Franca Rame, l’ossimoro e l’indistinto

Prof. Aldo Ferrara, Siena

La puntuale ricognizione dei gruppi parlamentari indica che periodicamente, in genere a metà legislatura e più spesso verso la fine, nell’immediato periodo preelettorale, avvengono cambi di casacca e di gruppo parlamentare. Ma non succede quasi mai che 90 giorni dopo le elezioni, un senatore (De Gregorio) lasci il suo gruppo per cambiare in un sol colpo anche coalizione. Segue una deputata (Federica Rossi Gasparrini) che, a distanza di 30 gg dalla defezione di De Gregorio, passa ad altro gruppo. Un anno dopo circa, il 27 settembre 2007, due deputati, Raiti e Ossorio, lasciano il Gruppo, ma sì, avrete capito, quello dell’Italia dei (vari) Valori per migrare verso i più sicuri lidi dell’Ulivo.
Tocca adesso a Franca Rame che, dopo le vicende della Società del Ponte, formalizzerà il suo passaggio al Misto. Aveva creato aspettativa la presenza di Franca Rame nella Lista Di Pietro. Aspettativa per un valore aggiunto che era il frutto della campagna per le primarie di Dario Fo nella quale Franca era stata elemento di prima spinta. Aspettativa per una coagulazione ed un’aggregazione a sinistra foriera di nuove attese. Aspettativa per uno spostamento verso la sinistra radicale di un raggruppamento finora distintosi per la sua moderazione. Riserve tuttavia erano state espresse alla stessa Franca da qualcuno che, pur appoggiando da tecnico la campagna di Dario, conosceva da vicino l’Italia dei Valori, avendo fatto parte del suo Esecutivo. Ma queste aspettative non si sono tradotte in una corale partecipazione della Lista in appoggio di Franca né si è visto Di Pietro perorare pubblicamente questa candidatura.
Semplicemente è stato – e paradossalmente oseremmo dire, visto che ne era coinvolta una grande attrice – un coup de theatre di quelli che sa mettere in campo Di Pietro (ricordate nel 2001 la partecipazione fugacissima, durata un giorno di Mario Capanna o di Ripa di Meana (10 gennaio 2001)? Uno dei fatti abituali di questa lista ad personam, come è spesso accaduto in questi anni, anni che hanno visto precipitare IDV dal 3,99% alla percentuale odierna. In realtà appare inconciliabile l’indistinto politico dell’IDV, che addirittura tesse disegni di legge con AN, e la formidabile efficacia politica di Franca, lei sì che si è battuta in difesa dei diritti negati, pur pienamente dimostrando totale lealtà alla maggioranza in questi 20 mesi di legislatura.

La puntuale ricognizione dei gruppi parlamentari indica che periodicamente, in genere a metà legislatura e più spesso verso la fine, nell’immediato periodo preelettorale, avvengono cambi di casacca e di gruppo parlamentare. Ma non succede quasi mai che 90 giorni dopo le elezioni, un senatore (De Gregorio) lasci il suo gruppo per cambiare in un sol colpo anche coalizione. Segue una deputata (Federica Rossi Gasparrini) che, a distanza di 30 gg dalla defezione di De Gregorio, passa ad altro gruppo. Un anno dopo circa, il 27 settembre 2007, due deputati, Raiti e Ossorio, lasciano il Gruppo, ma sì, avrete capito, quello dell’Italia dei (vari) Valori per migrare verso i più sicuri lidi dell’Ulivo.
Tocca adesso a Franca Rame che, dopo le vicende della Società del Ponte, formalizzerà il suo passaggio al Misto. Aveva creato aspettativa la presenza di Franca Rame nella Lista Di Pietro. Aspettativa per un valore aggiunto che era il frutto della campagna per le primarie di Dario Fo nella quale Franca era stata elemento di prima spinta. Aspettativa per una coagulazione ed un’aggregazione a sinistra foriera di nuove attese. Aspettativa per uno spostamento verso la sinistra radicale di un raggruppamento finora distintosi per la sua moderazione. Riserve tuttavia erano state espresse alla stessa Franca da qualcuno che, pur appoggiando da tecnico la campagna di Dario, conosceva da vicino l’Italia dei Valori, avendo fatto parte del suo Esecutivo. Ma queste aspettative non si sono tradotte in una corale partecipazione della Lista in appoggio di Franca né si è visto Di Pietro perorare pubblicamente questa candidatura.
Semplicemente è stato – e paradossalmente oseremmo dire, visto che ne era coinvolta una grande attrice – un coup de theatre di quelli che sa mettere in campo Di Pietro (ricordate nel 2001 la partecipazione fugacissima, durata un giorno di Mario Capanna o di Ripa di Meana (10 gennaio 2001)? Uno dei fatti abituali di questa lista ad personam, come è spesso accaduto in questi anni, anni che hanno visto precipitare IDV dal 3,99% alla percentuale odierna. In realtà appare inconciliabile l’indistinto politico dell’IDV, che addirittura tesse disegni di legge con AN, e la formidabile efficacia politica di Franca, lei sì che si è battuta in difesa dei diritti negati, pur pienamente dimostrando totale lealtà alla maggioranza in questi 20 mesi di legislatura.

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