Darfur: fiamme eterne di un inferno!

Cari amici,

Non si arresta l'ondata di violenza che ha travolto la città di Muhajiriya, nel Sud Darfur, l'8 ottobre scorso: gli osservatori internazionali stanno indagando sul massacro che le forze regolari sudanesi avrebbero compiuto nella regione. Il NYT riporta le testimonianze di molti cittadini che accusano l'esercito di aver puntato le armi sui civili: “due colonne di soldati governativi in uniforme, insieme a dozzine di uomini della milizia non in uniforme, hanno circondato la città intorno a mezzogiorno e hanno assalito il mercato”; “hanno trascinato mio padre e gli altri fuori dalla moschea e hanno tagliato loro la gola”.

L'assedio di Muhajiriya ci ricorda che il caos che caratterizza il conflitto in Darfur non è causuale, ma è ricercato dal governo sudanese, come emerge dal dossier “Darfur: Choas by Design” della Human Rights Watch: la frantumazione del fronte ribelle, l'esacerbarsi delle tensioni inter-etniche, l'indefinito margine che separa le azioni delle milizie da quelle delle forze governative, nascondono i nodi della rete che, giorno dopo giorno, si stringe a soffocare i civili del Darfur. “Oggi,la situazione sta evolvendo da un conflitto armato altamente distruttivo tra ribelli e forze governative a una violenta lotta per il potere e le risorse fra forze regolari, milizie filo-governative note come “janjaweed”, diversi ribelli, fazioni di ex-ribelli e semplici criminali. Nonostante la sua complessità, questa caotica situazione non deve distogliere l'attenzione dalla grave responsabilità del governo del Sudan per la massiva morte di civili e per lo sfollamento di 2,4 milioni di persone dal 2003, inclusi 200.000 rifugiati”. Anche i campi profughi non riescono più a offirire rifugio ai disperati che fuggono dai villaggi: il numero di stupri, furti, rapimenti, sta aumentando inesorabilmente e il governo, temendo che proprio dai campi partano nuove ondate di ribellioni armate, ordina rastrellamenti e veri e propri attacchi. A pagarne le peggiori conseguenze sono le donne, che una volta violentate vengono ripudiate poi dalla comunità.

Recita un detto cinese: “Dai a un uomo un pesce e mangerà per un giorno, insegna a un uomo a pescare e mangerà per il resto della sua vita”. Lo cita Drima, un giovane blogger sudanese, nella nostra recente intervista. Per questo, Italians For Darfur, in occasione del Global Day for Darfur in Italia del 16 settembre scorso, aveva deciso di sostenere la scuola tecnica per orfani del Darfur di Padre Vincenzo Donati, che ha da poco accolto 400 nuovi ragazzi per insegnare loro un lavoro. Italians for Darfur rinnova anche questo mese il suo impegno, promuovendone la causa nella speranza che si possa dare un futuro alle nuove generazioni del Darfur. Donazioni: Amici di Abuna Vincent ONLUS:CIN S ABI 07601 CAB 10300 – conto N. 000039521117 )

Risorse video:

On-line anche su youtube il reportage dal campo profughi di El Fasher, Darfur, realizzato da Antonella Napoli. Per favore commentate e votatelo, per dargli massima visibilità! Il dvd è inoltre liberamente disponibile per proiezioni pubbliche in eventi e manifestazioni nella tua città o scuola. Contattaci per maggiori informazioni.
-Video Reportage Italians for Darfur
-Video “SOS DARFUR” in italiano
-Video “Darfur” (Evoé), realizzato per il Global Day del 16 settembre
-Video “Living Darfur”, nuovo singolo dei Mattafix

Dal blog:

“Io bloggo per il Darfur”: il volto e..il blog di chi ha a cuore il Darfur

Italian Blogs for Darfur, campagna on-line del movimento italiano per i diritti umani in Darfur, dopo il successo di “Una vignetta per il Darfur – diamo colore all'informazione”, ha chiesto anche ai fotografi on-line di dedicare una loro creazione al Darfur, interpretando il motto dei bloggers di Italian Blogs for Darfur: “Io bloggo per il Darfur”. Gli scrittori della rete cercano in questo modo di colmare il vuoto di informazione lasciato dai media tradizionali italiani, con la speranza che il nostro appello alle maggiori emittenti televisive venga accolto al più presto.

Alessandro Branca, fotografo a Milano dal 1992, è il generoso artefice del primo contributo pervenutoci, pioniere di quella che speriamo diventi una ricca galleria: la foto ritrae la pittrice Jole Noemi Marischi, che ha dipinto per l'occasione la tela inquadrata, che blogga per il Darfur!
Invito tutti i nostri amici e lettori a dare massima distribuzione a questa prima foto, sperando che altri fotografi e artisti, ma anche -soprattutto – i comuni – tanti- bloggers italiani ,aderiscano e ci “mettano la faccia”.

Campagna di disinvestimento: appello alla UBS perchè non sostenga PetroChina in Sudan.

