di Maurizio De Rosa
Si è concluso anche quest’anno il ciclo di manifestazioni legate alla settimana della lingua italiana nel mondo, arrivata alla settima edizione e organizzata dal ministero degli Affari esteri e dall’Accademia della Crusca con la collaborazione dell’Ambasciata di Svizzera in Atene, della Fondazione Cassamarca, e l’alto patronato del presidente della Repubblica italiana. Dal 23 al 27 ottobre, nell’auditorium dell’Istituto Italiano di Cultura ad Atene, personalità del mondo culturale greco e italiano si sono avvicendati per discutere del rapporto tra la lingua italiana e il mare (che era appunto il filo conduttore dell’edizione di quest’anno) ma anche del mare stesso, e in particolare dello Ionio, come luogo di incontro e di scambio tra la civiltà italiana e quella greca moderna, eredi dirette delle civiltà latina e greca antica.
In questo senso, di grande interesse è risultata la presentazione di un prezioso Manuale di comunicazione interculturale tra italiani e greci, scritto da Fabrizio Lobasso (console d’Italia in Atene, il quale, avendo concluso il suo mandato, ha salutato la comunità italiana residente nella capitale ellenica alla vigilia del viaggio che lo riporterà in Italia), Elisabetta Pavan (incaricata di teoria e tecniche delle comunicazioni di massa all’università di Venezia) e Fabio Caon (del centro ITALS dell’università di Venezia). Il volume, pubblicato dalle edizioni Guerra di Perugia, ha il pregio di farsi leggere come un appassionante romanzo i cui protagonisti sono le mille insidie che sempre tendono l’agguato agli esponenti di culture diverse, per quanto affini, che si approcciano al fine di rendere efficace la propria comunicazione, scritta, orale e gestuale. Il lettore di questo Manuale viene stimolato a riflettere sui molti aspetti che compongono la comunicazione tra due individui e a prendere atto delle differenze allo scopo di arricchire il proprio bagaglio personale di esperienze.
Ecco quindi che l’italiano appena giunto in Grecia scopre che un apparente saluto a mano aperta equivale in realtà ad un gesto ingiurioso (si tratta della munza, risalente all’epoca bizantina, il cui significato peraltro è più affine a un “sei degno della tua sorte” che non al “vaff…” proposto dagli autori, in quanto vi manca qualsiasi riferimento sessuale), che il diniego è espresso con un gesto della testa simile a un segno di assenso (in proposito, anche se, come giustamente osservano gli autori, in Sicilia si fa lo stesso, l’origine del gesto non sembra essere arabo in quanto esso è già attestato negli autori greci antichi) e che l’abitudine di sputare sulla testa dei bambini o durante i matrimoni ha un valore apotropaico e non spregiativo (si ricorderà di certo lo sguardo costernato dei suoceri americani della protagonista di origine greca nella celebre pellicola “Il mio grosso grasso matrimonio greco” mentre assistono alla pioggia di sputi nella chiesa durante la celebrazione delle nozze).
Resta da augurare che le autorità italiane in Grecia pensino di finanziare la traduzione in greco del volume, affinché anche gli amici greci possano riflettere sulle analogie e sulle differenze che sussistono tra i due popoli a livello di comunicazione soprattutto non verbale. Oltre alla presentazione di questo interessantissimo volume, le manifestazioni svoltesi a Patissìon comprendevano un dibattito con gli studenti del dipartimento di italianistica dell’Università di Atene, un seminario di studi intitolato “Mare nostrum”, due giornate di studi dedicate all’insegnamento dell’italiano come lingua straniera, e soprattutto una serata dedicata a Bianca Maria Frabotta, apprezzata poetessa italiana i cui versi, tradotti in greco da Paola Maria Minucci (docente di letteratura greca moderna all’università “La Sapienza” di Roma e vincitrice del Premio nazionale greco per la traduzione per il 2006) e Christos Vintudis (giovane e valente studioso di letteratura greca moderna presso la stessa università), sono stati letti da Nikos Aliferis. I partecipanti hanno altresì affrontato i problemi, ma anche gli stimoli, che presenta la traduzione come atto di comunicazione in cui perdite e guadagni devono compensarsi il più possibile per evitare un travisamento eccessivo del messaggio originale. Melita Palestini, direttrice dell’Istituto italiano, a questo proposito ha promesso di organizzare un’intera giornata di studi dedicata a questo argomento.
Ma le manifestazioni dedicate alla lingua italiana e al mare non si sono limitate ad Atene. L’Istituto italiano di cultura di Salonicco, in collaborazione con l’Associazione Chion, ha onorato la ricorrenza organizzando la manifestazione dal titolo “Genova, Chios e Cristoforo Colombo”. Nel corso dell’evento storici e architetti come Maria Xida, Christos Lazos, Thomàs Karamuslis e Vaso Kritaki hanno parlato della storia dell’isola di Chios durante il dominio di Genova mentre a latere è stata inaugurata una mostra sul grande navigatore genovese comprendente una preziosa raccolta di stampe d’epoca di Chios, una serie di riproduzioni fotografiche relative alle porte delle ville di Kambos, dove risedevano nobili famiglie genovesi, una collezione di pregiati costumi femminili di Chios del periodo tra il XIV e XVIII secolo, e una mostra di carte nautiche del periodo rinascimentale. La manifestazione si è conclusa con la degustazione di specialità gastronomiche di Chios e di Genova, e con uno spettacolo di balli tradizionali dell’isola greca.
Maurizio De Rosa