Voto all’estero: punto e…

E il Senatur Spena riscopre l’ acqua calda!

Credo sia giusto affermare che il voto all’ estero sia stato un esperimento “uso e getta” . Alla precedente legislatura e’ servito per accontentare il “ capriccioso “ Mirko Tremaglia, il quale andava predicando ai quattro venti la buona novella. All’ attuale governo e’ servito per salvare la faccia e mettere insieme un governo se pur “ provvisorio”
Probabilmente il voto all’ estero sara’ rimesso in discussione ancora una volta. Due punti che da un po’ a questa parte il legislatore italiano dimentica o cerca di spazzare sotto il tappeto.

Primo, io italiano all’ estero sono per costituzione un cittadino, non un extracomunitario ed in nessun articolo della Carta e’ messo in discussione.

Il voto, Egregi Legislatori, in ogni democrazia che si voglia definire tale, non dovrebbe in nessun modo essere messo in discussione. Cito l’ articolo 48 (ancora una volta) : …il voto e’ libero, personale, eguale punto. Ogni disciminazione al riguardo metterebbe in discussione anche l’ articolo terzo:…tutti i cittadini hanno pari dignita’ sociale…e sono eguali davanti alla legge…senza distinzione di sesso, razza, lingua, opinioni politiche e condizioni sociali e personali. Quando in uno stato di diritto si mettono in discussione due articoli fondamentali come quelli appena menzionati, dobbiamo chiederci seriamente se varra’ la pena recarci alle urne at all. Questa secondo me e’ la vera antipolitica: il legislatore mette in discussione se stesso.

Secondo, e questo lo dico a livello del tutto personale: e se io cittadino italiano nel mondo decidessi di smettere di comprare il made in Italy ed andare in vacanza in Spagna ?
Lo scenario lo comosciamo tutti, tre finanziarie vanno a farsi benedire. Non e’ che io sia un consumatore sfrenato sia ben chiaro! Il paradosso:
mentre secondo le statistiche appena arrivateci dall’ Italia, la prima azienda italiana risulta essere la mafia con un introito di 90 miliardi, buona parte o meglio la stragrante maggioranza di questi finiscono nelle banche svizzere mentre sempre secondo le stesse statistiche i nostri 90 miliardi, contributi indiretti finiscono nelle banche italiane.
E’ doveroso da parte mia affermare tutta la mia indignazione !
No è vergognoso da parte di alcuni polititi italiani (sempre a titolo personale) trattare come cittadini di terza categoria oltre 60 milioni di italiani d’ origine italiche sparsi nel resto del mondo?

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