Le preoccupazioni di Piero Fassino al tg 3

Houston – Nell'intervista al TG3 condotta da Bianca Berlinguer, Piero Fassino ha fondamentalmente recuperato lo scivolone di D'Alema a proposito del V-Day ma ha tradito quella che ora e' la vera preoccupazione della sinistra.
L'iniziativa di protesta del leader del dissenso è chiaramente in rotta di collisione col programma d'unificazione dei partiti del centrosinistra e con il varo ormai prossimo del partito unico che, almeno nel nome, sembra ispirarsi al partito democratico d'oltreoceano.
Nonostante la lucidità estrema e la calma apparente nel rispondere alle domande della nota intervistatrice, che faceva di tutto per portare il leader su momenti confortanti dell'avvicendamento alla guida del Belpaese, Fassino ha tradito un certo nervosismo ed un'evidente preoccupazione quando s'è accennato alla possibilità che Grillo adesso, forte del dissenso che sta cavalcando con maestria, possa finalmente fare il passo finale di scendere direttamente e con una sua nuova formazione in politica.
Chi si prepara alla fondazione ormai prossima del Partito Democratico Italiano è evidentemente turbato dall'erosione di voti che si verrebbe a subire e dalle conseguenze negative per la nuova formazione unitaria del centrosinistra.
Fassino, ha evidenziato maggiormente le sue apprensioni con una caduta di stile, quando ha criticato la decisione di Grillo di fare pagare il biglietto ai suoi seguaci ed a chi ha partecipato alla sua iniziativa. Ignorava, probabilmente, che il vulcanico comico che occupa le prime pagine e che preoccupa i templi della politica non dispone certamente dei fondi dei partiti come il suo che sono sulla piazza da molto tempo.
Ma le realtà che emerge da altre come da questa intervista è che Grillo con la sua azione critica questa volta ha investito proprio la formazione dei partiti di governo più che quelli soliti del centrodestra.
E' proprio nell'elettorato di sinistra che, infatti, s'è manifestato di più il dissenso e questo ad un certo punto è andato a confluire come tanti ruscelli minori entro il gran fiume della protesta di tanti Italiani che s'identificano ora in Beppe Grillo e nella sua azione anti-politica alla vecchia maniera.
Le interviste registrate alla festa dell'Unità di questi giorni e seguite in America sono molto rivelatrici al fine di capire in fondo questa nuova fronda che esplode fuori tempo ed alla vigilia della creazione del nuovo partito democratico italiano.
La vittoria su Berlusconi nelle elezioni, aveva fatto sperare grandi cose agli elettori Italiani i quali avevano creduto in tutte le promesse del professor Prodi e dei suoi uomini. A distanza di tempo gli stessi elettori non riscontrano i radicali cambiamenti che essi sognavano e si ritrovano invece davanti ad un partito trasversale dei gestori della politica che sono evidentemente recalcitranti nell'affrontare riduzioni notevoli del loro numero e specialmente nel rinunciare ad aumenti automatici di stipendio ed a tutta quella serie di privilegi che sono in stridente contrasto con un paese con un livello di disoccupazione troppo alto e con notevoli problemi nell'economia.
Un noto detto americano afferma che “le parole sono a buon mercato”. La morale che si ricava ora è proprio questa: i politici di qualunque parte farebbero bene durante le campagne elettorali a limitarsi nelle promesse. Il rischio è quello che poi salti fuori qualcuno, con un nuovo e preoccupante esercito alle spalle come Beppe Grillo, e che ti chieda di mantenere esattamente tutto senza neanche concederti sconti.

*Ro Pucci – Direttore di Info USA magazine

*Ro Pucci/News ITALIA PRESS

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