Italians for Darfur ha aderito alla campagna promossa dalla Save Darfur Coalition contro la decisione di una delle più grandi società a livello internazionale di servizi finanziari, UBS, con sede a Basilea (Svizzera), di supportare la vendita di azioni della PetroChina, società della China National Petroleum Corporation.
Non c'è compagnia al mondo che abbia peggior impatto sui diritti umani in Sudan: la PetroChina è, infatti, il maggiore acquirente del petrolio sudanese, incurante dell'uso che il governo sudanese fa delle ingenti somme ricavate, spese per lo più in armi e mezzi per la guerra in Darfur, dove si consumano efferati crimini contro l'umanità.
Italians for Darfur vi invita a unirvi a noi e a inviare un messaggio forte alla UBS, affinché usi la sua influenza per spingere la CNPC/PetroChina ad adottare una politica commerciale più rigorosa verso il rispetto dei diritti umani in Sudan e, nel caso il colosso cinese si dimostri indifferente, a ritirarsi dall'offerta pubblica: .

Informazione: Nairobi chiama, Roma.. non sente.

Solo un'ora. Tanto valgono i 300.000 morti del Darfur: nei telegiornali italiani, nel 2006, è stata dedicata poco più di un'ora al conflitto in Darfur, regione del Sudan dove si consumano efferati crimini contro l'umanità e dove lo stupro è usato come terribile arma da guerra.
Non abbiamo notizie neanche dallo Zimbabwe, dal Congo, dal Delta del Niger, dalla Somalia, solo per citare altre aree dell'Africa in cui i diritti umani valgono meno di un fucile[…].Il servizio pubblico televisivo sembrava aver fatto un primo importante passo in avanti con l'apertura di una sede RAI a Nairobi, Kenya, il 18 maggio 2007, con grande soddisfazione delle agenzie missionarie e delle associazioni della Tavola della Pace.
Ma l'operazione, a un semestre di distanza, assume sempre più il gusto amaro del “lavaggio di coscienza” da parte della sede di viale Mazzini, nonostante l'impegno del giornalista Enzo Nucci, a cui è stata affidata la direzione della sede africana.
Dall'apertura della sede, sono stati trasmessi solo un'ora di servizi dall'Africa.Continua il nostro impegno per una migliore qualità dell'informazione televisiva italiana: chiediamo più informazione sul Darfur e sulle crisi umanitarie dimenticate. Firmate il nostro appello.

Sudan's Daily Voices: la blogosfera sudanese ci premia.
[…] Sudan's DailyVoices fornisce la classifica dei primi 15 blog che giorno per giorno registrano il maggior grado di attenzione riscosso dalla comunità dei bloggers sudanesi. Il solo esserci, in questa classifica decisa dalla blogosfera sudanese, sarebbe già un successo, se non fosse che oggi, 7 ottobre, il blog di Italian Blogs for Darfur, capofila della campagna on-line di Italians for Darfur, è salito alla 13° posizione.

Nuove violenze in Darfur: uccise cinquanta persone.
Una nuova azione militare del governo sudanese ha causato la morte di circa cinquanta persone, per lo più civili ma anche esponenti del gruppo del Slm che nel 2006 firmò l'accordo di pace con il governo di Khartoum ad Abuja, in Nigeria.
Ora, dopo l'attacco lanciato dalle truppe governative alla città di Muhajeria, nel Darfur del Sud, area sotto il loro controllo. I ribelli minacciano di riprendere le ostilità.
Khartoum, come al solito, ha smentito ogni coinvolgimento, affermando che la città sarebbe stata presa d'assalto da “tribù della zona”.
Questo episodio segue la segnalazione di alcuni giorni fa di alcuni osservatori Onu i quali hanno denunciato che Haskanita, un villaggio del Darfur sotto il controllo delle truppe sudanesi, è stato raso al suolo presumibilmente in un atto di vendetta dopo l'attacco contro una base di peacekeepers della forza dell'Unione africana la scorsa settimana […].

Roma, 16 ottobre: IB4D al Premio Italia diritti umani 2007.
Il 16 ottobre Italians for Darfur ha partecipato al Premio Italia Diritti Umani, nato dall’esigenza da parte delle associazioni coinvolte di voler dare un giusto riconoscimento a coloro che, per la loro attività, si sono distinti nel campo dei diritti umani.L'evento è stato organizzato dalla Flip presso la Fondazione Europea “Dragan”, a Roma, con l’adesione della sezione italiana di Amnesty International e Centro Astalli.
In particolare, al Darfur è stato dedicato l'intervento delle 17,30: “Darfur, Origine del conflitto, situazione attuale e opportunità per la risoluzione” di Stefano Cera, rappresentante di Italians for Darfur, ricercatore in teorie e tecniche della trasformazione dei conflitti e autore del volume “Le sfide della diplomazia internazionale. Il conflitto nel Darfur – L’escalation della questione cecena: i sequestri di ostaggi del teatro Dubrovka e della scuola di Beslan” (edito da LED Edizioni).

Un caro saluto

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