Bill Gates ha lanciato la sfida

UNA FINESTRA SUL PIANETA AMERICA

di RO PUCCI

Bill Gates ha lanciato la sfida
Salverà la scuola americana e riuscirà dove Bush ha fallito

HOUSTON, TEXAS – In America si può assistere spesso alle generose iniziative benefiche di grandi capitani dell’industria che, ad un certo punto, decidono d’entrare in campo in prima persona per dare una svolta decisiva addirittura alla vita del paese in cui vivono ed in cui prosperano.
Questa volta è accaduto con Bill Gates, il “ Signor Windows”, più ricco del mitico Re Mida che, reso appunto audace dalle sterminate sostanze di cui dispone, ha avuto l’ardire di gettare il guanto di sfida contro il presidente degli Stati Uniti.
Il creatore e numero uno della Microsoft, infatti, dopo aver fatto una sua analisi poco favorevole dell’attuale situazione del sistema scolastico americano, s’e’ deciso a prospettare una sua cura infallibile per un malato che langue ormai da parecchio tempo.
La prima bordata è andata subito contro il “testing”, il sistema di valutazione degli studenti della scuola di livello preuniversitario, che Gates ritiene incapace di rilevare l’effettiva preparazione degli studenti.
Sembra che Bill, in qualche modo, sia affascinato della scuola di tipo europeo dei bei tempi andati, perché ha giustificato la sua critica affermando che i test, che sono amministrati in America nella nostra epoca, sono troppo facili e scontati mentre dovrebbero essere più difficili ed uniformi in tutto il paese.
L’importantissimo protagonista dell’informatica mondiale ha detto di nutrire serie apprensioni sullo stesso futuro degli Stati Uniti, e di ritenere “orribile” che molti ragazzi afroamericani non arrivino a completare la scuola superiore diplomandosi.
Questa, in effetti, è stata una sferzata piuttosto palese proprio nei confronti del primo cittadino d’America il cui programma “No child left behind”, nessun ragazzo lasciato indietro, mirato specialmente al recupero degli studenti svantaggiati e che appartengono alle minoranze, aveva fatto sperare che, finalmente, fosse giunto il momento di recuperare al paese giovani menti che finiscono invece la scuola prematuramente senza poi giungere al traguardo finale prima del diploma ed in seguito della laurea.
L’attacco di Gates al presidente, da una parte ha risparmiato gli studi universitari ritenuti qualitativamente in linea con quelli d’altri paesi ma, dall’altra, ha investito in pieno proprio il livello di studi tra la scuola primaria e l’high school nel quale i test incriminati dovrebbero evidenziare l’effettiva preparazione data dagli insegnanti e conseguita dagli studenti.
Rintuzzando le critiche che gli erano mosse e secondo le quali la standardizzazione dei test a livello nazionale finirebbe per avere per vittima la creatività, il guru della Microsoft ha ribattuto a sua volta, sarcasticamente, che “la creatività conta poco se poi non sei in grado di leggere”.
Gates è convinto che i piani di miglioramento del presidente siano falliti e che la scuola inferiore americana diplomi d’ufficio ed immeritatamente masse di studenti dei quali, secondo una sua affermazione, più di un terzo non ha la preparazione richiesta per poter trovare una collocazione produttiva nella società dopo il conseguimento del diploma.
Per dar bando alle chiacchiere e per mostrare che era veramente deciso ad intervenire per aiutare la scuola americana a decollare Gates, da stratega dell’industria, ha iniziato ad agire subito su due linee completamente opposte: una teorica ed una pratica.
Per cominciare, ha tracciato le linee programmatiche che prevedono il ritorno alla lettura, la cura della fonologia inglese, la ricompensa esattamente identica per insegnanti di scuole di città importanti e di periferia e l’istituzione di scuole superiori di dimensioni contenute.
Poi, ha messo mani al portafogli ed ha iniziato ad elargire ben centotrenta milioni di dollari per la creazione di piccole high school partendo proprio da New York, la gigantesca grande mela con i suoi altrettanto grandi problemi scolastici da risolvere.
In queste scuole, dove gli studenti saranno curati molto di più anche a livello individuale, saranno implementati nuovi programmi di studio più all’altezza dei tempi e, cosa che in effetti meraviglia non poco, non si punterà in modo ossessivo sulla tecnologia dell’informatica.
Gates sembra convinto che i computer ed internet siano ottimi strumenti specialmente nelle mani degli insegnanti. Questi, secondo il generoso innovatore, li potrebbero adoperare infatti con maggiore sobrietà ed autocontrollo, tanto per il reperimento di nuove risorse utilizzabili poi nelle classi a tutto vantaggio dei giovani allievi, quanto per corsi d’addestramento su materie vecchie e nuove e per la loro attività d’aggiornamento professionale della quale hanno bisogno continuamente.

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