Allora Veltroni!

Il motto degli Innovatori: scuola, lavoro, casa, famiglia

Non resta che accelerare la forza propulsiva dei giovani verso di lui. Veltroni è disponibile. Tra i “vecchi” è quello più giovane e meno soggetto alle nomenclature.
Il suo successo in politica, soprattutto attraverso il governo di Roma, ha fatto leva proprio sui giovani e su un modo di relazionarsi con i bisogni dei cittadini attraverso l’approccio che è risultato diverso dai suoi predecessori. Sensato. Non a caso Piero Fassino ha detto che Walter Veltroni è quello più lontano dalle “compromissioni” politiche che hanno visto il DS in grandi difficoltà e, spesso, con le lacrime agli occhi.
Non è il proliferare delle ideologie, in fondo che, paralizza questo paese? Non sono i famosi e retorici “distinguo” oppure le altrettanto famose “sensibilità diverse” che hanno portato alla disaffezione, all’antipolitica, al nichilismo il paese? Ebbene, Veltroni è l’immagine della ragionevolezza. Meglio di qualsiasi altro, può rappresentare l’esercito dei giovani. Non è certo un caso che molti romani, di chiara fede aennina, abbiano votato Veltroni primo cittadino.
Alcuni esponenti del Comitato dei 45, tendono a minimizzare l’importanza della presenza dei giovani nel nuovo PD. Perché non sono abbastanza “scafati”, secondo loro, da poter essere dirigenti di partito. Perché quello che conta, a loro parere, è l’esperienza acquisita sul campo. E l’esperienza si fa con gli anni, ed anni, ed anni, sino al momento in cui quei giovani diventeranno…veterani, tanto veterani da essere vecchi. Sostanzialmente, sarebbe non solo lecito, ma doveroso, contestare questa linea. L’età, è vero, non conta. Me non conta solo se alla base esiste una onestà di intenti appurati nelle volontà concrete, nella disponibilità a farsi da parte quando è il momento ed essere utile nelle retrovie. Purtroppo, gli attuali vecchi dirigenti, sono stati quei giovani che hanno atteso anni, ed anni, ed anni per affermare le loro posizioni. Perciò, non hanno tutti i torti ad aggrapparsi alla postazione e ad ostinarsi a non lasciarla. Ma, al nuovo PD, non deve interessare certo di perorare questa ragione. Questa cozzerebbe con l’interesse, con la prospettiva, con il progetto del nuovo Partito Democratico. I veri innovatori, allora, non hanno, a partire da subito, che stilare un documento pensato ed articolato da proporre al nuovo segretario quando sarà il momento. Non un numero di punti sterile e fine a sé stesso. Ma una analisi dei bisogni delle leve nuove e vitali di questo paese che soffrono e patiscono continuamente per il soffocamento delle loro energie, per la mancanza di megafoni. Una proposta articolata, su base tecnica, bibliograficamente corredata da statistiche e parallelismi con le nazioni più avanzate. Una sorta di Dpefsociale. Si sprechino, le risorse intellettuali di quanti hanno studiato e che parcheggiano in attesa di un lavoro. Si impongano fornendo prove concrete degne di pubblicazione di un progetto che faccia uscire questo paese dallo scoraggiamento.
Gli innovatori siano pronti a proporre a Veltroni, una politica che elimini del tutto le contrapposizioni sorde ed ottuse degli opposti schieramenti; che rifiuti le polemiche strumentali finalizzate alle eterne campagne elettorali; che sottolinei le necessità “elementari” che non sono né di destra né di sinistra. Insomma, ricominciare da Adamo ed Eva: scuola, lavoro, casa, famiglia.
Se i veri innovatori sapranno farsi portabandiera del motto scuola, lavoro, casa, famiglia, avranno saputo anche porre le basi per parlare di previdenza, di pensioni e del resto ed in perfetta sintesi politica con le “anime” degli ex DS, degli ex Margherita e di tutti quei giovani che, pur avendo una collocazione politica di parte, vogliano abbracciare e partecipare.
Veltroni, è il soggetto capace di recepire queste istanze. Tanto vale ricominciare daccapo. Lascino litigare i vegliardi. I giovani sono giovani e sono nuovi e devono portare avanti questo paese domani e dopodomani e non ha importanza alcuna l’appartenenza politica almeno nella fase d’avvio. I giovani sono giovani e basta ed in quanto tali hanno le stesse necessità.
Innovatore europeo, è quello che deve esserlo soprattutto in casa sua. E perché non lanciare, e per primi, una idea, una proposta a quell’altra parte della gioventù, sotto il segno della pacificazione nazionale che meglio di tutti seppe esprimere il neo Presidente della Camera Violante quel dì? Una “Consulta” che recluti e parli ai giovani di ogni appartenenza politica. Se i “grandi” hanno deciso di litigare vita natural durante, perché i piccoli non si responsabilizzano e cominciano a parlare per costruire piuttosto che urlare per demolire?
L’innovazione si vede anche in questo. Saper dialogare con i giovani di qualunque estrazione politica siano. Quasi come se fosse una casta, un esercito, una energia senza la quale un paese non invecchia solo, ma quel che è peggio, si ammala gravemente senza morire mai del tutto.

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