Le calorie del sesso

In estate aumenta il desiderio del tradimento

Tradire il partner non è un problema. O, perlomeno, non è peccato. Secondo un sondaggio sui “nuovi” peccati capitali effettuato da Riza Psicosomatica su un campione di mille persone tra 25 e 55 anni, tradire procura meno sensi di colpa di un’abbuffata. Solo un uomo su tre si sente in colpa “dopo”. Le donne sono meno di una su cinque. Più gravi del tradimento sono perfino lo shopping compulsivo e il non curarsi abbastanza dell’aspetto fisico. D’altronde, perché trattenersi? Secondo un’indagine dell’università del Texas, su due milioni di soggetti tra 17 e 52 anni, esistono 237 ragioni per fare sesso. Se passione ed attrazione fisica rimangono ai primi posti, non mancano ragioni più prosaiche come noia, possibilità di ottenere promozioni o lavoro, “fare curriculum” aumentando il numero dei partner, e perfino la convinzione che il sesso curi l’emicrania e bruci grassi e calorie. Sull’ultimo punto, ormai, dovrebbero essere tutti d’accordo. Nel corso degli anni il “conteggio” è stato ampiamente illustrato da professori, scienziati e chiunque, a vario titolo, abbia trovato occasione e voglia di dare un po’ di numeri. La dieta del sesso è americana e parla – o conta – chiaro: spogliare un partner fa bruciare 95 calorie, 20 minuti di preliminari ne fanno consumare 87 a lei e 107 a lui, slacciare il reggiseno 12, con una mano sola 47, il rapporto in piedi ne brucia 600. Fisico bello e sano. Perché il sesso, secondo studi cinesi, stimola la circolazione, scioglie le tensioni, migliora l’elasticità della pelle, riduce la possibilità di dermatiti, è un tranquillante – dieci volte superiore al valium – aumenta la produzione di endorfine, migliora l’umore, favorisce il sonno, combatte il dolore, libera il naso, riduce il rischio di osteoporosi, combatte asma e febbre alta, e, accompagnato da baci, previene la formazione della placca. Non c’è da stupirsi, quindi, se l’età della “prima volta” continua ad abbassarsi: tre ragazzi su quattro lo fanno tra 15 e 18 anni, tre su venti o prima dei 15 o dopo i 18. Insomma, nove su dieci, prima della maggiore età. Presto la prima e presto l’ultima: il 57% delle donne e il 52% degli uomini sono insoddisfatti della propria vita sessuale, senza contare l’11% di entrambi i sessi che dichiara di non averne alcuna. Attenzione, però, cercare di risvegliare i sensi potrebbe danneggiare la linea. Secondo un sondaggio del Club Eliana Monti su 600 single i migliori afrodisiaci sarebbero ‘ndujia calabrese, risotto alla milanese, pecorino di fossa, bistecca di chianina e cioccolato. Stessa fonte per altre due indagini sull’eros. Un campione di mille persone tra 18 e 65 anni confermerebbe l’estate, con la sua temporanea libertà, stagione della trasgressione, soprattutto, femminile. Un’italiana su due prende l’iniziativa, una su tre preferisce fare l’amore in luoghi inconsueti, in spiaggia, auto, treno e cinema. Gli uomini preferirebbero le “vie” tradizionali – cena a lume di candela per, come si dice in gergo, “battere cassa” a fine pasto – le donne, forse stanche di secoli ipocrisie, sono più dirette, privilegiando l’easy sex celebrato da serie tv e fiction varie. Molti si dicono spaventati dalla partner disinibita. Sarà per questo che, deluse da una trasgressione che si rivela troppo “domestica”, dopo l’estate, le donne tornano dal compagno ufficiale. Secondo cento coppie tra 25 e 45 anni fare le vacanze insieme, nel 78% dei casi, fa bene alla coppia. Non che sia una grande sorpresa: tenendo conto del sondaggio precedente, farle separati sembra comportare in modo pressoché automatico le “corna” che difficilmente giovano ad un rapporto a due. Anche su questo punto, però, si potrebbe dissertare per ore o, nel nostro caso, per righe e righe di testo. Invece no. Questa lunga introduzione non è altro che un viaggio in alcune notizie tipiche dell'estate. Non di quella appena trascorsa, ma di ogni estate, stagione consacrata alla trasgressione sì, ma intellettuale, giocando a portare allo stremo le difese dell’intelletto per farlo cedere e piombare nell’oblio della passione (intesa come sofferenza?). Non manca lo scandaluccio a luci rosse, ormai rosè, appena sufficiente per rendere un po’ piccante il sonnellino da spiaggia, con l’”innocente” prostituta – i tempi cambiano – e il fin troppo scontato politico, sorpresi in albergo dopo una notte che sembrerebbe trascorsa tra cocaina e performance da coniglio. Di nuovo c’è poco. O forse no. Di nuovo, tristemente nuovo, c’è la mancanza di pudore che ostenta volgarità e ci sono le dichiarazioni che sostituiscono i dovuti, o comunque graditi, vergogna e imbarazzo. La ragazza – non chiamatela squillo, ha provato a fare una vita normale: “Ho cominciato a fare la barista, la commessa, guadagnavo pochissimo” ma “Volevo soldi, volevo successo, volevo una vita migliore” – oggi sogna di fare un reality. Il trucco lo ha spiegato Fabrizio Corona, fotografo di Vallettopoli, confessando di non aver mai guadagnato tanto come in quel periodo. Sesso e scandali fanno bene anche al portafogli dunque – ma questo gli studiosi non lo hanno detto – e alla popolarità. La nostra società è sempre più simile a una soap opera. Una di quelle brutte, con molte, moltissime, troppe ripetizioni in una sceneggiatura fatta di “sesso e droga”, a volte perfino senza musica. “Dio è morto”, ha scritto Nieztsche, preoccupato di quella che vedeva come diretta e inevitabile conseguenza, ossia il rifiuto dei valori e di una legge morale che leghi gli individui. Dio è morto. È morta la morale. Peccato che la società sia simile ma non uguale a una soap. Almeno, in quelle brutte, spesso, i “morti”, dopo qualche puntata, ritornano.

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