Intervista all’on. Francesco Saverio Caruso

Cosa pensa del Partito Democratico?

E’ l’evoluzione anche un po’ tragicomica di quel processo di americanizzazione che ha coinvolto purtroppo anche settori della sinistra e che oggi si trovano sempre più a scivolare verso un modello della politica nella quale l’immagine, la moderazione, diventano termini di annacquamento di quelli che erano, una volta, gli ideali. Fanno rimpiangere quasi i tempi andati in cui la Democrazia Cristiana ed il Partito Comunista Italiano, si combattevano, inciuciavano a seconda della fase politica, ma comunque avevano una spinta ideale da cui prendevano le mosse. Oggi, si mettono insieme questi due percorsi, DS e Margherita, per fare semplicemente un grande contenitore. Penso che il rischio sia appunto anche la dispersione di qualsiasi approccio ideale realizzando semplicemente la costruzione di una macchina politica che deve macinare voti e poltrone.

Cadrà questo governo Prodi? Scivolerà sullo “scalone”?

Non credo che ci sia questo rischio. Allo stato attuale, mi sembra stiano rivedendo le posizioni di incoerenza tra quanto sottoscritto negli accordi pre elettorali con quanto è avvenuto dopo. Non è certo una battaglia tra coloro che difendono diritti e quanti invece li vogliono cancellare. E’ una questione di coerenza e di rispetto dei patti. Da questo punto di vista io sono fiducioso considerando anche quei settori più recalcitranti, penso a Padoa Schioppa, che rivedranno in positivo il loro approccio alla questione.

Dal momento che state dando lezioni di equilibrio, gli elettori dicono: ma in che cosa sono radicali questi di sinistra?

Si appunto. Qua non stiamo parlando dell’erogazione, cosa che io ritengo necessaria di un reddito garantito per tutti, stiamo semplicemente parlando di difendere quella che è conosciuta come la riforma Dini. Quella stessa riforma che noi, all’epoca, contestammo da sinistra e che oggi qualcuno vuole disarticolare e distruggere partendo dai principi e dalle logiche della Maroni che fu uno schiaffo ai lavoratori. Parliamo di un diritto sacrosanto che deve essere garantito a tutti. Lasciamo stare i parlamentari che lo vedono acquisito appena dopo 36 mesi di legislatura, ma non avere il diritto alla pensione neanche dopo 36 anni di lavoro, è una ingiustizia.

Il dossieraggio del Sismi non annovera nessun personaggio del centrodestra, come mai?

E’ una vicenda inquietante che dimostra come la stagione dei veleni, delle trame oscure purtroppo non è solo una pagina del passato ma che si continua a perpetrare in alcuni ambienti dei servizi e degli apparati. Da questo punto di vista, è fondamentale la capacità di fare chiarezza. Comprendere anche il ruolo che hanno avuto questi personaggi dentro la dinamica di controllo politico che è una cosa poliziesca che ricorda la storia, gli anni peggiori del maccartismo negli USA.

La Commissione d’inchiesta, non è l’unico sistema, secondo lei, per non arrivare mai alla verità? Ci sono state celeberrime Commissioni d’inchiesta che non hanno mai portato a nulla.

E’ verissimo. Però, purtroppo, questi sono gli strumenti che abbiamo a disposizione. Auspicherei di arrivare ad un processo di bonifica dei servizi cercando di fare un po’ di pulizia in quegli ambienti torbidi che hanno funestato la storia della Repubblica e che ancora oggi hanno un ruolo attivo nella deformazione e nella degenerazione della politica, del rapporto tra potere e società.

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