democratico si realizza solo dalla fusione, e non dal semplice accostamento, di diversi pensieri.

Parliamo allora di questa unificazione, o di questa fusione, come dice Lei: una fusione che ha visto, almeno all’inizio, molte polemiche perché sembrava ci fosse un candidato unico alla segreteria…

Sembrava, appunto. Invece proprio grazie alla tradizione democratica che entrambi i partiti vantano, sono usciti candidati perfettamente credibili, che hanno avuto il loro seguito, i loro voti, e che contribuiranno ad un dibattito interno, magari anche duro, ma sempre corretto e costruttivo.
Parlo della Bindi, di Letta. Ma soprattutto, e questo è importante, ho visto un notevole processo di unificazione tra noi. Questo mi ha colpito. Ho visto gente che è venuta ed è andata insieme, senza occuparsi della matrice cattolica o socialista.
Il programma però è ancora abbastanza ignoto. Normalmente ci si orienta al discorso di Veltroni a Torino, che ha presentato un programma social-liberale, quello che una volta si chiamava lib-lab, un programma che forse è anche il più adatto per guidare un Paese moderno e industriale…

Il programma è ancora molto da definire, anche se la base di partenza è la piattaforma illustrata da Veltroni.
Ci sarà comunque spazio per il dibattito e per la elaborazione di una politica di giustizia sociale alla quale molti di noi, me compresa, sono molto legati. Sono questi principi ideali che devono essere di fondamento in un partito di centrosinistra come noi vogliamo essere.

In un panorama politico come è quello che si sta delineando in queste settimane in Italia, con la nascita di una forte opposizione unitaria alla sinistra del Pd, come saranno i rapporti del partito con l’esterno?

Ovviamente non so che tipo di alleanze si costruiranno: queste saranno decise dalla gente che vota. Con i risultati dei voti bisognerà lavorare.
La sinistra cosiddetta antagonista, lo ricordo, è stata votata comunque democraticamente, ed ha un mandato elettorale uguale a quello degli altri, con un diritto quindi a governare come quello degli altri.

Su che percentuale di voti potrà contare a Sua avviso il Pd?

Non lo so, so però che donne e uomini nel Pd lavoreranno con molto impegno per un partito che raggiunga un forte consenso popolare.

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