Dichiarazione dell’On. Michaela Biancofiore Forza Italia

Dichiarazione dell’On. Michaela Biancofiore
Commissione Affari Costituzionali

RIFORME, Biancofiore: il federalismo visto da sinistra “non va attuato ma disattivato”

Oggi in aula si parlava di riforme costituzionali. Ho affermato che esiste ancora un goffo tentativo della maggioranza di proporre delle riformette, nella speranza di prolungare una legislatura schizofrenica. La sinistra ha tentato, di approntare una riforma che non solo è scarsamente etica, ma dannosa per la credibilità delle istituzioni. Parliamo, per giunta, di una riforma già presentata dal governo Berlusconi nella scorsa legislatura – in cui si dimezzava il numero dei parlamentari e si dava vita al senato federale – che tuttavia era stata barbaramente affossata dalla sinistra a causa di una strisciante faziosità. Ancora oggi, per la sinistra, il federalismo equivale a clientelismo regionale. Un federalismo che ha partecipato a generare – sempre più crescenti richieste di referendum con i quali alcuni comuni hanno “optato” di passare dal Veneto al Trentino Alto Adige – un conflitto interistituzionale che non ha precedenti in Europa, con migliaia di ricorsi tra Stato- regioni e province autonome . Federalismo significa sussidiarietà. Federalismo, al contrario di quanto propaganda la sinistra, vuol dire unire e non dividere. Vuol dire che il potere appartiene al popolo, che lo esercita attraverso le istituzioni locali, scelte per via diretta. Mi unisco alle recenti parole del Prof. Giovanni Sartori: “come già in passato questo centro sinistra – aggiungo io – svende il Paese per 30 denari”. Il federalismo del centro sinistra non snellisce l’apparato dello Stato, ma centralizza, burocratizza gli apparati locali e svende le grandi infrastrutture. Il Prof. Sartori ha ragione: un federalismo siffatto, figlio non di convinzioni ma di antiche rincorse ai programmi e alle idee innovative e vicine ai sentimenti della gente della Casa delle Libertà , che alimenta la paralisi burocratica e le distorsioni clientelari , “non va attuato ma disattivato”. Il Prof. Sartori non era certamente l’unico a pensarlo, ma nemmeno più a dirlo.

UFFICIO STAMPA

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